Annuario

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Torno in classe imbarazzatissima, dico alla professoressa che Arafat Samir sta facendo quello che sta facendo, la professoressa si infuria e va a controllare di persona. Rimaniamo soli in classe per circa trenta minuti, poi suona la campanella e cambiamo aula.

Nel tragitto noto che dal bagno delle ragazze stanno uscendo proprio la prof e Samir. Lui le dà una sculacciata e lei aggiustandosi il reggiseno gli molla il suo numero di telefono. Assisto alla scena con inenarrabile disprezzo.

Entriamo nell'aula di filosofia della Grecia antica. Il prof, un tipo tarchiato con le mani sui fianchi, sta scrivendo alla lavagna qualcosa in alfabeto greco, sta usando le dita.

Per l'ultimo giorno completiamo il programma spiegando la caverna di Platone.

Chiama un interrogato alla lavagna. Chi vuoi che scelga se non me, gli piace mettermi in imbarazzo davanti a tutti.

"Allora Gemma, mi sai dire qual è la differenza tra il pensiero di Aristotele riguardo la gnoseologia e quanto pensa Platone, a parole tue mi raccomando."

"Io... ehm... veramente professore..."

Il dramma è che a me filosofia piace anche, ma Aristotele lo dovevamo iniziare l'anno prossimo, come spiegarglielo. Mi sorbisco tutta la ramanzina del prof, mi sento avvampare. Avrei tanta voglia di prenderlo di notte, quando si va a coricare, mentre sua moglie e i suoi figli dormono, e di stordirlo con il cloroformio. Poi di caricarlo nel cofano della mia auto e sfrecciare verso il deserto. Lì farlo risvegliare all'in piedi legato a un cactus con un grosso bersaglio disegnato sulla pancia. Così comincerei a lanciargli addosso frecce con un arco da caccia per elefanti, ma visto che avrei una pessima mira lo mancherei, e anziché colpirlo nei punti vitali lo trafiggerei prima per le spalle, poi per le gambe. Morirebbe di emorragia prima che io riesca a colpire gli organi come il cervello o i polmoni e lo infilerei dentro un sacco (qui inizia la parte migliore). Lo metterei nel congelatore e inizierei a inviare lettere alla famiglia che nel frattempo avrà denunciato la scomparsa, poi inizierei a inviargli pezzi. Mi metterei d'accordo con la polizia per ottenere il riscatto ma quando arriveranno al luogo designato dell'appuntamento troveranno solo una scatola, e quando la apriranno vi sarà solo la sua testa. Allora disperati organizzeranno i funerali. Io mi presenterò vestita di nero e comincerò a parlare con tutti dei bei tempi andati, poi andrò da sua figlia e approfitterò della sua fragilità per conquistarla. Alla fine ci baceremo e faremo sesso pazzo omosessuale sopra il letto di lui. La madre ci troverà, sfurierà contro la figlia, loro litigheranno e la spingerò a scappare via di casa. Andremo a vivere in un motel dove ci faremo di eroina tutti i giorni fino a morire entrambe di overdose, e andrò finalmente in un luogo dove non mi devo preoccupare di Aristotele.

"Hai ragione Gemma, mi sono confuso con 'Storia della Filosofia Occidentale' che è una cosa completamente diversa, mi dispiace per la figuraccia, spero che potrai perdonarmi, dai siediti, e stai su col morale in fondo oggi è l'ultimo giorno e poi vacanze! Non sei contenta?"

Fatti i cazzi tuoi.

Samir è rimasto tutto il tempo a guardarmi con sguardo sprezzante, come se lui sapesse tutto di Aristotele, e nel frattempo disegnava una donna nuda sul banco come se niente fosse.

Suona la campanella della ricreazione e finalmente posso attuare il piano. Evito la folla di gente che si scambia gli annuari per farseli firmare. Il mio l'ho fatto firmare durante l'ultima settimana. Ero molto orgogliosa perché quest'anno sono riuscita ad avere la firma di tutte le persone a scuola, un record che nemmeno mia sorella può vantare. Ovviamente non conto tutti gli studenti morti nella sparatoria dell'altro giorno perché non fanno testo. Li ho già segnati con una x rossa.

Mia sorella Jessica avrà tutto: sarà bella, intelligente, popolare, ma non ha mai avuto un'annuario interamente firmato; perché in questo periodo dell'anno lei passa sempre l'ultima settimana di scuola in vacanza ai Caraibi, dai nostri zii. È molto importante che tutti a scuola abbiano firmato il mio annuario, la sento come una cosa solo mia. 

Però qualcuno mi manca mi pare... in effetti...

Non potevo crederci: mi mancava la firma di Samir Arafat, con tutto che io ho già quella di quei cannati dei suoi amici. Mi sento come un pugno allo stomaco, quel pallone gonfiato riesce a farmela un'altra volta.

Grattando i denti entro nell'aula della professoressa Esposito, pronta a piazzare le mie pubblicità. Ovviamente alcuni volantini qui è là li ho anche messi per la scuola.

Non che speri veramente di farmi qualche soldo con quella trovata, a stento riuscirò a guadagnare qualche dollaro, niente che possa farmi passare troppi più sfizi di quanto già non basti a fare la prodigalità di mia madre.

È che quest'estate non ho voglia di andare a mare, non voglio andare in piscina, non me ne frega niente di farmi l'abbronzatura, di stare sulla sabbia che mi si appiccica dappertutto. E non mi basta nemmeno stare a casa, per tutto il semestre sono stata a dire "ah, quando verrà l'estate vedrete che mi scatenerò a guardare film o a leggere libri", ma è un conto che mi sono fatta anche gli altri anni, e il fatto è che a leggere libri e a guardare film non riesco a tirare avanti un'estate intera.

Voglio dare ripetizioni perché voglio fare qualcosa che sia solo mio, una mia personalissima avventura, e in me desidero fortemente di capitare a prendere a bacchettate quella scimmia di Samir Arafat, perché così al rientro in settembre avrò una marea di cose da raccontare su tutti i dispiaceri che mi dà, su tutti le stronzate che spara, e su quelle chiappette sode... oh, ma che cosa sto dicendo!

Comincio a lasciare volantini a destra e a sinistra, ma presto il silenzio dell'aula viene spezzato da una voce all'esterno. Non ci posso credere, proprio quel Samir Arafat che litiga poco fuori la finestra:

"Ah, è così?! Stai dicendo che la mia famiglia è povera? Ti faccio vedere io. Prende un sasso e lo tira contro una macchina rossa che gli drifta attorno. È una Porsche piena della creme de la creme della società scolastica, ovvero i figli dei ricchi che possono fare football. La macchina driftando ara tutto il prato, divellendo l'erba tutto attorno e spappolando le aiuole fiorite.

Samir Arafat ha cominciato a battersi il petto e a ringhiare, poi come un vero Alpha si mette a quattro piedi e comincia a inseguire la Porche rossa correndo sulle nocche, mentre i signori football intanto non ne vogliono sapere di smettere di driftare nel cortile della scuola e continuano a lanciargli addosso lattine di birra.

Tutto attorno ci sono ragazzi che gridano:

"Sì, dai, vai così!"

"Wow, che forza."

"Oh yeah!"

"Fico."

"Bene!"

Alla fine Samir lancia un sasso e riesce a centrare uno dei tizzi all'orecchio, quelli si spaventano e sfrecciano via, portandosi con se il carrello del bidello, rimasto impigliato, e il bidello stesso, per l'identico motivo.

Samir interamente coperto di terra resta in piedi con le mani nelle tasche, poi si accende una sigaretta e si mette in cammino. Mi rendo conto che esce proprio di scuola.

Rimango tutto il resto della giornata a mangiarmi le mani. Quell'idiota se ne va così senza firmarmi l'annuario. Non ci riesco a credere. Basta, se vuole la guerra, guerra avrà. Mi presenterò a casa sua, gl idarò il volantino per le ripetizioni e mi firmerà l'annuario, costi quel che costi.

Povera me, perché questo pensiero mi fa venire di nuovo voglia di toccarmi?!

QUANTI STUPIDI ERRORIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora