Capitolo 15

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" Ricoverato uomo di età media, era iniziato come un semplice raffreddore sino ad avere difficoltà respiratorie. Sembra che anche la figlia abbia iniziato ad avere gli stessi sintomi. Si pensa ad un virus o  una..." mi accorsi che ero in ritardo e spesi la televisione. Povero signore pensai, cone si fa a sapere se un raffreddore è un semplice raffreddore o qualcosa di più?.

< Com'è andato il ritorno a scuola dopo la tua pausa di malattia?>, chiesi a Lucas. < Bene > rispose facendo spallucce. Decisi di fargli qualche domanda che stimolava risposte, magari più  elaborate di monosillabi  < Hai un migliore amico?> , < Si> oppure no.... Nonostante passavamo molto tempo insieme c'erano sempre cose da imparare su Lucas. Mi ricordai che con i miei genitori tante volte quando mi facevano domande dopo la scuola non rispondevo neanche io, così cambiai       < Parlami un po' del tuo migliore amico...>, < Si chiama  Jasper, siamo vicini di banco>, < Sei fortunato ad avere il tuo migliore amico tutti i giorni vicino a te. Dovresti invitarlo qualche volta a giocare a casa tua...>, <Papà non vuole>. I ricordi con gli amici del cuore sono quelli che rimangano per sempre anche se nel corso della vita cambiano. Ricordo ogni nome delle amiche che sono state importanti per me, non tutti siamo fortunati ad avere una persona importante che conosci da piccolo che rimanga al tuo fianco per tutta la vita. Ma vedersi anche fuori dalla scuola è il miglior modo per provare a coltivare un amicizia < Perché no?>,   < Papà non vuole sconosciuti in casa e poi le altre tate dicevano che era già abbastanza difficile un bambino come me > quelle vecchie bambinaie erano davvero antipatiche e maleducate per dire a un bambino di cinque anni una cosa del genere.  Sembrava rassegnato all'idea di poter vedere il suo amico anche fuori dalla scuola.< Facciamo così questa settimana invita Jasper al parchetto e non preoccuparti io non sono come le altre tate!> sembrò felicissimo di questa notizia e mi abbracciò.  <Ora voglio farti conoscere una persona davvero importante per me!>.

Abbandonando il mio passato, la mia famiglia, la mia città, intorno a me erano rimaste poche persone su cui contare. Ma la più importante era mia nonna. Lei era stata l'unica a rimanere al mio finco quando decisi di andarmene di casa. Mi aveva comprato i biglietti per prendere un pullman che mi portasse il più lontano possibile dalla mia famiglia. Per un periodo andai a vivere con una sua vecchia amica, prima che di conoscere Sara. Mia nonna però decise di starmi vicino e tornò a vivere con la sua vecchia amica come quando erano all'università. Andavo a trovarla tutte le settimane.
Le avevo parlato molto di Lucas e ora volevo presentarglielo.

Bussai alla porta e Teresa la aprì <Ciao Sophie, che bello vederti. Entra pure.> Le sorrisi e la salutai. Feci entrare prima Lucas che vedevo essersi spostato più vicino a me. < Tu devi essere Lucas, Sophie ci ha parlato molto di te. Io sono Teresa.  Vieni ti abbiamo preparato la merenda!>. Lucas mi guardò come per chiedermi se potesse fidarsi. Allora io gli sorrisi e lo incoraggiai a seguirla. Andammo in cucina dove mia nonna stava preparando le ultime cose.< Ciao bambina!> , le diedi un bacio sulla guancia e l'abbracciai. Vederla mi riempiva il cuore ogni volta. < lei è mia nonna...> dissi al bimbo dagli occhi azzurri che mi guardava curioso. < Ciao Lucas, è un piacere conoscerti, finalmente. Io sono Lidia>. Lucas non parlava molto, anche con me all'inizio non era stato un bambino di tante parole  e non pretendevo neanche che magicamente lo diventasse con mia nonna. < Spero ti piacciono i biscotti con le gocce di cioccolato!> lui annui e aspettò che ne prendessi uno anche io prima di mangiare il suo.
<Sai Lucas, quando avevo la tua età, la nonna me li faceva tutti i giorni e io ne mangiavo tantissimi..>, < vero dovevo toglierglieli se no poi i suoi genitori si arrabbiavano perché non mangiava a cena> Lucas sorrideva ed era così raro vederlo ridere che mi chiesi se potesse rimanere così per sempre. Poi chiese quasi timidamente a mia nonna < Mi racconti altre storie di quando Sophie era piccola> la sua domanda mi colse di sorpresa ma mi fece stare bene. Di solito non parlava con gli sconosciuti tanto meno faceva domande e poi su di me. Questo era la conferma che il nostro rapporto stava diventando sempre più profondo. La nonna ,felicissima, iniziò a raccontare storie e io non smettevo di guardare ogni espressione del viso del bimbo dagli occhi azzurri. < Quando era piccolina si divertiva moltissimo a costruire qualsiasi cosa con il dass. Mamma mia,  si sporcava sempre tutta perché era molto maldestra. Prima li faceva, poi li dipengeva. Ogni volta il tavolo era pieno di pittura e acqua  e anche la sua faccia!. Una volta aveva messo le formine col dass ad asciugare sul balcone e una folata di vento le fece cadere in testa a un signore!> ridevano  tutti. Era il mio passatempo preferito e li facevo da regalare ai miei genitori, nella speranza potesse piacergli. Un giorno ne trovai uno nel cestino era quello che avevo regalato alla mamma la sera prima e così li smisi di fare. Lucas mi guardò come se mi stesse riscoprendo, per i bambini è più difficile credere che anche gli adulti sono stati piccoli come loro. < Poi gli piaceva parlare con i suoi pupazzi, aveva dato un nome a tutti e aspetta... vado a prendere il suo preferito>, < Nonna lo hai ancora?!> < Certo tesoro!, so quanto era importante per te e per me> era l'unico regalo del nonno che mi aveva fatto poco prima di morire, appena io nacqui. La nonna arrivò con un ippopotamo gigante in mano color giallo a pois viola. < Ippo!> dissi era il nome che gli avevo dato quando ero piccola. Lo presi e lo guardai cercando di riportare nella mia mente quanti più ricordi possibili. Lo passai a Lucas e glie lo feci vedere. < Sai perché è il mio pupazzo preferito> , lui rispose < perché è grande?>, < Non solo per quello. Vedi fu l'unico regalo che mio nonno mi diede prima di andare in cielo, non feci in tempo a conoscerlo>, < Come con la mia mamma>, < Esatto. Nonna che ne dici se lo regaliamo a Lucas?>. < Mi sembra un ottima idea a patto che torni a trovarci piccolo ometto, va bene?>.  Si era fatto tardi e probabilmente Alfred si stava preoccupando su che fine avevamo fatto < Ora andiamo, ciao Teresa, ciao nonna!>. Teresa era la persona più buona al mondo la consideravo come una nonna. Aveva ospitato me e la nonna in un momento davvero difficile. Suo marito era morto tanti anni prima e viveva da sola, non aveva né figli né nipoti. Era così contenta quando la nonna aveva deciso di rimanere con lei. Sembravano rinate, era una di quelle amicizie che nonostante erano passati anni l'una c'era per l'altra. Mi divertivo ad andarle a trovare e ascoltare i racconti di quando erano giovani. Avevo riscoperto una altra nonna. Eppure non capivo come sua figlia fosse così diversa da lei. Lei diceva che era diventata mamma giovane e non biasimava sua figlia per essersi comportata in quel modo è ovvio che non avrebbe mai voluto diventasse così. Era il suo più grande rimpianto averla lasciata da sola e aver imparato a avessere madre solo quando era diventata nonna. Ognuno ha una seconda possibilità:io  lo ero stata per mia nonna e  mia sorella per mia mamma. Sembrava un vizio di famiglia. Forse era per quello che mia madre voleva farmi abortire e perché mia nonna invece se ne era andata con me. Sapeva che me ne sarei pentita tutta la vita. E io non feci i loro errori: ero pronta a diventare madre. Ma l'universo  non mi diede la possibilità di redimere la mia generazione. Lucas le salutò< Ciao Lidia, Ciao Teresa! Grazie per i bisotti> era così felice e non potevo non esserlo anche io. Era cambiato tanto da quando lo avevo conosciuto. Era più cordiale, salutava, era diventato curioso e i suoi occhi si illuminavano sempre di più. Ero contenta di far parte della sua vita e forse l'obiettivo di portargli quella luce che Sara, la nonna e Teresa avevano portato a me stava funzionando.
Salimmo in macchina e mi assicura che avesse la cintura allacciata.
< Mi piace la tua nonna...> mi confidò durante il viaggio. < Sai la mia mamma non era molto presente nella mia vita e lei era un po' quello che io sono per te>.
< Sono contenta che tu sia la mia tata e mi dispiace per i compiti che avevo strappato>. < Non preoccuparti. Tanto lo sai che abbiamo una promessa io e te>. <Si, però non voglio che tu ne vada mai, possimo farme un altra?>. Mi girai a guardarlo un secondo e lo vidi con il timore di perdermi ma così contento di avermi trovato. Non poteva che scaldarmi il cuore vedere i suoi occhioni azzurri così luminosi. Appena tornai a guardare la strada non mi accorsi e qualcosa si scontrò contro di noi. Un rumore forte rimbombò nella macchina e la sentii ribaltare.  La mia vista si annebbiò, fino a non vedere più nulla. Il mio ultimo pensiero prima di cadere in quelle tenebre fu a Lucas.

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Ciao bellissimi, grazie dei vostri commenti e delle vostre stelle. Sono molto importanti per me e sapere che vi piace la mia storia è un  motivo per continuare a scrivere e pensare nuovi capitoli per voi.

youraliceinwonderland 😘

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