1. Villaggio

108 5 1
                                    

Tornare a Konoha dopo alcuni anni gli fa un certo effetto, ma non può farsi prendere ora dai sentimentalismi, dai ricordi, dalla nostalgia, dal senso di colpa che si porta dietro per aver lasciato lì, solo, il suo fratellino. Ha una missione, l'Akatsuki vuole il Novecode e deve pensare unicamente a catturarlo per portarlo alla base, non può permettersi distrazioni di alcun tipo.
Camminando lungo il fiume si sforza di rimanere concentrato, ostacolando con la propria forza interiore il suo vecchio vissuto che cerca di invadergli la mente, lottando contro la voglia di mollare tutto e tornare indietro.

Kisame: Tutto bene, Itachi?

Itachi: Si. Sbrighiamoci a portare a termine quest'ordine.

Qualche passo ancora e gli si parano davanti tre Jonin, uno dei quali è una vecchia conoscenza di Itachi, del tempo in cui era nella squadra Anbu, e quest'ultimo ha un lieve ripensamento sulla propria vita che scaccia quasi subito.
Uno scambio di opinioni, divergenze, la sorpresa che lui, Kakashi Hatake, sia in possesso dello sharingan nell'occhio sinistro ed un breve dibattito su di esso. Poi lo scontro.

I cinque ninja iniziano a combattere tra loro, Itachi fronteggia il suo vecchio compagno di missioni, sempre abilissimo, molto più di un tempo, ma questo lo deve anche all'arte oculare del suo clan, degli Uchiha, che ancora non ha ben capito come egli l'abbia ottenuta. Troppo vaga la spiegazione di poco fa, vorrebbe dettagli, vorrebbe fermarsi e parlarne con calma...ma non può, deve catturare il ragazzino che ha dentro di sé il demone e non ha tempo da perdere.

La lotta va avanti un po' troppo, è costretto ad andare oltre, ad attivare il mangekyou per liberarsi più velocemente dell'avversario.
Kakashi avvisa i compagni di chiudere gli occhi per non essere investiti dalla tecnica, mentre lui fa un estremo tentativo di contrastarla col proprio sharingan, tentativo vano, e si ritrova in una frazione di secondo crocifisso dentro un'illusione. Intorno a lui molte copie di Itachi, tutte armate di spada, il cielo rosso sangue ed uguale la luna.

Itachi: Ti piace il genjutsu della luna insanguinata?

Kakashi non risponde, si prepara mentalmente a subire le infinite torture in quell'inferno irreale. Vede arrivare il primo fendente e serra gli occhi nell'attesa dell'imminente dolore, passano interminabili secondi nei quali, però, non sente assolutamente nulla. Riapre lentamente le palpebre, vede la lama a pochi centimetri dal proprio diaframma, immobile, poi alza lo sguardo restando sconcertato, il volto dell'altro è rigato dalle lacrime e non ne comprende il motivo dopo tutto il discorso altezzoso di poco fa.

Itachi: Non...ci riesco...

Sussurra quasi singhiozzando, abbassando la testa e lasciando cadere a terra la spada.
Pensava di essere pronto, di aver raggiunto la giusta freddezza per poter affrontare una prova di tale portata. Con qualsiasi altro avversario non ha avuto nessun problema, nemmeno con i propri genitori, assassinati da lui per il bene comune, ma Kakashi non è un pericolo per la pace e non è un estraneo di cui non gli importa nulla.

Kakashi: Itachi...cosa...ti prende?

Itachi: Ho un obiettivo preciso e non voglio scontrarmi con te per raggiungerlo.

Kakashi: È di uno dei miei allievi che stiamo parlando, non puoi evitare di dovermi mettere fuori gioco per arrivare a lui. Ed io farò di tutto per contrastarti e per fermarti.

Itachi: Certo...è normale.

L'uomo sulla croce continua a guardarlo con aria interrogativa. Che abbia sensi di colpa per lo sterminio del suo intero clan? Ha fatto una strage enorme, ha tradito il villaggio ed è entrato in un'associazione criminale. Ma perché? E per quale motivo, dopo aver fatto tutto ciò a sangue freddo ora dovrebbe essersi pentito?

Kakashi: Tu...perché hai ucciso la tua famiglia?

Itachi: Per evitare il colpo di stato a Konoha e la seguente guerra civile.

Kakashi: Cosa?!? E come mai non ne sappiamo nulla?

Itachi: Giochi di potere, Kakashi. Cosa ti aspetti dai piani alti? Che si facciano carico di uno sterminio?

Kakashi: Perciò, tu ne paghi le conseguenze...per un falso tradimento...

Hatake si dispiace di questa situazione e detesta non poter far nulla per risolverla, ma non se la sente di lasciare Itachi a questa vita, solo, ricercato e denigrato per decisioni altrui. È un'ingiustizia.

Kakashi: Molla tutto, ti nasconderò a casa mia.

Itachi: Non posso farti correre un rischio così grande.

Kakashi: Sai benissimo come non farti scoprire, non accetterò un rifiuto.

Lo guarda seriamente, finché Itachi non annuisce mostrando un sorriso sollevato e grato.

Il genjutsu svanisce, Kakashi si inginocchia a terra ansimando pesantemente ed Itachi è lì davanti a lui, in piedi, con la sua espressione seria e fredda.
Asuma e Kurenai tentano di portare il loro compagno in salvo ma vengono scaraventati contro gli alberi da un attacco di Kisame.
Uchiha si abbassa su un ginocchio di fronte al proprio avversario, gli poggia la lama di un kunai sulla gola guardandolo glacialmente.

Itachi: Sei pronto?

Domanda arbitrariamente, tanto da sembrare un comando, ed all'annuire dell'altro affonda il kunai, una nuvola di fumo si crea davanti a lui rivelando poi la sua arma incastrata in un ceppo di legno. Si accorge di una fiamma che sta per raggiungerlo alle spalle, si gura velocemente e contrattacca con la stessa tecnica annullandone l'effetto.
Continuano a combattersi e lottare a lungo, finché Itachi tenta nuovamente di usare il mangekyou ma ha una fitta di dolore agli occhi ed è costretto a coprirli con la mano. Hatake approfitta del momento fortuito per usare una tecnica della roccia per seppellirlo con dei massi pesanti, concludendo così lo scontro.

Kisame corre a spostare tutto per tirare fuori il compagno, e tolti tutti quei detriti lo trova con ferite ovunque e senza vita. Prende il mantello e l'anello della loro associazione, poi si alza e si volta verso Kakashi, guardandolo con odio.
Il ninja copia, curvo ed ansimante, ricambia con lo stesso sguardo estraendo alcune armi, ma l'avversario decide di ritirarsi lasciando, per ora, la missione.

Asuma: Dobbiamo chiamare gli Anbu.

Kakashi: No, penso io al corpo...è meglio che non si sappia dove sia così che non rubino i suoi occhi.

Qual è la realtà?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora