Capitolo 28

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Quando aprii gli occhi, vidi completamente troppe facce intorno a me, che mi fissavano.

Concentrai la mia attenzione su quella che importava: Christian.

Feci un profondo respiro e pensai a quale fantasticamente orribile sogno avevo fatto. Merda!

Mi tirai su velocemente ed istantaneamente mi girò la testa. Non era un sogno che avevo fatto.

Era la fottuta realtà!

Serena, Louis e Anne erano gli alieni. Guardai Christian, e così era...

Mi sentii svenire di nuovo e mi distesi di nuovo giù su un divano poco familiare.

Misi il braccio sopra gli occhi e cercai di raccogliere i miei pensieri prima di incontrare di nuovo la combriccola. Al diavolo. Mi sollevai e guardai direttamente Christian. "Che cazzo sta succedendo?"

Christian si sedette accanto a me sul bordo del divano. "Mattia."

"Sì" mi sentii come se fossi sul palcoscenico. Mi guardai intorno per la stanza e riconobbi la casa di Serena e Alex. Ok. Adesso sapevo dov'ero, ma ancora non sapevo cosa stesse succedendo. "Perché siamo qui?" Guardai Christian e notai che lui indossava una maglietta diversa. Una di quelle nere fatte su misura, nessun foro di proiettile e niente sangue. Sembrava anche come se si fosse fatto la doccia.

Dannazione! Per quanto tempo ero stato fuori gioco? "Ti abbiamo portato qui quando sei svenuto" Serena mi sorrise e mi prese la mano mentre si inginocchiò accanto al divano. "Eravamo preoccupati per te."

Svenuto? Ero svenuto. Ero svenuto proprio dopo essere arrivato alla conclusione che Christian era un... Merda! La testa mi girava e volevo vomitare. Mi alzai e su gambe incerte feci la mia strada per il corridoio verso il bagno. Mi sedetti sul pavimento e vomitai nella tazza. Ma non era come una sbronza, dopo non mi sentii meglio. Mi alzai e incespicai con pochi passi verso il lavandino e mi chinai su di esso. Guardai nello specchio e realizzai che stavo una merda. I miei capelli erano un disastro, i miei occhi erano iniettati di sangue, e la mia pelle sembrava pallida in modo innaturale. Anch'io indossavo una maglietta diversa: era mia, ma non sapevo da dove venisse. La mia faccia era pulita, quando sapevo che ci doveva essere stato del sangue sopra di essa. Qualcuno mi aveva pulito.

Aprii il rubinetto e mi schizzai la faccia con l'acqua tiepida. Trovai il dentifricio e mi spazzolai i denti con il dito. Non affascinante ma necessario. Dopo aver fatto qualche profondo respiro, aprii la porta del bagno e tornai in soggiorno. Cercai di mettere su un'aria di confidenza, ma sono sicuro che non ci riuscii. Considerando tutto, sono sicuro che non ci riuscii. Mi sedetti di nuovo sul divano fra Christian e Serena.

Alex e Anne erano su delle sedie di fronte al divano e Frank, Louis e quella certa Carol erano sul pavimento. Istintivamente diedi un'occhiata alla mano di quella certa Carol dove l'avevo morsa.

Niente. Mi sentii di nuovo confuso.

"Mi dispiace di averti morsa." Non incontrai i suoi occhi. Ero così dispiaciuto di averla morsa, ma avevo altre cose per la mente quando l'avevo fatto.

"È tutto a posto" disse quella certa Carol e, se l'avessi guardata, penso che avrei visto il suo sorriso.

Annuii e feci dei profondi respiri. Ci sarebbe stato molto da digerire e non sapevo se fossi in grado di affrontarlo o meno. Non guardai Christian ora e quando lui cercò di prendermi la mano, mi tirai via.

Non incontrai i suoi occhi. Non potevo. Non ora.

"Aisha?" Chiesi distrattamente diretto a Louis. Perché avevo scelto lui? Non lo so, ma non volevo guardare Christian. Perché avevo chiesto di lei per prima? Perché quello era qualcosa che potevo affrontare.

Belong to me |Zenzonelli|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora