Tom e Iris

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Parole generate: GRIGIO, TESTA, VELOCE, MISURA, MUSICA, PALLANUOTO, CARDINALI, GALASSIA, LAVATRICE, ANNIVERSARIO

Era il giorno del loro anniversario, e Tom voleva fosse tutto perfetto. Preparò la cena con calma: Iris gli aveva detto che sarebbe andata a trovare i suoi genitori, prima di rincasare. Perciò Tom ebbe il tempo per sistemare ogni singola cosa. La loro casa non era mai stata eccessivamente disordinata, infatti lui occupò del tempo solo per spolverare di qua e di là superficialmente, e poi cosparse il pavimento di petali color cipria e grigio cenere. Il suo intento era quello di creare un sentiero che conducesse la sua amata dalla porta d'ingresso fino al tavolo in terrazza. La serata non era delle migliori: cadevano dal cielo in maniera più o meno frequente dei sassolini, che variavano nella misura. Per evitare che qualcuno di questi finisse sulle loro pietanze o colpisse la loro testa, Tom aprì il gazebo pieghevole per coprire così il tavolo.
Il resto del tempo lo passò sistemando i vestiti sporchi in giro per casa. Pensò di accendere la lavatrice e lasciare che questi si lavassero. Sbuffò invece una mezza risata, mentre riponeva i vestiti che aveva tra le mani dentro ad una cesta.
Non c'è più bisogno, si disse. E poi non voglio che col suo rumore ci disturbi.

Ad un certo punto, Tom sentì il suono delle chiavi girare nella serratura. Raggiunse Iris, appena arrivata dentro casa, abbracciandola dai fianchi mentre lei circondava il suo collo con le braccia.
Si diedero un bacio per salutarsi, un altro per farsi gli auguri, e un altro ancora perché i baci non erano mai abbastanza.
Si accomodarono fuori, iniziando a gustare la cena. Avevano messo della musica di sottofondo, le loro canzoni preferite.
«Questa sera è magnifica» gli disse Iris. «Sei un marito splendido, e io sono fortunata e infinitamente grata di poter passare con te il mio tempo.»
«Non sono molto d'accordo» scherzò lui. «Il meteo non è dei migliori. Ma stare con te fino alla fine...»
Iris allungò una mano sul dorso di quella di Tom. «Non pensarci. Pensiamo ad altro. Questa sera è la nostra sera. La passeremo nel modo migliore.»
Fece scivolare la sua mano da quella di lei, mentre si metteva in piedi. Le porse la stessa mano, dicendole: «Allora ti prego di concedermi questo ballo.»
Con l'aiuto della sua mano, Iris si alzò e si avvicinò al suo amato, toccandolo dolcemente così come faceva anche lui.
Ondeggiavano lentamente, nonostante il ritmo della canzone fosse più veloce. Ma non importava. L'uno seguiva i movimenti dell'altra. E non c'era nessuno che spiegasse loro come ballare. No. C'erano solo loro due, che si guardavano negli occhi e trovavano pace anche se pace, lì fuori, non c'era.
C'era gente che gridava, che piangeva, che si disperava. Tom alzò il volume mentre la notte schiariva. Una luce innaturale e catastrofica avrebbe avvolto l'intero pianeta. Ma non Tom ed Iris. Non loro. Perchè erano insieme in un'altra galassia, la loro galassia. In cui le persone non li disturbavano; in cui ogni passo di danza esprimeva la loro libertà, la loro complicità; in cui il tempo si fermava, andava indietro e ripartiva ogni volta che loro lo decidevano. Perciò non importava più nulla. No.
Nelle loro menti passavano vari ricordi: dalla vittoria a pallanuoto di Iris, al buffo errore di Tom per non aver saputo leggere correttamente i punti cardinali durante un loro viaggio.
Non importava.
Ormai c'erano solo loro. La loro danza quieta e leggiadra.
E mentre la Terra si squarciava e le persone urlavano disperate, Tom e Iris si godevano la loro pace. Un giro, un passo in avanti e un bacio. Perchè i baci non erano mai abbastanza.
E poi tutto finì.
Raggiunsero la loro galassia.

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