Capitolo 15- Non te l'ho mai detto

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Capitolo 15
Non te l'ho mai detto

Il giorno successivo andai allo Chateau perché Kie mi aveva supplicato di accompagnarla in barca coi suoi amici.

Sapevo che fosse una scusa per passare del tempo insieme, ma non smascherai le sue reali intenzioni.

In effetti, pensai, mi avrebbe fatto bene passare una giornata fuori.

Certo, non sarebbe stato come lo yacht dei Cameron, ma mi sarei accontentata di una bella giornata tra sole, mare e amici.

Ancora mi faceva strano ripensare ai Pogues come ai miei amici, ma erano la cosa più vicina possibile a quella definizione.

Quando arrivai alla baracca di John B, mi resi conto della tensione che vi erano nell'aria.

«Ciao ragazzi.» Dissi sorridendo, passando in rassegna i loro visi scuri.

JJ e John B erano seduti su un divano malconcio, mentre Pope era poggiato alla staccionata in legno. Di Kie non c'era l'ombra, ma forse era in ritardo.

«Vado a preparare la barca.» Disse John B alzandosi di scatto dal divanetto del patio, saltò giù dalla ringhiera in legno e andò a passo svelto verso il molo.

«Gli vado a dare una mano.» Pope mi guardò con un'espressione di imbarazzo, poi scivolò via.

Rimasta sola con JJ, mi resi conto fosse particolarmente silenzioso col viso contratto in una smorfia adirata.

«Kie farà un po' di ritardo perché stava preparando dei sandwich.» Comunicai, ma solo perché avevo intenzione di spezzare quel silenzio ed incontrare il suo sguardo.

Detestavo che ci fosse freddezza fra di noi.

«E così stai con quel tizio.» JJ si alzò in piedi, fissandomi in cagnesco.

Sollevai le sopracciglia. «Di cosa stai parlando?»

«Ho letto un messaggio dal telefono di Kie ieri pomeriggio.» Confessò, ma non sembrava sentirsi in colpa. Al contrario, voleva litigare. «Non capisco perché io continui a fidarmi delle tue parole.»

«Che messaggio?» Aggrottai la fronte, feci mente locale, ma non avevo mai detto una cosa del genere a Kie.

«Ho letto che avete passato la notte insieme.» Spiegò adirato JJ, mentre i pugni gli si chiusero impulsivamente.

«Ma non abbiamo fatto niente. Siamo solo amici, te l'ho detto.» Non sapevo perché mi stesse accusando in quel modo, ma immaginavo che per lui fosse difficile, tanto quanto lo era per me, star lontano dai propri sentimenti.

Scosse la testa. «Perché è rimasto a dormire nel tuo letto allora? Mh?» Indagò JJ ed era chiaro non mi credesse.

«Perché mi ha incontrata sulla spiaggia l'altra sera ed ero ubriaca. Si è offerto di accompagnarmi a casa e abbiamo dormito insieme, ma non è successo niente.» Chiarì con fervore e mi avvicinai di un passo.

«Eri ubriaca sulla spiaggia?» Domandò, cambiando argomento ed ero certa mi sarebbe venuto il mal di testa a forza di subire i suoi cambi d'umore, le sue continue accuse e le sue preoccupazioni.

«Sì.»

I suoi occhi si addolcirono, ma solo per un momento. «È pericoloso. Non dovresti stare da sola ubriaca. Altrimenti persone come quel coglione se ne approfittano.»

«Non se n'è approfittato. Non è successo niente.» Avanzai di un altro passo e il mio cuore saltò dalla gioia quando JJ non fece niente per retrocedere, per mettere della distanza fra di noi.

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