Capitolo 3 - Mi ammaxxo.

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Ben presto la giovane Gerarda decise che era il caso di andare a farsi dare una controllata.

Inoltre, il suo amato gli aveva gentilmente chiesto, arrivando perfino a prenderlo ripetutamente a sprangate e urlargli dolci parole e dandogli nomignoli affettuosi, quali 'puttana', 'testa di minchia', 'figliodellammerda' & co., di farsi sistemare il dente rotto.

Gerard, da bravo ragazzo, verso la seconda settimana di coma dovuto a trauma cranico aveva deciso di prendere appuntamento sia dal dentista che dal medico, ad insaputa di Frank.

La nostra cara diva s'era fatta bella il più possibile, vestendosi solo con boa di piume rosse e rosa.

Non volendo dare nell'occhio, si mise anche dei formali mocassini marroni, che gli conferivano un'aria decisamente più mascolina.

Sgattaiolò in cucina ed iniziò a preparare la colazione a Frank, che ancora dormiva beato con un grazioso dito cacciato su per il naso.

Oh, quant'era tenero.

Prese a rompere le uova e tagliare il bacon.

Mentre affettava le fettine di maiale, canticchiò qualcosa inventato al momento.

-Preparo il bacoooon, folo per Frankoooon, fpero gli piacciaaaaa, e non mi fputi poi in facciaaa.-

Ma, proprio a metà canzone, una lacrima salata cadde sul bacon.

-Oh, Dio, cofa fto facendo?- Mormorò Geppe. -Quefto povero maiale non merita d'effer mangiato!- urlò.

Infuriato, buttò nel giardino i rimasugli dell'ovino, dicendogli che ora era libero e che il perfido uomo bianco non l'avrebbe mai mangiato.

Indignato, scrisse una lettera a Frnk.

"Sporco bastardo, come puoi mangiare degli esseri viventi?
Mi fai schifo.
La colazione non te la faccio.
Da oggi sono vegetariano.
Ti odio.
A pranzo voglio la pasta con la salsiccia.
Mmmh, salsiccia.
Ti amo tanto boo."

E, trotterellante, si diresse verso lo studio odontoriatico.

-

Dopo tre ore di fila, riuscì finalmente a presentarsi al cospetto del dentista, che, servendosi di mazze chiodate e martelli rudimentali, gli sistemò il dente rotto.

E fu la volta del medico.

Giacinta già sospettava a cosa conducesse il suo malessere: che fosse incinto?

Ovviamente dopo averlo pensato si diede dello stupido, perché un uomo non può esser incinto, e poi pianse, perché la gravidanza avrebbe sconvolto la sua linea, e poi rise perché una linea definita tanto non ce l'aveva, e allora si guardò allo specchio e con una penna rossa si disegnò delle lineette rosse sul polso e fece una foto che postò su instagrammo, tamblero, facebrut, vibro e snepschiatt, con tanto di scritta "Sn graxxo mi ammaxxo :((( ". [N/A: I feel you Ginevra]

Arrivato andò spedito dall'omone col camice bianco, inciampando ogni tre per due nei suo boa di piume.

-MI SCUSI.- Urlò. -MI SCUSI HO BISOGNO DI UNA VISITA.-

L'uomo col camice lo invitò a seguirlo in uno sgabuzzino dove abusò bassamente di lui per poi chiedergli cordialmente di sedersi su un materassino lì da quelle parti.

Gianfrancioschio obbedì.

Il signor medico gli domandò cosa lo affliggesse.

-Vede, signor...- Spiaccicò il viso contro la targhetta che il dottore portava sul petto. -Necrophil, di recente ho frequenti sbalzi d'umore e molta fame.-

Pregnant! - A horrible Frerard.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora