Capitolo 23

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Christian non menzionò mai cosa stava bruciando fuori e io gliene fui grato. Quella parte della mia vita era ufficialmente storia. Non ero più quello stupido ragazzo.

Non parlammo per molto del pomeriggio, eravamo contenti in silenzio. Christian si sedette di fronte al computer per ore e ogni volta che io mi chinavo sopra la sua spalla per vedere cosa diavolo stesse facendo, mi cacciava via. Va bene, un poco infastidito ma potevo gestirlo. Girai i canali in TV fino a quando ricevetti lo sguardo, così scelsi un film dozzinale sulla scuola superiore.

Cenammo con spaghetti in cucina e io potevo dire che c'era qualcosa che lo stava seriamente preoccupando. "Che succede?"

"Niente. Tutto. La farsa?" Il suo tentativo di umorismo era proprio quello, un tentativo. Sorrisi a dispetto di me stesso.

"La Sezione?"

"È ora, Mattia" lui mise i gomiti sul tavolo e incrociò le dita. "È ora di cominciare a concludere tutto questo."

"Concluderlo?" Quasi gridai. "Sei ubriaco? Non possiamo concludere ciò che non sappiamo!" Lo guardai e capii che lui sapeva. Lui aveva ragione, la farsa era finita. Merda!

"Voglio che tu faccia le valigie stanotte" lui alzò la mano verso di me prima che io potessi domandare. Odiavo quando faceva quello. "Metti in valigia ciò di cui hai bisogno, ma non prendere l'intero appartamento."

"Stiamo scappando?" Sentii la trepidazione nella mia voce e mi infastidii.

Lui scrollò le spalle. Grazie per le tue spiegazioni, Christian! Aspettai e lo guardai, ma lui non disse nient'altro. Grandioso.

"Ce ne andiamo stanotte?"

"No, voglio solo essere pronto perché quando andremo, dovrà essere in fretta."

Stavamo scappando. Dannazione! "Avremo consegnato l'alieno alla Sezione per allora?"

Lui incontrò i miei occhi e io non ero sicuro se l'alieno in questione sarebbe mai stato consegnato alla Sezione. Questo sembrava sempre di più non-Sezione con ogni minuto che passava. Non capivo niente di ciò che stava succedendo e stavo cominciando a risentirmene. Non ero stupido e Christian sapeva che poteva fidarsi di me, così perché cazzo non mi stava dicendo tutto? Che cosa sapeva? Frank se ne era già andato? Oh Dio. Guardai verso la porta di fronte e feci un profondo respiro. "Frank?"

"È ancora alla porta accanto." Lui disse con assolutamente nessuna emozione.

"Cosa succede adesso?"

"Aspettiamo. Saprò quando sarà il momento di reagire."

Reagire? "Reagire a cosa?"

"Mattia, non hai bisogno di sapere tutto, ok? È più sicuro per te se non sai."

Meraviglioso.

***

"Non puoi essere sicuro!" Lei gli urlò in faccia. "Tu non sai niente di loro!"

"Li ho visti." Lui disse con calma in faccia all'irrazionale.

"Tutte sciocchezze!" Lei gridò e si asciugò gli occhi. "Tutti credono a questa stronzata?" Lui annuì e lei sprofondò sul divano scuotendo la testa con scetticismo. "Bene, non penso che tu abbia ragione. So che non ce l'hai! Ti sei sbagliato prima, lo sai!"

"Ascolta..."

"Non ascolterò nessun'altra parola che uscirà dalla tua bocca, chiaro?"

***

Il telefono squillò poco dopo le dieci e io quasi saltai fuori dalla mia pelle. Mi allungai verso di esso e risposi senza respiro. Era Anne ed era per Christian. Dannazione. Gli passai il telefono e ascoltai la sua parte di conversazione.

Belong to me |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora