Leila IV

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Parole generate: ESPLOSIONE, GATTO, MANTELLO, SBRILLUCCICHII, CONTEMPLAZIONE, PANCINO, STUDIARE, PIZZA, PURTROPPO, RUTTO

Il guardiano raggiunse di corsa la camera della principessa Leila. Spalancò la porta, gridando: «Che succede, principessa?»
Leila era pietrificata davanti al suo letto. I suoi occhi erano sgranati e lucidi, intenti a piangere dal terrore. Leila era da sempre stata coraggiosa e concentrata; l'incidente della parola l'aveva cambiata, certo, ma chiunque sarebbe rimasto incredulo e spaventato davanti a quello spettacolo.
Il guardiano camminò lentamente verso la sua principessa. Vide cosa si nascondeva al di là del letto: un uomo. Indossava un lungo mantello viola e degli stivali dello stesso colore. Erano ricoperti da brillantini che, ad ogni suo minimo movimento, rilasciavano infiniti sbrilluccichii. La camicia ed i pantaloni, privi di brillantini, erano neri con piccoli dettagli fucsia. Quei suoi vestiti così ben abbinati, quel suo stile così fashion... Chiunque si sarebbe sentito insignificante davanti a quell'uomo.
«Non abbiate paura» disse.
Il guardiano tese un braccio davanti a Leila, come per proteggerla e per evitare che avanzasse. «Chi siete? Come avete fatto ad entrare in questo castello e, soprattutto, nella camera della principessa Leila senza alcuna difficoltà?»
Improvvisamente, un gatto balzò sul letto. «Miao!» esclamò. «Per favore, puoi chiudere la porta?» chiese al guardiano. «Vi spiegheremo tutto con calma e tranquillità, ma anche voi dovete collaborare.»
Leila rivolse lo sguardo al guardiano e gli fece cenno di chiudere la porta.
Il guardiano non si fidava: quell'uomo fashion e quel gatto parlante erano certamente un piano malvagio escogitato dai genitori di Leila per disorientarla e colpirla alle spalle. Ma decise di assecondarli, e fare finta di stare al loro gioco.
«So che sarà difficile crederci,» iniziò a dire l'uomo fashion «e fidarsi di noi, ma ho bisogno del vostro aiuto. E se mi assicurerete il vostro aiuto, io aiuterò voi.»
«Innanzitutto presentatevi» fece Leila.
«lo sono lo stregone Filippo. Abito nel castello di Oltre i Monti.»
«Oltre i Monti...» ripeté il guardiano. Poi, con una certa diffidenza, disse: «Non mi fido di chi usa la magia. Quel gatto è un'invenzione vostra?»
«No, io sono Miao» si presentò il gatto parlante «e vengo dal mondo di sotto.»
«Ho evocato Miao e con lui mi sono recato nel vostro regno grazie ad una magia di teletrasporto. Da solo non posso distruggere la strega Luna e voi, senza di me, non potrete conquistare il regno dei vostri genitori.»
«State offrendoci dell'aiuto magico?» domandò Leila.
«Esattamente.»
«Ed in cambio noi dovremmo aiutarvi a sconfiggere questa strega, e per farlo avrete bisogno di...?»
«Ho bisogno del vostro esercito. Ma non preoccupatevi; nessuno verrà ferito.»
«E quanto a voi,» disse rivolgendosi a Miao «cosa dobbiamo fare? Di cosa avete bisogno?»
«In realtà a lui non serve nulla» intervenne lo stregone. «L'ho evocato perchè è simpatico e, come immaginavo, adora le gite fuori porta.»
Miao annuì. «Proprio così. Comunque potete darmi del tu» sorrise.
«Finitela entrambi con queste idiozie!» sbottò il guardiano perdendo la calma. «Credete di potervi infiltrare non solo nel castello, ma addirittura nella camera da letto della principessa Leila, cercando di ingannarci con le vostre assurde parole?!»
Lo stregone sospirò. «Avete ragione. Dateci però la possibilità di ideare e studiare un piano. d'attacco.»
A Leila brillarono gli occhi dall'entusiasmo, ma tentò di coprirlo. «Piano d'attacco?» ripeté in tono serio. «D'accordo, Vediamo cos'avete in mente.»
Avendo il consenso della principessa, tutti e quattro si sedettero sul pavimento. Filippo fece comparire dei piatti pieni di pizza e delle bibite gassate.
«Mentre riempiamo il nostro pancino,» disse Miao «possiamo parlare di affari!»
Il guardiano fece cenno alla principessa di aspettare che gli altri due mangiassero e bevessere per primi, per accertarsi che non vi fossero pericoli. Una bottiglia, venendo aperta, emise un rumore simile ad un sibilo, e subito il guardiano urlò: «Esplode!»
In camera si era creato silenzio. Leila ed il guardiano erano spaventati, ma anche sollevati poichè non era effettivamente esploso nulla; Filippo era molto confuso e perplesso; Miao, invece, iniziò a ridere di gusto. «Ma quale esplosione! È una bibita frizzante; immagino che non ne abbiate mai sentito parlare, ma è molto gustosa. Quella, invece,» indicò con una zampa «si chiama pizza. E un impasto molto semplice condito con...»
«Delishiosa!» disse Leila mentre ne mangiava una fetta.
Perciò anche il guardiano assaggiò un trancio di pizza e bevve un bicchiere di quella bevanda. Senza farlo di proposito, emise bruscamente dalla bocca dell'aria che risaliva dallo stomaco.
«Hai ruttato» fece presente Miao.
Il guardiano parve arrossire dall'imbarazzo. «No, non è vero! Ho, per sbaglio, emesso rumorosamente dell'aria.»
«Va bene, va bene... Da oggi ti chiamerò Mr. Rutto
«Non provarci nemmeno!»
«Basta, tutti e due» li richiamò Leila. «Adesso parliamo di cose serie.»
«Purtroppo,» prese la parola lo stregone «non abbiamo tempo per la creazione e successiva contemplazione del nostro piano d'attacco. Ho l'impressione che ci siamo dilungati un po' troppo su piccolezze, e qualcuno potrebbe annoiarsi.»
«Continueremo allora la nostra chiacchierata in un'altra pagina» decise Leila. «E poi metteremo in pratica ciò di cui discuteremo.»

Fine...?

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