Capitolo 7.

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⚠️In questo capitolo ci sono delle scene abbastanza delicate, comprendono s4ngu3, v10l3nz4 e /////, si consiglia un pubblico consapevole. Se siete sensibili è sconsigliato leggere⚠️

Quando aprii gli occhi, sembrava di essere in una stanza infinita tutta nera e a terra era tutto bagnato.
(per farvi rendere conto, tipo il void di stranger things dove a volte va undici)

Mi alzai lentamente gemendo a causa del dolore che provavo ai muscoli e mi guardai in torno.

Non c'era niente.

Sussultai quando sentì un urlo dietro di me. Era una macchina con un uomo e una donna dentro che discutevano, mi avvicinai lentamente verso il finestrino in cui si trovava la donna, notai che aveva una bambina in braccio.

Alzai lo sguardo e guardai la donna in faccia.

Capelli lunghi e biondi, occhi azzurri con sfumature grigie, naso alla greca e labbra non troppo sottili.

Solo in quel momento realizzai che quella non era una donna qualunque.

Era mia mamma.

Sobbalzai quando mi accorsi che quel uomo gli diede uno schiaffo sulla guancia.

Mi accorsi solo ora che l'uomo in questione era lui.

L'uomo che odio di più di tutti.
L'uomo che dovrebbe proteggermi dal mondo ma fa tutt'altro.
L'uomo che mi ha rovinato la vita.

Mio padre.

«MAMMA!» Urlai sbattendo le mani sul finestrino, ma non si girò neanche.

Non mi sente o mi sta ignorando?

Abbassai lo sguardo verso la bambina, e mi sentii stupida per aver collegato solo ora.

Quella bambina sono io.

No aspetta, è impossibile.
Io sono letteralmente qui!!

«La odio questa bambina! È la rovina della famiglia! Portiamola al orfanotrofio, non la voglio» Urlò mio padre.

«No! È mia figlia e l'ho creata io! Non voglio darla via!» Disse mia madre ormai in lacrime.

«HO DETTO CHE LA DOBBIAMO PORTARE VIA!»

«NO!»

Notai che le ruote andavano velocissimo, ma la macchina era ferma.

Non sto capendo più nulla.

«Jack rallenta!» Urlò mia madre preoccupata.

«Ah ora hai paura eh?» disse mio padre.

«Si! C'è una bambina con noi! E se non ti ricordi questa bambina è nostra figlia!»

Mi bloccai alle ultime tre parole, e solo grazie a quelle capii che mamma non era davvero qui.

È un ricordo.

Di conseguenza si, quella bambina sono io.

«Non è nostra figlia!»

«Si lo è!»

«No invece non lo è! Abbiamo già Sarah come figlia, T/n o come si chiama non ci serve»

Che bel ""padre""

«Jack sul serio, rallenta» disse mia madre con tono serio ma allo stesso tempo preoccupato.

«E se non voglio?»

«Jack ti prego!»

«Mh? Cosa mi fai eh?»

«Jack!!»

 Un amore impossibile, ma certo ||•Chapa de silva x reader•||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora