1- PASSATO

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IRIS

Che. Due. Palle. Mi sto annoiando a morte. Oggi sono dovuta stare a scuola un'ora in più per una lezione di matematica in vista della verifica di domani e io a malapena so fare "2+2", figuriamoci le scomposizioni.

Tra l'altro, le sfighe non sono finite qui, purtroppo. Sono in banco con Alex, e non per volere mio aggiungerei. Non che mi dispiaccia eh, lui, secondo me, é il ragazzo più figo della classe, non che abbia molta scelta... però é veramente bello.

Ma io non dovrei pensare a lui, ormai sono fidanzata e l'ho mandato a quel paese nel momento in cui ho incontrato Gioele. Eppure, mi ritrovo sempre a pensare ad Alex... e che cazzo, no, basta, adesso mi concentro sulla lezione.

Il mio fantastico piano funziona, ma solo per due miseri minuti, perché Alex ha appoggiato il suo gomito sul mio ginocchio -che é piegato e la mia gamba é appoggiata sulla sua sedia- e comincia ad accarezzarmi alla coscia.

Dio. Santissimo. Benedetto. Sento un brivido che mi sale lungo la schiena e mi irrigidisco.
Io quelle mani gliele taglio, lo giuro.

Lo guardo male più di qualche volta, ma lui fa finta di non vedermi.

Dopo qualche minuto che sembra essere un'eternità, finalmente parla.

<<Iris...>>
<<Mhhh>> mi giro a guardarlo negli occhi che mi fanno sempre lo stesso effetto di settembre.
<<Ma lo sai che tu a inizio anno mi piacevi?>> lo dice con un sorriso talmente bello che... Dio...
"Aspetta cosa?"

Credo di aver sentito male, anzi lo spero, perché sennò mi mangerei le mani per il nervoso di non avergli mai detto cosa provavo e in più sono fidanzata, cazzo. Non può dirmelo mentre ho una relazione.

Così faccio finta che tutte queste emozioni non esistano e mi stampo in volto uno sguardo sorpreso.
<<Davvero?>>
Annuisce.
"Porca puttana"
<<Non l'avrei mai detto...>>

Non contento di come ho interrotto il discorso mi guarda con un sorriso a trentadue denti e mi dice scherzosamente ma non troppo.

<<Eddai, ammettilo che ti sono piaciuto un po' anche io...>>

"Si. Sì, mi sei piaciuto e mi piaci tutt'ora, ma adesso non posso ammetterlo perché sto insieme a qualcuno che mi ama e non voglio ferirlo. Tu mi piaci, Alex. Ma non posso. Non posso mollare qualcuno che mi ama. Io ce l'ho messa tutta ad ergere il muro per allontanarmi da te e tu ogni giorno mi guardi con quegli occhi che lo sgretolano. Tu mi guardi come mi guardavi a inizio anno: come se fossi l'unica e mi chiedo perché cazzo te ne stai rendendo conto solo ora che stavo cominciando a dimenticarti."

Potrei dire tutto ciò, ma, cazzo, il mio orgoglio é più importante, così rispondo con la migliore indifferenza che mi viene: <<No>> dico con un'alzata di spalle <<ti ho sempre considerato un amico.>>

E, Dio, non sono mai stata più falsa di così, perché i miei pensieri, il mio cuore e il mio corpo non la penserebbero allo stesso modo, ma li metto a tacere per il mio quieto vivere.

Ho visto il suo viso mutare in un secondo, diventare come... non lo so, forse deluso.
<<Tu mi odi>>
Okay. Questo non me l'aspettavo. Non é una domanda, é un'affermazione.

"Cazzo, ma lo capisci che se ti odiassi davvero non ti guarderei in questo modo? Non penserei a te in ogni minuto, anche mentre bacio il mio fidanzato."
<<No>>
<<Si, tu mi odi>>
<<No, io non ti odio>> dico più convinta.
"Anzi, provo tutto per te, tranne l'odio."

Mi guarda con insistenza e una luce negli occhi che non riesco a decifrare.

<<E...?>> mi sprona ad andare avanti e io capisco cos'é quella luce: é speranza. Ma speranza in cosa esattamente? Forse un "anzi"?

<<E niente, semplicemente non ti odio. Ti voglio bene e ci tengo a te.>>
"Si, come no" urla la vocina nella mia testa e io faccio di tutto per zittirla.

Lui mi sorride e sembra un sorriso di felicità misto a tristezza.
Questo ragazzo non mi può guardare così come se niente fosse, come se non mi facesse alcun effetto.

Continuo a seguire la lezione, anche se non sto seguendo davvero, perché ho in testa solo la conversazione che abbiamo appena avuto io e Alex.

Ma, improvvisamente, una mano sulla mia gamba mi distrae.
Alex mi sta accarezzando il polpaccio, e mi sta sorridendo.

Gesù Cristo. <<Togli immediatamente la tua mano dalla mia gamba>> ringhio.
Lui non lo fa, allora gli do uno schiaffetto sul braccio e lui, senza volerlo mi tira un pugno sulle costole e mi fa male, dato che é il doppio di me e ha il triplo della mia forza.

D'istinto mi porto le mani dove mi ha fatto male e faccio una smorfia di dolore.
<<Oh mio dio, ti ho fatto male?>> e sembra sinceramente preoccupato.
<<No, macché, figurati, é stata come una carezza.>> dico in modo ironico.
<<Seriamente, Iris, ti ho fatto male?>>
<<Si>> ammetto <<ma passerà>>

Tolgo le mani dalle costole e lui subito guarda quel punto con preoccupazione e fa una cosa che non mi sarei mai aspettata: mette la mano dove le avevo messe io.

La pelle ha cominciato a bruciarmi, non per il dolore, ma per la sua mano in quel punto e il suo pollice che mi accarezza con delicatezza.

<<Va meglio?>>
"No, non va meglio perché se tu mi tocchi così io non sto meglio. Io vorrei che mi accarezzassi ovunque e... mi baciassi"
No, non posso pensare certe cose.
Deglutisco.
<<Si, ora togli la mano>> Lo fa, e sento un vuoto assurdo.
Questo ragazzo é arrivato nella mia vita e ha confuso qualsiasi cosa.

Faccio uno sbuffo e continuo a pensare a me e Alex insieme, come se avessimo una possibilità, e matematica ha già perso tutte le mie attenzioni.

Sarai pur sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora