2 - Riunione di famiglia con... imboscata

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Non si poteva certo dire che quella giornata fosse cominciata per il verso giusto.

Si era svegliata che ormai era ora di pranzo, e a destarla dal suo sonno non era stata la luce del sole che penetrava attraverso le imposte, e nemmeno la sua elfa domestica, ma bensì suo padre che bussava sonoramente alla porta di camera sua.

"Astoria! Lo so che se lì dentro!" la sua voce forte l'aveva fatta sobbalzare sul letto, ed essendo ovviamente ancora in pigiama non potè fare altro che maledirsi mentalmente per non essere già fuori di casa e finire di ascoltare quello che il padre aveva da dirgli.

"Prima che tu sparisca anche oggi..." continuò infatti Donovan senza attendere una sua risposta "...volevo farti sapere che questo pomeriggio vengono a farci visita i miei, e si fermeranno per il tè. Sai bene quanto mia madre ci tenga a vederti topo tutto questo tempo. Quindi sarebbe carino da parte tua se alle quattro e mezza ci facessi la cortesia di presentarti, possibilmente con indosso un vestito degno di essere chiamato tale, e non i tuoi soliti stracci babbani!" non aggiunse altro, e la ragazza sentì i suoi passi allontanarsi lungo il corridoio.

La ragazza ricadde all'indietro lasciandosi sprofondare tra i cuscini.

Una riunione di famiglia... fantastico!

Ci mancava solo quella: un pomeriggio intero passato a farsi rimproverare da sua madre perché una vera lady non accavalla mai le gambe e a sentirsi dire da suo padre di tenere la schiena dritta e il collo alto.

Era una ragazza, lei! Di certo non una "lady" e nemmeno una giraffa.

E poi quella visita implicava il doversi mettere un vestito... no, assolutamente no.

Avrebbe lasciato un biglietto di scuse, ma sicuramente non sarebbe rimasta a casa quel pomeriggio, aveva ben altri programmi.

Però... la nonna era la nonna.

In vista del trasferimento in America si era persino offerta di tenere Astoria con sé in modo che potesse continuare a frequentare Hogwarts, ed era l'unica che era sempre stata dalla sua parte.

Forse in quel momento avrebbe preferito che non l'avesse fatto così da non sentirsi in colpa nel disertare l'incontro.

Sospirando richiamò ad alta voce Wicked, la sua elfa domestica, in modo che le preparasse la vasca piena di acqua calda e con i sali profumati che le piacevano tanto: le ci sarebbe voluto un lungo bagno per prepararsi a quel pomeriggio.

***

Si guardò allo specchio un'ultima volta, ancora non completamente convinta del vestito che aveva indosso: era di un bel verde scuro, senza maniche e con una scollatura non eccessiva. In vita una cintura sottile spezzava la tinta unita dell'abito con un tocco d'argento, lasciando che la gonna le scivolasse leggera a coprirle le gambe fino a poco più sopra del ginocchio.

Argentati come la cintura i sandali con una tacco non esagerato, impreziositi da qualche pietra dello stesso colore del vestito che si abbinavano perfettamente alla collana e al braccialetto che portava.

Si ricordava bene quanto la nonna ci tenesse parecchio a vederla sempre ben vestita, ma l'abito che sua madre le aveva consigliato –perché si, in via del tutto eccezionale aveva lasciato entrare Agatha in camera sua- le sembrava un po' eccessivo, più adatto ad un appuntamento con un ragazzo che per un incontro con i nonni.

Scrollò le spalle sperando con quel gesto di potersi togliere di dosso la tensione che, nonostante il bagno, si era accumulata in lei.

Non sapeva perché ma aveva un brutto presentimento.

La ragazza e il MangiamorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora