Capitolo 18

122 8 0
                                    

Vi consiglio di leggere il capitolo con questa canzone


I ricordi sono il nostro passato ed è ciò che ci condiziona nel futuro. Può diventare il nostro peggior nemico se non si è riusciti a trovare il modo di far pace con esso. E io avevo appena iniziato ad affrontarlo.

< Non c'è la faccio!> perché avevo deciso di partorire? Perché volevo infliggermi questo ulteriore dolore?< Un ultima spinta! Ci sei quasi> ogni fitta era  insopportabile ma sapevo che non potevo semplicemente arrendermi, dovevo per forza continuare. < Ci sei quasi!> stringevo le braccia del letto e mi sembrava impossibile che non si fossero piegati dalla forza che stavo usando. < Eccola sei stata bravissima!>. Silenzio, nessun pianto nessun verso. Quando la presi tra le braccia sembrava una bambina normalissima. Ma i suoi occhi erano chiusi e quando mi avvicinai per baciarle la fronte l'unico respiro che sentivo era il mio, nessun cuore batteva più. Eravamo state un inica persona per sette mesi, ma alla fine ero rimasta solo io.Ero vuota. Pensai che anche la morte sembrava voler scappare da me, ma io l'avrei raggiunta.

Feci un po' fatica ma riuscii a scavalcare il muretto, salendoci sopra. Ero abbastanza in alto da vedere tutta la città circondarmi. Mi sentivo inghiottita da ogni cosa che mi era attorno. Persino l'aria che era sempre stata così leggera non mi accarezzava più i capelli ma mi spingeva da una parte all'altra e mi soffocava.

Tirai fuori dalla tasca delle pillole bianche e le appoggiai sul cemento che mi stava sorreggendo. Non mi era rimasto nulla. Non avevo motivi per continuare a vivere. Mentre alternavo il mio sguardo tra la città sotto di e le pillole sentii una voce < Sophie,!> Iniziai a muovermi controvoglia cercando di allontanarmi perché non volevo che nessuno cercasse di fermarmi. Era una mia scelta la mia vita, non spettava decidere a nessun altro. <Aspetta. Non puoi andartene senza dirmi addio> mi fermai. E lo lasciai avvicinarsi a me. Lo guardai sedersi vicino a me. Mi sembrava di non provare più nulla nonostante  sapessi che una volta amavo la persona che era di fronte a me. Ero stata così apatica nell'ultimo periodo, ma volevo ricordare il meno possibile. < Lo so, che non è il miglior momento per dirtelo, ma ho cercato di ritardarlo il più possibile!> Non lo guardavo negli occhi, non volevo neanche ascoltarlo. <Mi sono innamorato di te nel momento in cui mi hai sorriso per la prima volta. E ho sperato di vedere quel sorriso per sempre. Diventare vecchi e nonostante il nostro corpo non sia più quello di adesso riuscire a riconoscere quel sorriso di cui mi sono innamorato.> Il mio sguardo cedette un secondo nella sua direzione e vidi le lacrime solcargli il volto. < Non avrò mai questa possibilità, perché non avrò mai la possibilità di diventare vecchio. Ho un tumore a uno stadio troppo avanzato per avere speranza di guarire> La morte sembrava circondarmi ed evitarmi allo stesso tempo.  Mi girai verso di lui. < Lo sai che non posso. Non posso lasciar tornare i sentimenti perché mi distruggerebbero> gli dissi. < Fallo, perché è l'unico modo che hai per liberarti di quella pietra che pesa nel tuo cuore.> una leggera rabbia sembrava crescere dentro di me, < Credi che dicendomi questo io non voglia più morire. Vivere senza la persona che si ama è solo un motivo in più per morire>, < mi ami? Non credo visto che non ti sei disturbata a dirmi nulla. Pensavi di andartene lasciando tutti e tutto> avevamo iniziato a litigare. < Cosa mi è rimasto?! Nulla ! Ho perso tutto!>, < Me, Sophie! Io ero rimasto me>. < Beh ora neanche te!>. <Ne ho abbastanza! Sei egoista! Io sono venuto a cercarti, ti ho trovato, ti confessato che sto per morire non perché lo voglio ma perché qualcuno lo ha deciso per me e io non posso farci nulla! Mentre tu te ne stai lì aspettando che il dolore ti porti alla morte. Io non ho scelta! Tu si!> le sue parole erano come uno schiaffo in faccia. Finalmente ebbi il coraggio di guardarlo negli occhi. Piangeva, lo vidi distrutto tanto quanto me! Presi piano piano coscienza delle sue parole. < Non ti meriti di morire, Elias! Perché te e non me? Io lo merito. Io l'ho desiderato. Perché non può prendere me al posto tuo!!> iniziai a piangere < Mi dispiace, mi dispiace tanto!> continuavo a farneticare quelle  parole mentre lui mi strinse al petto accarezzandomi. Lasciai risvegliare i miei sentimenti che come con un massaggio cardiaco, tornarono a battere nel mio corpo. Il mio pianto era un urlo disperato, lacrime che sembravano pietre, mentre i nostri singhiozzi si mischiavano. Mi alzò la testa dalla sua spalla per guardarmi negli occhi < Solo promettimi che non ti arrenderai mai più alla morte ma combatterai per vivere finchè ne varai la possibilità. Fallo per me. Perché io non ho potuto! Io ti prometto che mi prenderò cura di te e di tua figlia anche se non mi vedrai>. Annui e tornai a piangere. Come avrei fatto a ricucire tutte queste ferite? Come avrei fatto a ricostruire la mia vita dopo che era stata frantumata pezzo per pezzo?

Sbattei le palpebre per cacciare le lacrime. Rimisi nella scatola la foto di me ed Elias dicendo. < Sto mantenedo la promessa, spero tu stia mantenendo la tua. Mi manchi...> Se non fosse stato per lui quel giorno su quel muretto sarebbe stato l'ultimo giorno della mia vita.
E con il tempo smisi di chiedermi perché la morte non mi aveva portato via. Ma iniziai a chiedermi perché la vita mi voleva ancora per sé.

Andai in camera di Lucas e appena mi vide sorrise. E finalmente avevo capito perché nonostante tutto fossi ancora qui.

___________________________________________

Ciaoo bellissimi, in questo capitolo ci sono molte cose che mi fanno riflettere. Spero anche a voi e che vi piaccia! Scusate se ci ho messo tanto ma ho dovuto prepare un esame.
Ora sappiamo quasi tutto del passato della nostra protagonista. Piano piano vedremo anche quello di Theo. Nei prossimi capitoli riprenderà la loro storia d'amore aspettatevi tantissime sorprese!

youraliceinwonderland 😘

Rebuilt TogetherDove le storie prendono vita. Scoprilo ora