7 - Che brutta fregatura, i sentimenti

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Ancora non capiva come fossero arrivati a quella situazione.

L'attimo prima stavano tranquillamente parlando del più e del meno seduti sul pavimento del salotto, i cartoni delle pizze che Draco in persona aveva eccezionalmente ordinato per la cena ormai vuoti e abbandonati sul tavolino davanti a loro, e quello successivo si era ritrovato a stringere un'Astoria in lacrime, scossa da singhiozzi che parevano non volersi più fermare.

Davvero non capiva.

Era bastato un attimo: le aveva chiesto se aveva ricevuto l'esito dell'esame per entrare al corso di Guaritore e la ragazza si era bloccata di colpo diventando seria. I suoi occhi avevano cominciato a diventare sempre più lucidi finchè alla fine non aveva realizzato che stava piangendo.

Sembrava davvero distrutta.

Sperando di non fare qualcosa di sgradito le si era avvicinato fino a stringerla in un abbraccio.

All'inizio aveva pensato che Astoria lo avrebbe allontanato subito, fu quindi con suo grande stupore che, contrariamente alle sue aspettative, la ragazza si aggrappò a lui come se fosse stato un salvagente.

"Ti va di parlarne?" domandò sottovoce quando gli sembrò che si fosse calmata un po'.

La sentì scuotere la testa contro la sua spalla.

L'attimo successivo aveva sciolto l'abbraccio fissando con insistenza il pavimento, in imbarazzo.

"Mi dispiace tanto. Io... non so cosa mi sia preso, davvero" si scusò sempre senza guardarlo in faccia. "Sarà meglio che vada, ora... Ti ho disturbato anche troppo" aggiunse poi alzandosi in piedi.

Draco la seguì a ruota.

"Tu non vai proprio da nessuna parte" cominciò sperando che non sembrasse eccessivamente una minaccia. "E poi tranquilla che non mi hai disturbato affatto... Ho una stanza per gli ospiti, ti fermi qui" disse deciso avviandosi poi verso il corridoio.

Astoria lo guardò per un attimo, indecisa.

Tornare a casa era fuori discussione, almeno lì sarebbe stata al sicuro.

Alla fine raggiunse Draco che si era fermato ad aspettarla vicino alla porta.

Si sentì in colpa: era stato gentile con lei, le aveva offerto la sua ospitalità e lei non aveva nemmeno avuto il coraggio di confessargli il perché del suo comportamento.

Ma dopotutto come poteva: si sarebbe vergognata troppo a parlargliene, ed era sicura che Draco avesse già i suoi problemi senza stare a sentire quelli di una ragazza che faceva i capricci perché non voleva sposarsi.

Passarono vicino ad una porta aperta per metà. Astoria buttò dentro lo sguardo: doveva essere lo studio di Draco.

Quello che però attirò la sua attenzione fu un bacile di pietra appoggiato sulla scrivania.

"È un pensatoio?"

Il ragazzo seguì il suo sguardo e annuì interrogativo "Sì..."

Astoria sfoderò la bacchetta e fece apparire dal nulla una fiala di vetro. Poi appoggiò la punta della bacchetta alla tempia chiudendo gli occhi per concentrarsi.

Qualche istante dopo stava porgendo a Draco la fiala, riempita con una specie di filamento argentato e impalpabile.

"Credo di doverti una spiegazione" disse semplicemente. "Solo... guardalo quando sarò già a dormire, è... imbarazzante".

"Non mi devi nulla Astoria, se non vuoi dirmi nulla non è un problema, non sono affari miei..."

La ragazza scosse la testa: "Insisto..." disse ripetendo la stessa espressione che il ragazzo aveva usato con lei quel pomeriggio per convincerla a fermarsi.

La ragazza e il MangiamorteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora