3- PRESENTE

21 2 0
                                    

ALEX

Non avrei mai pensato di passare il mio ventesimo compleanno in questo modo, anzi. Volevo passarlo a casa davanti alla televisione o in un normalissimo bar con i miei amici.

Ma mai avrei voluto passarlo in compagnia di un'ammaliatrice. Per meglio dire, QUESTA ammaliatrice.

Sono seduto su uno dei divanetti del "Sex & city", per obbligo dei miei amici... con Iris sopra di me.

Il suo volto sconvolto é la cosa più carina che abbia mai visto e vorrei fare una foto alla sua faccia per tenerla sempre con me.

Ha un vestitino attillato che a malapena le copre il sedere e una scollatura che lascia poco all'immaginazione. I suoi capelli biondi le ricadono in morbide onde sulla schiena e quegli occhi, che sono verdi alla luce e marroni al buio, mi guardano come se fossi un sogno.

"Ma non sa che lei é il mio."

Quando ha pronunciato il mio nome con quelle bellissime labbra, mi sono eccitato e, di conseguenza, ora ho un'erezione parecchio evidente.

Le stringo i fianchi e fa una cosa che non avrebbe dovuto fare: crolla sul mio pube, sopra la mia erezione.

Sento un brivido di eccitazione che mi scorre lungo la schiena e chiudo per qualche secondo gli occhi per riprendermi.

Però lei fa un respiro profondo e il suo sguardo si raggela.

"Perché reagisci così, Iris? Come se ti avessi appena fatto del male?"

<<Tu che cazzo ci fai qui?>> ringhia, ma resta ugualmente sopra di me e con le braccia aggrappate al mio collo.

"Puoi urlarmi contro e dirmi le parole peggiori di questo mondo, ma il tuo corpo parla per te, amore"

Sorrido al pensiero del nomignolo che ci siamo affibbiati quando avevamo quindici anni e che lei usava per scherzo, ma a me non é mai sembrato più vero di così.

<<Potrei farti la stessa domanda>>
<<Io qui ci lavoro, tu a quanto pare, no>> si avvicina al mio orecchio e si struscia sulla mia erezione. "A quanto pare ha intenzione uccidermi" <<vista l'erezione che hai>> e d'istinto le stringo i fianchi.

Senza accorgermene, le mie mani si sono spostate verso il suo fondoschiena; subito una figura imponente si avvicina, mi irrigidisco e a quel punto vedo Iris aggrottare la fronte e urlare <<Eric, lascialo stare, lo conosco>>

"Lo conosco. Veramente Iris? Sono veramente solo questo per te?"

Eric fa un passo indietro, ma mi guarda comunque in modo truce, così faccio un sorriso sfrontato e abbasso le mie mani sul sedere di Iris e la avvicino a me.

Lei sussulta e con la mano le prendo il mento e sposto il suo volto in modo che sia in linea con il mio, perché voglio che mi guardi mentre le dico quello che le sto per dire.

La guardo in quegli occhioni scuri quanto profondi, nei quali annegherei. <<Non sarò mai soltanto un conoscente, Iris. Non lo accetterò>>

A quel punto i suoi occhi mutano in uno sguardo che odio: l'indifferenza, ed é quello in cui lei riesce meglio.

Si alza e, malevolmente, la lascio andare.

<<Usciamo da qui, manca l'aria>>

Andiamo al bar e una ragazza ci prepara due cocktail, mentre lei le parla, io mi perdo ad osservare lei, che sorride e parla con quelle labbra che vorrei tanto baciare e sentire addosso.

Non posso pensare queste cose, devo smetterla.

"Sei bellissima, ancora più bella di come ti ricordavo, di come ti sognavo. Mi sei mancata da morire, Iris. Mi é mancato tutto di te: il tuo sorriso, le tue labbra, la tua voce... tutto"

Ma non posso permettermi di dirle tutti questi pensieri, così dico una frase che le ho detto quando eravamo alle superiori e lei stava male...

IRIS

Mai. Mai in tutta la mia vita avrei pensato di ritrovarmi sopra di Alex, con la sua erezione in mezzo alle mie gambe, eccitata da morire, con le sue mani sul mio fondo schiena e subito dopo a berci un cocktail al bar.

Mi é mancato da morire.

<<Sei bellissima, ricordatelo sempre>>

"Cosa?" Mi irrigidii e girai di scatto la testa verso di lui che mi guardava con un sorriso triste.
"Se lo ricordava" e in quel momento mi catapultai a quando avevamo quindici anni...

PASSATO

Si l'ho detto. Ho detto ad Alex quello che é successo tra me e il mio fidanzato, lui mi ha ascoltata e dopo ha risposto proprio come pensavo <<Vuole solo portarti a letto>>
Ha fatto male, si, ma me lo aspettavo: la pensavo anche io come lui.

Stiamo uscendo dal cancello di scuola, lui con la bici e io a piedi di fianco a lui.
Siamo usciti e si é immobilizzato davanti a me.

<<Ci vediamo, Ford>> Era mio tipico chiamarlo per cognome.

<<Iris...>>
<<Dimmi. Dai muoviti che la gente deve passare e noi siamo in mezzo alle palle>>

Cominciò a sorridere, quasi imbarazzato, azzarderei... Nahhh, impossibile, non é per niente da lui.

<<Volevo solo...>> abbassò gli occhi un momento e li rialzò subito dopo per guardarmi in viso con un sorriso sicuro e negli occhi uno sguardo che diceva già tutto.

<<Volevo solo dirti che sei bellissima, ricordatelo sempre. Ci vediamo, Iris>>

Scappò via e mi lasciò con mille domande in testa e zero risposte, in mezzo al cancello.

Andai nella fermata del bus, realizzai il tutto quando lo raccontai ad Asia e scoppiai in lacrime tra le sue braccia.

PRESENTE

Quel ricordo si insinuò nei miei pensieri e rimase lì, mentre lo guardavo sbigottita. E in quel bellissimo sorriso timido, rividi il ragazzino a cui piacevo e che mi piaceva.

Ma non avevo davanti a me quel ragazzino.

Avevo davanti a me un'uomo, alto, bello, muscoloso e vestito molto bene, ma con gli stessi occhi e la stessa faccia di 5 anni fa.

Gli sorrisi, un sorriso sincero.

<<Lo ricorderò, Ford>>

Sorrise a sua volta e i suoi occhi si illuminarono.

<<Sei tornata a chiamarmi per cognome eh. Mi é mancato sentirlo dire da te>>

Li sorrisi tristemente, perché a lui é mancato questo, ma a me é mancato lui.

Dovevo bere, ne avevo il bisogno.

E così feci e mi ritrovai, alla fine, leggermente brilla.

Non dovevo perdere la lucidità, non potevo con lui vicino.

Era tardi, ormai, e il mio turno era finito. Ci salutammo, ma non credo lo avrei rivisto di nuovo. Anche se avrei voluto.

Stavo per chiamare Asia, ma mi ricordai che stava scopando. Ben era con la sua fidanzata e non volevo disturbarli e Serena era da un po' che non la sentivo, così decisi di inviarle un messaggio.

Tornai a casa, stanca morta, crollai nel letto e mi addormentai subito, con lui nella mia testa e soprattutto... nel mio cuore.

Sarai pur sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora