Capitolo 13

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Ormai mi ero abituata a vivere con Theo e Lucas. Amavo quella casa e amavo la mia stanza: avevo un letto matrimoniale solo per me con un armadio e una scrivania, il giardino era abbastanza grande da avere uno spazio per prendere il sole e una piscina. Sapevo che ormai era questione di tempo prima che tornassi nel mio appartamento che ora mi sarebbe sembrato una piccola stanza vecchia e brutta.  Theo non mi aveva ancora chiesto di andarmene, ma Lucas avrebbe ricominciato la scuola tra tre giorni e non c'era più bisogno della mia costante presenza. < Sophie hai sentito?> mi disse Alice. < No, scusami mi sono persa un attimo.  Cosa stavi dicendo?> eravamo in un bar vicino all'università per lavorare sul nostro articolo. < Se non fossimo in un luogo pubblico, ti avrei rovesciato questa bottiglietta addosso> la mia mente tornò a pensare a quella sera: a Theo nella doccia e dopo.... sbattei gli occhi per evitare di perdermi ancora, Alice non me lo avrebbe perdonato questa volta. <Dicevo che sono andata a fare qualche intervista e i pareri sono tutti molto diversi su come affrontare le cose l'unica in comune riguarda la salute. Tutti cercano di affidarsi a medici. Quindi potremmo scrivere come un genitore non deve sentirsi e cosa deve fare> tempismo perfetto. Avevo appena finito di curare un bambino di cinque anni dalla varicella.< Si è perfetto!, poi parlerei anche di qualche malattia che può far paura ma non è così grave in realtà  e invece qualche cosa che si sottovaluta. La preoccupazione è importante purché misurata >. Dissi ispirata all'idea di Alice. La vidi scriveere le mie parole< Direi che apriremo l'articolo con questa frase!>  sorrisi e annui. Orami erano diverse ore che ci lavoravamo e Alice era così entusiasta di questa possibilità che non volevo deluderla. Aveva persino iniziato a fare la babysitter per una delle amiche di sua madre. < Stasera ci sei vero? > era già venerdì...< Certo...!> capii dal mio viso che lo avevo dimenticato ma mi giustificai dicendo che avevo passato una settimana impegnativa. Theo aveva rischiato di andare in ospedale ma per fortuna la febbre si era abbassata fino a svanire. Lucas, invece dopo una settimana aveva recuperato tutte le forse mentre suo padre da poco era tornato in forma ma a volte gli tornava mal di testa e i segni rossi non erano ancora scomparsi.
< Alle otto andiamo fuori a cena e poi andiamo a casa di un mio amico va bene?> annui e feci segno come se fosse il mio capo e lei scoppiò a ridere.

Tornai a casa e vidi Lucas giocare con Alfred in piscina, o meglio: Alfred gli lanciava la palla dal bordo e Lucas era con i braccioli in piscina che la rincorreva. Lo salutai < Ciao Lucas>, <Ciao Sophie! Guarda guarda!> e fece segno ad Alfred di lanciare la palla e la prese al volo tuffandosi. < Wow, bravissimo!> <Vieni a giocare con me ?> avrei tanto voluto ma erano già le cinque del pomeriggio e anche se la piscina era riscaldata avevo leggermente freddo essendo novembre. <Non posso magari facciamo un' altra volta quando fa' un po' più caldo e poi tra poco devi fare la doccia> lo vidi sbuffare e mettere la testa sotto l'acqua facendo finta di non avermi ascoltato. Io sorrisi al maggiordomo con il pallone in mano per salutarlo e andai in casa a cercare Theo. Bussai nel suo studio e aprii. < Ciao, come ti senti? > dissi appena lo vidi <Meglio, pensavo di  tornare in azienda settimana prossima. Tu stai bene?> "le solite formalità" pensai ma ero contenta di sapere che stava meglio. < Si tutto bene vorrei chiederti una cosa. > smise di sitmere i fogli chr aveva sul tavolo per dedicarmi la sua attenzione. Ma appena i suoi occhi si incrociarono con i miei sentii il coraggio perdersi in quella stanza. Tutto d'un fiato parlai < So che sto avvisando all'ultimo minuto e che oggi essendo Venerdì dovrei stare con Lucas ma sono stata invitata ad una cena con dei miei compagni di università.  È problema se vado? > non sapevo davvero cosa aspettarmi perciò dopo aver finito di parlare ripresi il fiato e mi guardai intorno per evitare i suoi occhi. < Sophie, non preoccuparti hai fatto tanto per noi questa settimana. Ci penso io a Lucas> sorrisi e lo ringraziai. Ero sicura che Lucas sarebbe stato contento di sapere che avrebbe passato la serata con suo padre.

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