capitolo 1

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È un pomeriggio di fine estate a dir poco fresca. Io e mio fratello siamo seduti a chiacchierare sotto l'ombra di un albero. Mi stendo per respirare l'aria dell'erba fresca. Chiudo gli occhi: quanto è bello stare così.
I miei pensieri vengono interrotti da un gruppo di voci:<Alex vieni o no al lago?> riconosco quella voce. È l'amico di mio fratello. Oh, quanto lo odio!
<Te l'ho detto Thomas, c'è mia sorella e i miei non sono a casa> gli risponde mio fratello. Faccio un respiro profondo. Ho quindici anni, credo che io sappia cavarmela da sola no?
Gli lancio un'occhiata incendiaria, ma purtroppo non se ne accorge.
Thomas mi studia attentamente con la sua faccia di cazzo poi dice:< Può venire anche lei..>. Gli altri annuiscono.
Si certo, per finire ritrovata mangiata dai lupi.
Mi alzo e dico:<No grazie, preferisco rimanere a casa>
Non l'avessi mai detto:< Manca ancora  una settimana, non fare la stronza>
<Thomas sta zitto o sono guai>gli dice mio fratello facendolo cadere dalla bici.
<Amico calma> Thomas si rivolge a me< Se non vuoi venire ok, fa niente> dice alzando le mani in segno di arresa.
Mio fratello mi lancia un'occhiata come per dire "non fare casini ok?".
Entro in casa senza troppe storie.
Ok mio fratello è super protettivo perché è il fratello maggiore, ma non ho sette anni, per intenderci!
Sospiro. Prendo "il giardino segreto" dallo scaffale e mi immergo nella lettura. Quanto amo leggere. Ci passerei ore. Ero arrivata al capitolo sette quando il mio cellulare inizia a squillare. Mi alzo dal divano. È Cassandra, la mia migliore amica. Ci penso un po', poi rispondo.
<Hey> dico.
<Leila, come stai?>mi chiede.
<Bene, tu?>.
<Bene, come sempre... Senti...vuoi farti un giro del quartiere?> Mi dice.
Sento le voci squillanti dei cartoni animati che danno a quest'ora. Probabilmente la sua sorellina più piccola sta guardando la televisione.
<Si, perché no>e rispondo.

Vado in camera e decido di mettere qualcosa di sobrio. Già la mia amica si metterebbe un vestito anche per andare al supermercato.
Scrivo un messaggio a mio fratello:

"SONO USCITA CON CASSANDRA, TRANQUILLO VERSO LE OTTO TORNO"

Ed esco.

<Amore mio bellissimo!> Mi abbraccia la mia amica. Le voglio così bene, è come una sorella per me.
<Hey dopo passiamo per la libreria, ho bisogno di comprare un libro> dico
<Certo tesoro, ci sono abituata> ride
<Non hai perso l'abitudine i leggere libri eh?> Scherza.
<No, e lo sai che te la farò venire anche a te> rispondo con un sorriso

Siamo sedute su un muretto io con una bottiglia di coca cola in mano e la mia amica con una Sprite. Guardo i miei piedi dondolare avanti e indietro. Cassandra finisce la bottiglia in un sorso e la butta per terra.
<Ei, ma sei scema>le dico<raccoglila, sporchi l'ambiente!>
<Ops, l'ho buttata ormai> mi dice con un sorriso ebete stampato in faccia. Già la mia amica potrebbe ubriacarsi anche senza alcol. Scendo dal muretto e la raccolgo:< Certo che sei scema eh?>. In quel preciso istante squilla un telefono. Anzi, il MIO telefono. Cassandra lo prende dalla tasca della borsa:< È tuo fratello!>.dice <Dammi, ....ei che vuoi? Sono con Cassandra..ti ho scritto un messaggio!
..si, l'ho scritto.. come?> Lancio uno sguardo alla mia amica< Ok, ora torno>. Chiudo la chiamata.
<Devi andare eh?> Mi dice la mia amica. "Già" penso.

<Sono a casa!> Dico con noia.
Mio fratello sbuca nell'ombra. Ma che caz-...certe volte non lo capisco. Sembra così...strano.
<Sai che mi sono preoccupato Leila>dice rompendo il silenzio<molto>
Faccio finta di non averlo sentito.
<Leila io non voglio che tu ti faccia del male, non voglio che tu...> non finisce la frase.
<Finisca come mia sorella?> trattengo le lacrime <non puoi... Non puoi tenermi rinchiusa a casa...io>
Sbatto lo borsa sul tavolo e mi dirigo in camera. Basta. BASTA.

È notte. Guardo il soffitto, sono attaccate alcune stelle, quelle che si illuminano al buio.
Ripenso a quel giorno: avevo nove anni, c'era mio padre che mi aiutava con una scala ad attaccare le stelle una ad una. Ero così..felice.
Una luce si accende e ritorno alla realtà. Qualcuno sta parlando, anzi bisbigliando, dovrebbe essere mia madre, distingo solo alcune parole:< Dobbiamo toglierlo subito quel pensiero dalla mente..subito...>
Chi? Che dovevano fare?
Mi alzo dal letto e apro la porta:<Mamma?>. È girata di spalle e c'è anche mio padre. Quando sente la  mia voce sobbalza:< Oh tesoro, mi hai fatto prendere uno spavento, che ci fai in giro?>mi dice.
<Che ci fate VOI in giro?> Le dico lanciandole un'occhiata.
<Come, siamo appena tornati da lavoro, l'ho detto stamattina che tornavano a quest'ora!>
C'è una nota di tensione nella sua voce.
<Alle tre di notte?> Chiedo.
Mia madre non mi risponde ma mi dice di tornare a letto.
Quando mi rimetto a letto ripenso a quello che è appena successo

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