Capitolo 17

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Tutti scappano dell'oscurità mentre io sembravo cercarla. Ancora una volta il nulla mi aveva assorbito. Aprire gli occhi sembrava pesante quanto sollevare uno zaino pieno di pietre.
Quando finalmente ci riuscii dovetti combattere con la luce, come se avessi appena riacquistato la vista.
Piano piano misi a fuoco ciò che mi circondava. Riconobbi i mobili. Ero nella  mia cometa o meglio quella che Theo mi aveva riservato nell'ultimo mese.
<Come ti senti?> fu proprio la voce di Theo a riportarmi definitivamente alla realtà. < Come se avessi fatto un incidente...> risposi. Mi facevano male le ferite, e appena mi mossi sentii una fitta alla spalla.< Ti ho portato questo antidolorifico da prendere>. < Grazie.>
< Non ricordo bene cosa è successo, mi ricordo che stavamo parlando e poi il nulla.>, non ne potevo più di questi vuoti  di memoria. <Sei svenuta, ti ho portato in ospedale e ti hanno sistemato una ferita che si era aperta. Poi hai dormito per almeno 24 ore.> ero talmente stressata che il mio corpo non aveva retto. <Mi spiace, non volevo creare altri problemi!>, dissi mentre peovai ad alzarmi. < L'altro giorno, non dovevo dire che porti solo problemi. Ero fuori di me. Mi dispiace>, si stava scusando. Non me lo aspettavo perché avevo compreso le sue parole. D'altra parte sentivo che qualcosa era cambiato da quando ero arrivata ma speravo in meglio. < Vorrei che rimanessi con noi almeno finché non ti starai ristabilita continuamente. Silvia penserà a portare Lucas a scuola appena si riprenderà. E quando ti sentirai pronta e vorrai continuare potrai farlo>. Una parte di me si sentiva ancora in colpa per l'incidente e nella mia mente risuonavano le parole " Non ti meriti la loro bontà, se non ci fossi stata tu Lucas non avrebbe mai avuto un incedente". Qualche volta vorrei non avessero inventato il "se": ti fa illudere di come le cose fossero andate se fosse successa una determinata cosa. Ma ovviamente è solo un brutto scherzo che la tua mente gioca solo per farti fuggire per breve tempo dal presente. < Ti lascio riposare...>, < Theo!>, < Si?!> si girò e mi guardò come se cercasse qualcosa dentro di me.< Grazie> ma ero vuota, sentivo il nulla dentro di me.
Sparì dietro la porta decisi di alzarmi. Sentivo la spalla bruciarmi, andai verso il bagno. Lo specchi era abbastanza grande per vedere tutto il mio corpo. Mi spogliai lentamente fino a rimanere nuda. Vidi le fasciatura circondarsi le gambe le braccia e la pancia. Ne tolsi una ler volta e alcune parti della mia pelle era tenute insime da un filo. Cercai una spugna e mi lavai il più possibile. Non potevo bagnare le ferite erano ancora troppo fresce. Avevo un grosso livido sulla spalla e sulla guancia destra.

Tornai in camera, mi cambiai e misi  un fumare attorno al collo per appoggiarci il braccio così da evitare muovere la spalla.

Sentii bussare < Si?!> Lucas infilò prima la testa e poi tutto il corpo oltre la porta. < Come stai ?>, < bene!, tu?> non stavo bene, ma non glie lo avrei mai detto. Ecco cosa faceva una madre, ecco quello che sarei stata. Avrei protetto mio figlio  da qualsiasi cosa, gli avrei sempre mostrato di potercela fare di essere forte qualunque cosa accada, non sarei mai crollata di fronte a lui. < Mi fa male la testa ma solo quello. Mi leggi un po' Percy Jackson perfavore?>. < Certo vallo a prendere>. Sistemai il letto che per fortuna era matrimoniale e ci mettemmo a leggere. < Da domani, ti insegno bene a leggere. Così quando vorrai potrai farlo da solo, cosa ne pensi?>, annui con frenesia molto contento, poi mi disse< però mi piace quando me lo leggi tu!>, <continueremo a farlo tranquillo>. Dopo un po' ci addormentammo entrambi.

Quando mi svegliai io avevo le coperte che mi coprivano e Lucas era tornato in camera sua. Non mi ero accorta di nulla. Mi svegliai e accesi il telefono. Alice aveva mandato almeno venti messaggi. La chiamai subito < Ciao, scusami. Non sono stata bene in sti giorni se vuoi ci incontriamo e ti racconto tutto!>, < Va bene.. dove?>. < Se ti mando l'indirizzo verresti qui?>, < A casa del nostro " capo "!? Na sei pazza!>, < Tranquilla, lui non c'è mai a casa a quest'ora!>. Barbottò qualcosa che non capii, ma riuscì solo a sentire va bene....

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