Un lungo viaggio

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<<Grace alzati immediatamente da quel divano, perderai il volo!!!"
Mia mamma non faceva che ripetermi la stessa identica cosa da dieci minuti, quindi stanca delle sue continue lamentele, decisi di alzarmi.
La verità era che non volevo andare, insomma cosa c'era di così sbagliato nell'essere solitari? perché volevano cambiarmi?
Che poi di tutti i posti proprio da loro, proprio da lui...
Di certo però non potevo dare colpa ai miei, insomma come potevano saperlo?
Però potevo sul fatto che vogliono mandarmi lì perché sperano che possa cambiare, quando il motivo di tutte le mie azioni proviene proprio da lì. Divertente no?
E di certo io non andrò lì, per fortuna mi diedero questa notizia qualche mese fa, così almeno ho avuto il tempo di mettere qualche soldo da parte per appunto scappare non appena metterò piedi lì.
<Insomma Grace vuoi sbrigarti?!!"
La voce, ormai insopportabile di mia mamma, mi riporta alla realtà.
<Eccomi, basta che la smetti di urlare, sai che ho le orecchie sensibili>
Senza aggiungere altro, prendo la valigia e la metto nel bagagliaio.
Durante il viaggio mi sono armata di cuffie e telefono e mi sono messa ad ascoltare la musica per tutto il tragitto.
La musica mi porta in un mondo tutto mio, un mondo dove mi sento viva. Non potrei vivere senza, nei miei momenti no (che sono molto frequenti) la musica è la mia unica salvezza.
Dopo quell'episodio, i miei notarono in me una sorta di cambiamento.
All'inizio credevano fosse causato dal mio essere "asociale" ma quando capirono che c'era molto di più, iniziarono a farmi interrogatori su interrogatori.
Per farli smettere dovetti inventarmi che era per via di una rottura con un ragazzo con cui stavo di nascosto. Loro per fortuna ci credettero.
Ma questo perché ai miei non gliene era mai importato nulla di me, a mala pena sanno quando sono nata. Ad essere onesta non ne ho mai capito il motivo, insomma, con mio fratello avevano letteralmente un altro rapporto. Lo supportavano sempre, non gli facevano mancare nulla e facevano di tutto pur di renderlo felice. Con me invece sono sempre stati distaccati, se si preoccupavano era solo perché non volevano fare brutta figura. Infatti non vedevano l'ora di sbarazzarsi di me.
Ma pazienza, tanto me ne andrò, infondo non mi sono mai sentita veramente a casa.
Se mia mamma non avesse deciso di accompagnarmi, avrei preso un altro volo, o comunque mi sarei inventata qualcosa, ma purtroppo oggi si sentiva in vena di fare la mamma. Come se non vedesse l'ora di buttarmi dentro quell'aereo.
Dopo questi quaranta minuti di viaggio siamo arrivate.
Il tempo di parcheggiare e di prendere tutte le mie cose che entriamo in aeroporto.
Faccio tutti i controlli e mentre sto per salire vedo mia mamma che mi sorride, io non ricambio, e mi giro.
Mentre salivo sull'aereo, iniziai a tremare, ma non inizia a tremare io, ma la me di qualche anno prima.

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