Epilogo

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Epilogo

Mi sedetti di fronte al mare e, come sempre, mi misi a parlare un po' lei.

Amavo l'effetto che le onde del mare avevano su di me; erano in grado di farmi credere che mia sorella fosse qui, vicino.

Sorrisi fra me e me, mentre le raccontavo che i giorni erano trascorsi velocemente e che l'estate era ormai giunta al termine.

Le raccontai di JJ e del fatto che fossimo ufficialmente una coppia, nonostante tutti gli ostacoli che parevano una continua sfida.

Le raccontai di Kie che era la mia unica e vera amica, senza la quale niente di ciò che ero diventata sarebbe stato possibile.

Le raccontai di Pope e dei suoi consigli amorevoli, impacciati, ma sempre onesti.

Infine, le raccontai della piccola croce che John B aveva intagliato su una corteccia di un albero, dove di tanto in tanto ci fermavamo a salutare Anissa, che non c'era più.

Le promisi che sarei stata accanto a John B e, solo allora, mi resi conto che non avevo a cuore la sua felicità solo ed esclusivamente per Mary, ma anche perché, in un modo che non avevo ancora compreso appieno, John B si era insidiato anche nel mio, di cuore.

Infine, le raccontai di mamma e papà, del nostro rapporto sempre burrascoso, ma che sembrava placarsi quando il suo nome usciva fuori. 

A volte desideravo così intensamente ricevere una risposta da parte di mia sorella, che mi ritrovavo a cancellare qualsiasi altro rumore che non provenisse dal mare.

Per questo avevo ufficialmente imparato a guidare una barca e trascorrevo tanto più tempo possibile in mare aperto, dove mi sembrava di essere immersa nell'anima di mia sorella.

Ignoravo le raccomandazioni dei miei genitori, i quali piano piano avevano capito che tutta quella mia testardaggine avesse un senso più profondo.

Non me lo dissero mai, ma ipotizzai che fossero proprio loro ad aver agevolato l'acquisizione di una barca a doppio motore, umile e piccola, che mi comprai non appena possibile.

I miei pensieri, tutti rivolti a lei, si interruppero quando John B venne verso di me con due bicchieri rossi in mano.

«Non puoi stare senza alcol durante la festa di fine estate.» Mi porse uno dei due, sorridendo. «È una contraddizione, sai?»

Risi anch'io, poi accettai il bicchiere che mi stava offrendo. Non mi lamentai quando si sedette accanto a me sulla spiaggia.

«Dovrà dire che farò ammenda e berrò molto stasera.» Gli feci uno sfacciato occhiolino, mentre lui si allarmò subito.

«Non molto, giusto un po'.» Disse con fare sbrigativo, poi, però, quando mi vide ridere si rilassò.

Fra i noi nacque un silenzio confortevole ed entrambi spostammo gli occhi verso il mare di fronte a noi.

«Sai, tua mamma mi ha dato una lettera qualche settimana fa.» Mi informò John B con voce seria, bassa e profonda.

«Ti ha scritto una lettera?» Domandai, sollevai un sopracciglio scuro e lo osservai divertita. «Cosa mi nascondete voi due?»

John B mise su un'espressione schifata. «Cosa? Niente!» Solo quando mi misi a ridere, capì che lo stessi prendendo in giro. «Non è divertente.»

«Sì, lo è, invece.» Lo spinsi dalla spalla giocosamente, mentre lui beveva un sorso dal suo bicchiere rosso. «Quindi? Che lettera era?»

John B mi guardò serio. «Una lettera di Mary.»

«Ah.» Il fiato mi si spezzò in gola.

«Una lettera che mi scrisse quando eravamo ragazzini e che tua mamma intercettò prima che potesse arrivarmi.» Mi spiegò velocemente, ma senza escludere nessun dettaglio.

Questo ci univa: il peso della presenza-assenza di mia sorella.

Entrambi avremmo sempre vissuto con un peso sul petto nel sentir il suo nome ed avremmo convogliato tutte le nostre energie per lei. Solo per lei.

«Che stronza.» Commentai perché mia mamma era sempre stata una vera e propria manipolatrice.

Persino con la sua figlia perfetta.

«No, a questo giro non riesco ad offenderla.» Si lasciò andare a un sorriso pigro, triste. «L'importante è che me l'abbia fatta avere. Ora ho un ricordo tangibile di lei.»

Ed immediatamente mi sentì in colpa.

Io ero scappata da casa mia, un anno prima, solo perché avevo troppi ricordi di mia sorella, quando, invece, c'era qualcuno che voleva solamente qualcosa da toccare con mano che ricordasse concretamente l'anima bella che era Mary.

Istintivamente lo abbracciai, incurante del fatto che non fossimo mai stati abbastanza in confidenza per farlo.

Lo abbracciai e mi strinsi a lui per cercare di fargli capire che io c'ero. Non ero neppure la metà di ciò che mia sorella era per quel mondo, ma io, con tutte le mie complicazioni e sbagli, c'ero. E finché ci sarei stata, non avevo intenzione di abbandonarlo.

Quando sciolse l'abbraccio, mi rivelò i suoi occhioni verdastri luccicare e capì che si stava commuovendo anche lui perché sentivamo sulle nostre pelli l'abbraccio di mia sorella.

«Ti voglio bene, John B.» Mi sentì in dovere di dire perché la vita è troppo breve per tacere.

Il moro mi sorrise, annuì e mormorò; «Anche io».

Qualcuno alle nostre spalle ci richiamò.

«Ei, John B! Smetti di provarci con la mia ragazza.» Lo prese in giro JJ, avvicinandosi a noi e spingendo il suo amico per gioco.

Alzai gli occhi al cielo, mentre i due cominciarono una lotta.

«Siete sempre i soliti.» Commentò Kie con due birre in mano, poi mi fece un cenno col capo per assicurarsi che stessi bene.

La rassicurai con un sorriso e lei subito si rilassò.

«Ei, ragazzi!» Pope, distante dalla spiaggia e vicino alla casa, armeggiava con la brace e la carne. «Avrei bisogno di una mano qui io.»

Kie rise e gli andò incontro saltellando, mentre i due ragazzi ripresero a scherzare fra di loro, lasciandomi in disparte.

Guardai ancora una volta il mare e rivolsi un sorriso a mia sorella.

«Ginny, amore! Vieni?» Mi richiamò JJ con un largo sorriso in viso.

Così annuì, bevvi un altro sorso dal bicchiere rosso che mi aveva scaricato John B e nascosi la cartolina che tenevo gelosamente nella tasca della giacca.

Mi avvicinai ai miei amici e cominciai a ridere e scherzare con loro, sentendomi viva e spensierata come non accadeva da tempo.

Molte cose erano cambiate in quelle ultime settimane, ma ero sicura che non sarebbe mai cambiato il rumore del mare, la risata di Kie, le occhiate concentrate di John B e quelle scettiche di Pope.

Non sarebbe mai cambiato, soprattutto, l'amore che JJ mi dimostrava costantemente con un trasporto naturale che mi pareva innato.

E, perché no, non sarebbe mai cambiata la cartolina di Atlanta nella mia tasca, a ricordarmi che tutti possono sbagliare.

Persino Mary.

Persino io.

FINE

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