La festa

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Il telefono non fa che squillare.
Niente che non mi aspettassi, era ovvio che si fossero chiesti dove fossi finita. Ormai è da sei ore che sono atterrata. Probabilmente lui se lo aspettava che non sarei andata da loro, e lo so perché è lui stesso che mi sta chiamando. Probabilmente per nascondere il mio ritardo, avrà inventato una scusa a sua moglie. Sicuramente adesso mi starà cercando.
Ma non mi interessa, non ho intenzione di rimanere qui troppo allungo, lui mi troverà prima o poi, e non posso permetterlo.
Vado in bagno per farmi una doccia calda e per schiarirmi un po' le idee. Metto il cambio sopra il mobile accanto al lavello.
Quando il getto freddo mi invade, tutti i pensieri spariscono, ci sono solo io e nient'altro.
Rimango così per una ventina di minuti.
Quando esco sento qualcuno bussare, un brivido mi percorre lungo la schiena, l'ansia non fa che salire, mi sento come se fossi in apnea.
Con le mani tremanti appoggio al volo un asciugamano e vado verso la porta.
Quando apro non posso non trattenere un respiro di sollievo.
<ehi fatina, ti vedo piuttosto pallida, ti faccio già così schifo?" dice con quel sorrisetto che fece anche nell'ascensore
"Cosa vuoi? e soprattutto, come hai fatto a sapere il numero della mia stanza?"
Ride
"Quindi non mi conosci? Avrei dovuto immaginarlo"
"Se non mi dici cosa vuoi e non rispondi alla mia domanda entro quaranta secondi, ti sbatto la porta in faccia"
"D'accordo ma non ti scaldare.
Inizio con la risposta alla tua domanda. Io sono il figlio del proprietario di questo hotel, solo che lui non c'è, quindi sono io che mi occupo della sicurezza, dei documenti, delle carte e tante altre cose noiose."
Ah perfetto, ci mancava solo questa.
"Quindi volevi assicurarti che qui dentro non ci fosse un maniaco? Beh fai sogni sereni, come puoi vedere non c'è niente di tutto ciò, solo una ragazza in asciugamano che ti sta parlando. Quindi adesso che abbiamo chiarito il tutto, io dovrei andare"
Faccio per chiudere la porta ma lui la blocca.
"Non abbiamo ancora finito fatina"
Sbuffo
"Non sono venuto qui per la sicurezza dell'hotel, ma per chiederti se ti andasse di accompagnarmi alla festa che si terrà stasera. Si terrà proprio qui"
Rido
"Tu sei fuori, sei così disperato che inviti una ragazza che nemmeno conosci?"
"In realtà ho molte donne che farebbero di tutto pur di accompagnarmi, ma guardando la tua carta di identità, ho notato che sei la nipote di Edgar Milligan"
Mi pietrifico
"E devo fare colpo su di lui per delle mie cose private, di cui non posso parlarti"
Di puro istinto gli tiro uno schiaffo.
"Tu sei pazzo, non ti devi permettere di nominare quell'uomo, e non ti azzardare a dirgli che sono qui"
Nonostante lo schiaffo non si è mosso di un passo.
"Capito, avete qualche disguido, interessante"
Sorride
"Queste non sono cose che ti riguardano, quindi smettila di fare il cretino.
Sai la vita non è tutta rosa fiori, se per te lo è allora buon per te, ma non scherzare sui problemi degli altri. Non sai nemmeno cosa possa esserci dietro"
Chiudo la porta.

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