Capitolo 18

91 8 0
                                    

Entrammo nella Mustang e Christian guidò. Lo giuro, dai a un uomo una bella auto e lui pensa di essere Mario Andretti. Il piccolo bar in cui il gruppo di Alex stava suonando non era molto meglio di una bettola. Ma andava bene, non mi dispiacevano le bettole. Parcheggiammo accanto all'auto di Frank e andammo dentro. Sebbene avessi voluto piuttosto stare ancora nel letto con Christian, misi su una faccia felice con pensieri sul tornare a casa.

Trovammo facilmente il loro tavolo e presentai Christian a tutti. Loro erano tutti là.

Presentai Christian al gruppo e non fui così felice del modo in cui Serena lo guardava. Prendemmo posto e in qualche modo io rimasi bloccato in mezzo a Frank e a quella certa Carol con Louis dall'altro lato rispetto a lei e Christian era in mezzo tra Serena e Anne con Serena accanto a Frank. Questo non era esattamente ciò per cui avevo sperato: significava anche niente tenersi per mano sotto il tavolo. Ma quello sarebbe sembrato molto sbagliato, a meno che tornassi alla mia teoria di città gotica americana.

Prima che potessi protestare della disposizione dei posti, il gruppo salì sul palco.

Serena aveva ragione: erano bravi. Sentii l'impulso di saltare su e battere la testa un po' di volte, ma non lo feci. Ho un po' di autocontrollo. Cercai di tenere la mia attenzione sul gruppo e non su Christian, cosa che non era un'impresa facile. Mi feci materialmente piccolo quando vidi Anne che gli sussurrava nell'orecchio e lui che rideva. Ok, mi ci sarebbe davvero voluto un dannato miracolo per superare questa notte!

Frank ed io dividemmo una caraffa di birra e io stavo bevendo la seconda in confronto all'unica di lui. Nessun altro stava bevendo, ma pensai che avrei potuto comprarne una a Carol per vedere se quello stecchino sapesse comunque farsi gli affari suoi.

Il suo costante silenzio di disapprovazione su di me stava per farmi diventare cattivo.

Posso gestire molte cose. Ho gestito molte cose, ma vedere Anne con il suo braccio allacciato a quello di Christian era quasi sufficiente per spingermi proprio oltre il limite. Tutta la concentrazione sul gruppo era sparita e pregai che avrei potuto fingere di crollare con un avvelenamento improvviso da cibo e noi, Christian ed io avremmo potuto andarcene e tornare a casa alla nudità.

Il gruppo fece una pausa e Alex si unì a noi. Serena lo presentò a Christian e sarò dannato, ma lei stava arrossendo. Anche nel bar oscuro potevo vedere il suo dannato arrossire! Ok, tra tutte le donne al tavolo adesso, quella certa Carol sembrava piuttosto brava. Scusami mentre mi tolgo un peso per un minuto.

Alex si aiutò con l'ultimo mezzo bicchiere dalla nostra caraffa e io mi alzai per andare a prenderne un'altra. Fu una dannata buona cosa che Christian mi seguì al bar, perché stavo diventando pazzo.

Spinsi la caraffa vuota verso il barman e sentii il respiro di Christian sul mio collo.

"Perché ti stai comportando così..."

"Così come, Christian?" Scattai. "Come un fidanzato geloso? Perché è come mi sto sentendo osservando la merda che sta succedendo! Come puoi comportarti così? Ti rendi conto che sono seduto proprio là, eh?"

Oh Dio, mi vergognavo. Non suonavo come un fidanzato geloso, suonavo come una moglie! Merda! "Lascia perdere. Mi dispiace."

"E' una finzione, Mattia. Ricordalo." Lui alzò un sopracciglio. "Stiamo recitando. Noi non siamo veramente imparentati e io non sto flirtando veramente con qualcuno. Ciò che è vero è che stanotte ti terrò fra le mie braccia e farò l'amore con te e ti dirò le cose che vuoi e che hai bisogno di sentire e saranno tutte vere. Questo è solo parte del lavoro."

"Non mi piace questa parte del lavoro" misi il broncio.

"Lo so" lui si allungò per spingere via i capelli dalla mia faccia e poi si fermò e scosse la testa. "Non molto fraterno. Lascia che lo faccia Frank."

Belong to me |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora