2- PRESENTE

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IRIS

Fuori piove. Ho sempre amato la pioggia, é il mio calmante. Mi é sempre piaciuto stare davanti alla finestra, con un libro in mano e una tazza di caffè. Ma oggi non é così, anche se ne avrei bisogno.

<<Iris? Ma ci stai ascoltando?>> Ben e Asia mi osservano.
Stavano confabulando qualcosa su una festa e poi ho smesso di ascoltarli perché mi sono persa nei miei pensieri.

<<Nahhhh, non me ne fregava niente della festa e mi sono persa a guardare la pioggia, avete trovato un argomento decente?>>

Loro due sono i miei migliori amici.
Asia la conosco dalle superiori, é una ragazza alta, con degli occhioni marroni che sembrano molto dolci, anche se non é così perché lei non dimostra affetto, anzi, se la abbracci lei si scansa; ha dei capelli che le invidio molto perché sono delle onde morbide, scure. Ha un carattere forte, ma a me piace proprio per questo.

Alza gli occhi al cielo, spazientita.
<<Quando hai il ciclo sei ancora più insopportabile del solito, Dory>>

Ah si, questo nomignolo, mi chiama così fin dalle superiori perché mi dimentico tutto e io la chiamo "scema", perché... beh, perché é scema, non c'é altra spiegazione.

Le mando un bacio, mentre le faccio l'occhiolino, ironicamente.

<<Asia, lasciala stare>> ringrazio mentalmente Ben per avermi difesa <<magari si sta immaginando mentre si scopa un bellissimo ragazzo alto e muscoloso>> e ora lo maledico <<non é vero, piccola mia?>>

Ben é un ragazzo affascinante e molto dolce. Infatti é fidanzato da tre anni. É abbastanza alto, con un ciuffo biondo e occhi azzurri. E li voglio molto bene, é sempre stato il mio difensore dal primo giorno di università e abbiamo legato fin da subito.

Alzo gli occhi al cielo <<Certo, e non vedo l'ora di metterlo in pratica, vuoi darmi una mano?>> dico ironicamente.

Si mettono a ridere come due matti e Ben mi spiega di cosa stavano parlando.
<<Stavamo parlando della festa di Mark, é domani sera, ci vieni, vero? Asia ha detto che se vieni tu, ci viene anche lei.>> Si mette con le mani come se stesse pregando.

Arriccio il naso perché si, vorrei andarci, ma lavoro.
Faccio cenno di no con la testa <<Non posso domani devo lavorare>>

Il mio telefono si illumina per l'arrivo di un messaggio e noto l'ora.
<<Cazzo, sono in ritardo. Ragazzi é stato bello e vi voglio bene, bye bye>>
Corro alla lezione ed entro in classe appena in tempo.

La mattinata passa molto lentamente e io mi annoio sempre di più e, per non distrarmi troppo, prendo appunti.

Le mie lezioni continuano fino alle tre del pomeriggio e torno a casa stanca morta.

Ho quattro ore prima che inizi il mio turno, così comincio a prepararmi e mi metto a dormire un po'. Quando mi sveglio chiamo Asia mentre mi vesto.

<<Non ho voglia di lavorare oggi. Ho un brutto presentimento, vai tu al posto mio?>> mi lamento.

<<Iris, cosa vuoi che succeda e comunque, no, non ci vado al posto tuo, sai quanto odio il tuo lavoro.>>

Alzo gli occhi al cielo, perché Asia non ha mai accettato il mio lavoro nonostante mi piaccia farlo. In realtà mi piace solo una metà del mio lavoro, ma non mi lamento neanche dell'altra metà. D'altronde mi dà da vivere.

<<Lo so, lo so. Dai, bella, torna a studiare o a scopare vedi tu quale preferisci. Ah e ciao Riccardo, quando mi verrai a trovare, scusa?>>

Sento la risata di Asia e Riccardo, quest'ultimo dice: <<Preferisce nettamente scopare te lo assicuro io, comunque ciao anche a te e organizzeremo qualcosa tutti e tre>>

<<Siiii, che bello, ritorno a fare la terza in comodo, yuppyyyy, non vedevo l'ora>> dico con finta eccitazione e ridendo. <<Vabbè ragazzi, buona scopata, io vado a lavorare, ciao ciao>>

Loro ridono, mi maledicono e mi salutano, spengo la chiamata e vado a lavoro.

Entro nel mio camerino e mi cambio. Stasera Cami, che é la nostra titolare nonché stilista e cara amica, ha scelto per me un vestito corto e stretto -sa che li adoro-, é nero con delle striature argentate e con una scollatura a V e la schiena fuori.

Esco e saluto Cami che mi dà l'elenco dei miei clienti. É una serata abbastanza tranquilla, ho solo quattro richieste e una pausa tra una e l'altra.

Leggo tutti i nomi e per ora non ne riconosco nessuno. Magari sono solo paranoie.

A questo punto é il momento di dirvi che lavoro faccio: sono una ballerina e ammaliatrice in un locale, il "Sex & city". Il mio lavoro consiste nel ballare 3 volte a settimana e gli altri 3 giorni fare l'ammaliatrice e cioé far eccitare gli uomini senza toccarli. Nel senso, non devo avere contatti troppo intimi, solo qualche carezza senza toccare le parti intime, anche perché se lo fai c'é Eric che potrebbe ucciderti -il buttafuori-, ma ognuno può toccare le proprie.

Ho appena finito con il mio quarto cliente che subito vedo Cami arrivare verso di me con lo schedario degli appuntamenti. Merda. Ho un brutto presentimento.

<<Iris, un ragazzo, e anche molto figo, ha richiesto di te per il suo ventesimo compleanno, si chiama Alex. Mi raccomando, fallo bene e non innamorartene, sai che non voglio che le ammaliatrici si innamorino dei clienti e so anche che non corro alcun pericolo con te, però... ho voluto avvertirti.>> e mi fa l'occhiolino allontanandosi.

E io che speravo di aver finito, invece questo tipo richiede di me.

"Potrei sempre tagliarli il cazzo..." faccio un sorriso a questo pensiero un po' macabro.

Cami torna indietro dandomi il numero del privé in cui c'é questo presunto Alex. Il numero 5, ottimo, il mio numero preferito, magari mi porta fortuna.

Cammino in modo sensuale verso di lui sulle note di "La bebe".

Gli metto le mani sulle spalle larghe e comincio ad accarezzargliele.
É muscoloso, ha due bicipiti grandi e duri, porca puttana, é proprio carino. Se é carino anche si faccia, me lo porto a letto.

Siccome ora é salita la curiosità di vederlo anche in viso, gli giro attorno accarezzandogli il petto che é solido.

"Minchia. Questo ragazzo ha solo muscoli."

Lo osservo partendo dal basso e intanto metto un ginocchio alla volta sopra al divanetto nero di pelle e rimango sollevata sopra di lui, osservando la maglia nera che gli evidenzia gli addominali.

Le sue mani grandi si appoggiano poco sopra il mio sedere e cominciano ad accarezzarmi i fianchi e... cazzo, la pelle brucia e un brivido mi scorre lungo la schiena, eppure sono coperta.

"C'é solo una persona che finora mi ha fatto provare questa sensazione e non può essere lui. Non deve essere lui."

Alzo di scatto lo sguardo e sento i suoi occhi carichi di desiderio puntati addosso.

Mi sento nuda sotto il suo sguardo. Un solo sguardo mi ha mai fatto sentire così.

Schiaccio il tasto della luce e quello che vedo mi fa rimanere a bocca aperta.

Vedo il suo viso sbigottito e capisco che nemmeno lui si aspettava di trovarsi davanti a me.

<<Iris...>> dice in un sussurro appena udibile, che però io sento fin dentro le ossa.

<<Alex...>> sussurro di rimando.

Rimaniamo a guardarci: io sopra di lui, con le sue mani nei miei fianchi che hanno cominciato a stringere.

Sarai pur sempre tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora