7-PRESENTE

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IRIS

Vedo tutto buio. "Che cazzo sta succedendo? Dove sono?"
<<Iris.>> Una voce. Quella voce. Porca puttana.
Sono chiusa in una stanza, stesa su un letto in mutande e reggiseno.
Non voglio che lei mi trovi.
Mi metto dentro l'armadio poco prima che la porta si apra.
<<Oh Iris, sei solo una povera sciocca. Ti troverò e giocheremo insieme, va bene?>>
Apre l'armadio. Quello sguardo. Mi congela.
<<Bene. Ora giochiamo ad un altro gioco. Nascondino non mi piace.>>
Mi prende per un polso, mi fa uscire dall'armadio e mi butta sul letto.
Chiudo gli occhi perché sta per accadere di nuovo.

***

Mi sveglio senza fiato. É sempre lo stesso incubo da anni. Non passa mai.

Ormai ho imparato a controllare i miei attacchi di panico la mattina, il pomeriggio e la sera. Ho attacchi di panico a qualsiasi ora del giorno e della notte: per ansia, per incubi, per lui...

A proposito di lui. Quel bacio, quella domanda. Mi hanno scombussolata totalmente. E la sua faccia quando gli ho detto quelle parole orrende? Non le pensavo davvero ovviamente, ma dovevo difendermi in qualche modo, non potevo lasciare che lui prendesse il potere di nuovo. Anzi, dovevo riprenderlo nuovamente io, per fargli capire cosa ho passato, perché le parole sono la mia unica arma di difesa contro di lui.

Mi alzo dal letto e ho un giramento di testa, mi siedo di nuovo e mi metto le mani sulla faccia.

"Basta incubi, basta attacchi di panico. Voglio che tutto questo finisca."

Vado a fare colazione e mentre mi preparo il caffè, digito un numero che ormai so a memoria.

Uno squillo, due squilli. Non risponderà.

<<Ciao amore mio, come stai? Mi sei mancata tanto. É da giorni che non ti sento.>>

Mi scappa un sorriso quando sento la sua voce.
É vero abbiamo avuto tanti alti e bassi e forse non la perdonerò mai per le cose che mi ha detto, perché porto rancore, a mia sfortuna, ma é pur sempre mia madre e le voglio un mondo di bene, nonostante tutto.

<<Ciao mamma, tutto bene, tu? Mi sei mancata tanto anche tu, ma con la scuola, lavoro e uscite non ho mai tempo e torno a casa la sera che sono sfinita.>>

<<Capisco, hai bisogno di soldi? Sai che se vuoi te li posso dare.>>

Mia madre é sempre stata una persona disponibile e io non ho mai voluto un suo aiuto, mi piace essere indipendente e non sopporto che la gente mi creda ancora incollata al portafoglio di mamma.

<<No no, grazie lo stesso. In realtà volevo chiederti se ti andasse di passare da me domani a pranzo.>>

I miei lavorano molto per portarsi a casa da mangiare e so che domani é il suo giorno libero, quindi voglio farle una coccola e inoltre ho bisogno di parlare con lei.

<<Certo! Molto volentieri, ma sai che papà domani lavora.>>
<<Lo so mamma, ma ho bisogno di stare con te.>>
<<Capito, mi racconterai tutto domani allora.>>

Mia mamma ha sempre saputo che quando le dico così significa che é successo qualcosa e che ho bisogno di raccontargliela.

<<Esatto, riesci a venire per le 13?>>
<<Alle 13 in punto sarò lì da te, amore>>
<<Grazie mamy. Oggi pomeriggio chiamerò anche papà.>>
<<Ne sarà molto contento. Mi dispiace, ma ora devo scappare. A domani.>>
<<Tranquilla, a domani.>>

Sarai pur sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora