Capitolo 21- Devi andartene

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Capitolo 21
Devi andartene

John B's pov

«Ecco a voi quanto vi era stato sottratto.» Porsi i soldi ai genitori di Ginny.

Al mio fianco Pope e Kie, che assistevano alla scena silenziosi, ma attenti.

«Grazie, John B.» La signora Byers mi sorrise per la prima volta da quando avevo avuto la sfortuna di conoscerla.

Il signor Byers accettò di buon grado i soldi ed aggrottò la fronte. «Come hai fatto a prenderli?»

Scossi le spalle. Non volevo che le cose si complicassero ulteriormente. Avevo già perso abbastanza in quei giorni.

Mi voltai, feci loro un cenno di saluto e me ne andai da quella casa che mi aveva sempre intimorito. Quel giorno, però, non era lo stesso.

Quel giorno avevo varcato i cancelli di Villa Byers con l'intento di farmi conoscere ufficialmente dai proprietari e di fare un'azione buona, un'azione giusta.

Sapevo che la scomparsa di Luke non avrebbe messo a tacere gli strozzini e sapevo anche che l'assenza di Ryan avrebbe creato non pochi dubbi in paese, ma volevo allontanare i Byers da quella situazione.

Non spettava ai Kook un peso del genere.

Io e JJ avremmo trovato una soluzione, comunque. Come avevamo sempre fatto.

Kie saltò sul van, mentre Pope mi tirò una pacca sulla spalla, ipotizzando cosa stessi provando in quel momento.

«Ei, amico.» Mormorò lui piano, con gli occhi che mi fissavano attentamente e manifestavano la loro preoccupazione sincera. «Come stai?»

Non me la sentì di rispondere, non ce l'avrei fatta. Così rimasi zitto, scossi le spalle ed accennai un sorriso triste.

«John B!» La voce della signora Byers mi richiamò alle mie spalle con grande enfasi.

Mi voltai e la vidi uscire da casa, venire verso di me svelta e fermarsi a qualche metro di distanza da me e dal mio amico.

Pope fece un cenno composto di saluto ed entrò nel van per lasciare a me e alla signora Byers un po' di privacy come solo il suo sguardo eloquente poteva aver comunicato.

«Mi dica.» Mi sforzai di non apparire troppo freddo o stanco, ma la verità era che non avevo chiuso occhio quella notte.

Lo scontro coi Maybank mi aveva turbato più di quanto volessi ammettere.

Gli occhi chiarissimi della donna mi scrutarono attentamente, non limitandosi nel cercare dettagli dell'aggressione che chiaramente avevo subito.

«Tieni.» Mi porse una lettera aperta, ingiallita.

Afferrai ciò che mi stava tendendo con la mano tremante. «Cosa è?»

I suoi occhi si fecero più lucidi. «Una cosa che avrei dovuto darti tanto tempo fa e che non ho mai avuto il coraggio di darti.»

Aprì incuriosito la busta e riconobbi subito la scrittura di Mary. Fu impossibile che dai miei occhi non uscissero delle, più che trattenute, lacrime amare.

La signora Byers mi diede il tempo per ricompormi, ma non sapeva che mi ci sarebbero voluti mesi, anni prima di riuscire a superare il lutto.

«Sai, Mary sarebbe orgogliosa di te.» Mormorò dopo poco con voce flebile.

La guardai negli occhi e la ringraziai con un sussurro perché in quel momento non sarei stato in grado di dire altro.

Mi sentivo privo di forze come se ogni cosa energia fosse stata incanalata direttamente nel foglio pieghettato che tenevo con forza fra le mie dita.

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