Capitolo 11.

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Questo capitolo è sconsigliato per i sensibili. Contiene violenza dai propri genitori, se ci avete sofferto e questa cosa vi fa stare male oppure siete sensibili non leggetelo.
Non mi prendo responsabilità.

Detto questo buona lettura.

Quando mi svegliai sentivo tutto ondeggiare, aprii lentamente gli occhi, ero su un divano letto.

Mi alzai lentamente e mi accorsi che non sono in una semplice stanza.
Sono su una nave.

Sinceramente? Neanche questo può sorprendermi.
Dopo tutto quello che è successo.

Mi toccai la tempia che bruciava, quel pugno non aveva fatto bene.

Mi avvicinai a un piccolo specchio trovato sul tavolino, spostai i capelli.

Forse è meglio che non descrivo la ferita, dico solo che fa schifo e impressione.

Sentii bussare alla porta, andai ad aprire.

Eccolo.
""Mio padre""".

Mi guardò con occhi spalancati, sembra che ha visto un miracolo.

«Mia piccola e dolce T/n!» provò ad abbracciarmi ma io mi scansai.

Scusami due secondi fa non ero un errore?

«Oh, capisco che non provi tanto affetto ora per il tuo papà, ma fidati, diventeremo una grande famiglia!»

Ma è serio?
Aveva detto che ormai lui era il mio peggior incubo.

Ha dei seri problemi.

«Grande famiglia? Io te e quella falsa di mia sorella Sarah?» dissi arrabbiata ma anche fredda.

Il suo sguardo cambiò, stava per farmi qualcosa, probabilmente picchiarmi, ma una mano si appoggiò alla sua spalla e lui si calmò.

Ma non era la mano di Sarah.

Entrò nella stanza una donna con i capelli a  caschetto, bionda, occhi castani, labbra piccole.

Aveva un rossetto fucsia fluo e un vestito giallo fluo.

Ma è un evidenziatore?

Si, se non si fosse capito è la fidanzata di mio padre, Elizabeth.

Mi conosce da quando sono piccola, quando mio padre mi faceva del male lei se ne stava lì per i fatti suoi.

«Non dirmi che ti sei dimenticata di me tesoro, come stai?» mi disse Elizabeth.

«Stavo meglio 1 minuto fa, perché voi due non eravate davanti a me»

Mio padre mi tirò uno schiaffo dritto in faccia.

Sapevo che me lo tirava, ma non so perché non l'ho fermato.
E da quando sono piccola che non riesco a fermarlo, ma non fermarlo nel senso pregarlo di fermarsi, proprio fermarlo.

Volevo reagire, e non so perché non ci sono riuscita e non ci riesco ancora.

«Comunque devo presentarti delle persone, quindi siediti su una delle poltrone» mi disse Elizabeth.

Non esitai e feci come mi disse, non voglio avere un altro schiaffo in faccia.

Arrivò Sarah che dava la mano a due bambini che avranno circa 5 anni, e un ragazzo, più o meno della mia età.

«Dai ragazzi presentatevi!» disse mio padre sorridendo.

«Mi chiamo Liam e ho 5 anni!» disse il bambino.

Aveva la carnagione scura, capelli marroni e occhi neri.

Quello non è figlio di Jack.

Son fin troppo diversi.

 Un amore impossibile, ma certo ||•Chapa de silva x reader•||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora