See you again

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First, you both go out your way and the vibe is feeling strong
and what's small turned to a friendship, a friendship turned to a bond
and that bond will never be broken, the love will never get lost.
And when brotherhood come first, then the line will never be crossed,
established it on our own when that line had to be drawn
and that line is what we reached, so remember me when I'm gone.
How can we not talk about family when family's all that we got?
Everything I went through you were standing there by my side
and now you gon' be with me for the last ride.

Giugno, tre mesi prima.

Sfiorai delicatamente le cicatrici lungo il mio torace, come stelle sparse nel cielo notturno.
Il mio riflesso in quella pozza di sangue continuava a tormentarmi, in seguito all'accaduto.
Non dormivo realmente da molto tempo e oramai il mio corpo era un ammasso di cellule legate alla stanchezza.

«Quali aspettative avete sulla ragazza nuova?» un tono pensieroso mi riportò alla realtà.
«Dovrebbe interessarmi? Sarà la solita ragazzina viziata come il resto del genere femminile in questa scuola.»
Rispose il ragazzo castano, mentre continuava a sgranocchiare patatine sul letto della nostra camera, ormai spoglia.

Avevamo compiuto diciott'anni, oserei dire finalmente e la tradizione del Mondo Magico affermava che i maggiorenni, dopo aver compiuto gli anni, avrebbero dovuto lasciare le camerate ai nuovi ragazzi, acquistando così un proprio appartamento e recarsi a scuola solo nei soliti orari predefiniti.
Ovviamente, io e i miei amici scegliemmo di usare i nostri fondi per vivere insieme.

«Kay, tu che ne pensi?» spostai lo sguardo e dallo specchio passai al mio amico biondo.
«Una mocciosa vale l'altra Ryu, non mi interessa.» risposi sincero, impegnato ad  accendere una sigaretta e appoggiare la testa sul cuscino, mettendomi vicino a loro.
«È solo strano il fatto che improvvisamente i presidi di due delle scuole più importanti del Mondo Sovrannaturale, vengano denunciati per scomparsa e poi , subito dopo, si annuncia l'arrivo di una ragazza nuova dopo aver avuto anni per iscriversi qui.
Insomma, a me non sembra un caso.»
Chiusi gli occhi cercando di cacciare i pensieri che mi condusse a fare il ragazzo affianco a me.

«Avrà avuto semplicemente problemi con l'altro istituto, Ryu. Non è difficile da capire. E adesso voi tre scendete che la macchina è pronta.»
Entrò in scena Vincent, il quarto membro del gruppo.
Il ragazzo più desiderato della scuola, come me e il resto dei ragazzi che si trovavano nella stanza , d'altronde.
Riccioli oro, più lunghi dei miei, circondavano il suo viso rendendolo ipnotizzante.
Così come il suo sguardo ammaliante, le sue labbra rosee e carnose e la sua corporatura.
Prendemmo i bagagli senza fiatare, ognuno concentrato a guardare un punto fisso davanti ai nostri occhi, mentre camminavamo lungo il corridoio con tutti gli sguardi puntati addosso.

Eravamo gli Hunters, pronti a cacciare le nostre prede e a difenderci l'un l'altro se ce ne fosse stato bisogno.
Avremmo creato il casino e nessuno ci avrebbe fermato.
Perché arrivò una situazione che ci colse di sorpresa e che avremmo poi dovuto risolvere al più presto , altrimenti sarebbe accaduta la stessa cosa di anni fa e noi non lo avremmo permesso.

Salimmo in macchina e ci mettemmo agli stessi posti da quando ne avevamo ricordo.
Vincent alla guida, io affianco.
Azar vicino al finestrino destro, esattamente alle mie spalle e Ryu in mezzo, poiché il suo compito era solo uno: rompere il cazzo mettendo la musica.
Ovviamente non mi stavo mica lamentando per i suoi gusti musicali, The Weeknd credevo fosse uno dei cantanti migliori in assoluto.
Ma il problema avveniva quando Ryu per arrivare alla radio iniziava a mettere mani dappertutto pur di mantenersi e non cadere, poiché il nostro amico guidatore non riconosceva il limite.

Call out my name invadeva l'aria in tutta la sua bellezza e credevo di non aver mai amato così tanto un momento del genere.
Noi quattro, felici, spensierati.
Dimenticando seppur solo per un istante la merda che ci fotteva la testa, anche se ognuno moriva dentro senza chiedere aiuto, perché bastava la presenza dell'altro a farci sentire meglio.

«Perché non abbiamo usato il mio potere? Mi fate sentire inutile.» iniziò a piagnucolare il più piccolo una volta arrivati davanti alla villa.
Non era grandissima, ma abbastanza capiente per quattro persone.
Il giardino immenso verde era caratterizzato dalla piscina interrata con dell'acqua cristallina che la rendeva mozzafiato.
Il bianco era il colore che risaltava di più, mentre finestre, entrata e varie decorazioni erano tendenti al grigio.
Cazzo se ci saremmo divertiti.

«Scusa tanto Ryu se l'ultima volta che ci hai fatto teletrasportare siamo arrivati in Messico nel bel mezzo di una sparatoria!» Mi girai verso Azar e scoppiai a ridere.
Avevano sempre un pretesto per litigare quei due eppure erano inseparabili.
«Kay vieni qua e aiutami con le valigie, altrimenti li affogo in questa fottuta piscina che si trova davanti a noi.» Scossi la testa e feci come richiesto.
Vincent sapeva essere irascibile, soprattutto quando qualcosa nel bel mezzo del suo percorso, cambiava.
Il cervello era come se esplodesse e lui si sentisse strano, faceva sempre così.
Per quanto fosse dell'idea di prendere la vita come gli vieniva data, quando qualcosa, seppur bella, cambiava, aveva bisogno di tempo per riprendersi.

Ma sapevo come assecondarlo.

Portammo i bagagli dentro e non potei che essere ammaliato dalla bellezza di quella casa.
Aveva due piani, le scale che portavano sopra erano trasparenti mentre il pavimento era di un bianco lucido.
Ci si vedeva il mio riflesso.
«Cazzo, mi fa eccitare più questa casa che le donne, incredibile.»
Ryu osservò ciò che ci circondava con lo sguardo di un bambino che si trovava all'interno del negozio per giocattoli.
Scossi la testa per i suoi pensieri assurdi, le donne prima di tutto assolutamente.

Andando più avanti si trovava la cucina, con un tavolo rettangolare affiancato da otto sedie, tutto ciò sul tono del marrone chiaro, quasi "cappuccino".
Dietro la tavola c'era il piano per cucinare con forno, fornelli, mobili per alimenti, tutto del medesimo colore.
A sinistra invece, il salotto con un divano estremamente grande e una tv, accolta da un piccolo tavolino sotto di essa.

Sopra c'erano le camere da letto, sei per essere precisi, forse in futuro sarebbero servite a qualcosa.
Per quanto riguarda i bagni, erano due.
Sotto era abbastanza piccolo: conteneva la toilette, un lavandino ed una misera doccia.
Mentre il bagno del piano superiore era imparagonabile: molto più grande e comprendeva sia la doccia sia la vasca, dalla forma quadrata.

«Chiamate tutta la scuola, dobbiamo assolutamente organizzare una festa.» Urlò Azar, dal piano inferiore, subito accompagnato dalle urla euforiche di Ryu.

Vincent a quel punto, prese il telefono volendo mandare un messaggio a tutti i nostri conoscenti, ma un grido lo fermò.
«Kay muovi quel culo che ti ritrovi e usa il tuo potere! Il macho man di certo non ti ha creato per farti essere un nullafacente.»
Il ragazzo dai capelli d'oro si girò verso di me sussurrando in un sorriso la parola "macho man" appena urlata da Azar, volendo intendere Albert, mio padre. Come per prendermi in giro.

Un terzo dito scocciato non glielo vietò nessuno e dopo averlo fatto, chiusi gli occhi e mi concentrai.
Appoggiai le mani sulle spalle di Vincent, per reggermi.
Chiusi gli occhi lentamente, entrando nella testa di quasi tutti gli invitati.
Senka e Nyra.
Diana e le sue noiosissime amiche.
Il gruppo di quello stronzo di Mattheo.
Un messaggio.
"Stasera festa dagli Hunters, invitate chi volete e portate tutto ciò che volete. Verso le 22:30 vi vogliamo qua."

Inciampai sui miei stessi piedi, ma il ricciolino riuscì a reggermi.
«Scemo, potevi avvisarli singolarmente, non sforzarti tanto. Ti voglio vivo e soprattutto, pieno di forze. Altrimenti chi li sopporta quei due laggiù?» gli risposi con un sorriso sbattendo le palpebre parecchie volte, con fare frastornato.

Scelsi la mia camera, ovvero l'ultima del corridoio e iniziai ad arredarla.
Nessuno quella sera, si sarebbe aspettato accadesse una cosa così grave.





SPAZIO AUTRICE
Seppur iniziamo col botto insieme al protagonista maschile della storia,
capitolo assolutamente noioso ne sono all'occorrente ma serviva come presentazione e dovevo per forza farlo partire così, altrimenti sarebbe stato molto confusionario per voi lettori.
Le descrizioni dopo un po' scocciano, parlo per esperienza, proprio per questo ho preferito parlare adesso della casa così da lasciare spazio a tutto ciò che riguarda i personaggi nei capitoli successivi.
Se almeno un po' vi è piaciuta lasciate, fatemi sapere<333

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