⋆୨୧˚𝐶𝑜𝑛𝑑𝑖𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑜𝑓 𝐸𝑥𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑐𝑒 ˚୨୧⋆

172 14 2
                                    

!☆𝐶ℎ𝑎𝑝𝑡𝑒𝑟 𝟻☆¡𖡼

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

!☆𝐶ℎ𝑎𝑝𝑡𝑒𝑟 𝟻☆¡
𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧 ❁

Avvolti dal manto della notte, quella sera Alhaitham e Kaveh tornarono a casa insieme.

Era una cosa che non gli accadeva quasi mai. Troppo presi di loro impegni per dedicarsi del tempo.

Udivano in silenzio il rumore dei loro passi, mentre sopra le loro teste, le stelle illuminavano il cielo privo di nuvole.

Ed era così che Kaveh camminava, con la testa alzata, rivolta alla Luna e alle sue seguaci, rischiando di andare a sbattere da qualche parte.

Seppur fosse più grande di lui, Kaveh talvolta pareva agli occhi di Alhaitham, un bambino con la testa ancora piena di sogni.

Passeggiava poco più avanti di lui, lasciando dietro di sé quella scia di profumo che dallo scriba non se n'era mai andata.

Sapeva ancora di vaniglia, incenso e muschio bianco.

«Non hai ancora detto mezza parola da quando sono arrivato, non è che per caso ti sono mancato troppo?!»

Il biondo si fermò e si girò a guardare quella strana figura che quell'uomo era, con un sorrisetto provocatore stampato sulle labbra.

«Non farti strane idee, non mi sei mancato affatto. Mi stavo giusto godendo la pace che c'era in questi giorni»

Kaveh sbuffò. Avrebbe voluto sentire parole più dolci quella sera, rese ancora più mielose dall'atmosfera che li circondava, ma quelle parole in cui forse un po' sperava non erano termini che Alhaitham avrebbe mai pronunciato.
Lui era fatto così.

Privato della nascita dall'affermazione di qualsiasi sua emozione.

«Puoi dirmi quello che vuoi, tanto io non ci credo»

Gli fece la linguaccia a quel punto e riprese subito dopo a camminare dandogli le spalle.
Sapeva che la sua presenza non era gradita da Alhaitham e sapeva di non essergli mancato affatto, ma lo provocava lo stesso, voleva vederlo reagire.

Seppur fosse lui stesso alla fine, a dire di odiare quell'uomo, in fondo non lo faceva davvero, erano parole dette al vento, prive di significato, che prendevano vita con la sua rabbia. Kaveh aveva un animo fin troppo gentile per odiare qualcuno e di certo non avrebbe odiato Alhaitham, che mostrava la sua amicizia con le piccole cose.

Cose talmente piccole che se si fosse distratto anche per un solo istante, se le sarebbe perse in quell'attimo.

Tornò a guardare le stelle con gli occhi di un sognatore e Alhaitham da quella distanza che preferiva mantenere, lo osservava in ogni suo gesto.

Il modo in cui gli occhi brillavano ricolmi di desideri ancora incompiuti, il modo in cui le sue labbra si incurvavano all'insù e il modo i suoi capelli ordinati si muovevano sulle sue spalle ad ogni passo.

𝑇ℎ𝑒 𝑏𝑒𝑎𝑢𝑡𝑦 𝑜𝑓 𝑦𝑜𝑢𝑟 𝑚𝑖𝑛𝑑☆ KavethamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora