1. Bonjour

22 3 0
                                    

La prima cosa che mi disse fu "Bonjour".
Inizialmente avevo pensato che fosse un sogno, perché non mi era mai capitato di sentire un accento così pronunciato e realistico in francese. Neanche da Liz, la mia migliore amica, la quale era proprio brava con le lingue.
Così, quando mi porse il quaderno che mi era accidentalmente caduto e ripeté quel "Bonjour", mi resi conto che proprio non poteva essere un sogno.

Aveva le mani calde, più delle mie. Anche se forse ci voleva davvero poco, perché ero sempre stato magrolino, con le ossa delle spalle sporgenti. Un po' come un anziano.

"Ciao." Sussurrai, ma il sorriso che si aprì sul suo volto mi diede una grande energia.
Non capivo cosa fosse di preciso, perché non mi era mai capitato. Pensai però che volessi proprio conoscerlo.

Kayl, prontamente, si appoggiò a me, per allontanarlo. "Tutto apposto, Oz?" Lo guardai in un modo che non capii neanch'io. Perché aveva rotto quella bolla di aria e aspettativa che si era creata.
Poi mi ricomposi, e capii: il ragazzo di fronte a me aveva delle spalle così ampie che avrebbe potuto buttarmi giù in un nanosecondo. I capelli biondi e ricci erano di un altro livello, rispetto ai miei, sempre poco curati, lisci e di un nero terrificante. A rendere più spettrale il tutto, era la mia pelle: così bianca, che era la risposta ad ogni accanimento nei miei confronti.
Avevo capito, fin dal dodicesimo grado, che le persone potevano essere molto cattive. Le persone possono aiutarti, ma anche contaminarti di rabbia.

Così mi coprii quasi completamente dietro le spalle di Kayl, perché era sempre stato così. Da quando ero entrato alla Knights School.

"Vuoi qualcosa?" Ribadì allora il mio amico nei confronti del riccio. Lui scosse la testa, un po' confuso e spaesato.
Bè, non lo sarebbe stato per molto.

Prima o poi avrebbe capito come funzionava in quella scuola e, come chiunque altro tranne Liz e Kayl, si sarebbe allontanato da me.
Entrò allora nella mia classe, prendendo posto in una delle file di mezzo. Non mi preoccupai più e non risposi a Kayl quando mi chiese cosa volesse da me quel tipo.
Per fortuna che arrivò Liz, così non dovetti più cercare qualche scusa. "Oh, sta arrivando la tua ragazza, non vedi?"

La distrazione funzionò alla grande e, poco dopo la nostra entrata in aula, si presentò anche il nuovo professore di arte comunicative. Non ascoltai neanche una parola però, perché quando il francese si alzò e parlò, la mia attenzione venne assorbita completamente da quelle spalle larghe e da quella sua cadenza elegante, da vero madrelingua.
"Sono Léon, Léon Dupain. Sono francese, ma ho viaggiato spesso con la mia famiglia."

Mentre il professore continuava ad elogiarlo: "Cosa più importante, Léon è stato campione nella sua vecchia scuola entrambi gli anni come miglior nuotatore Delfino. Spero che possa dare anche alla Knights School queste soddisfazioni!", qualche ragazza della classe iniziò già a spettegolare sul nuovo arrivato: "Suo padre è stato vicino alla carica di Senatore in Texas. Un vero peccato che abbia perso...ho sentito che è successo qualcosa in America, qualcosa di brutto. Chissà se sono qui per risolvere questi "problemi"..."

Non mi aveva mai dato fastidio essere il cane della classe, colui di cui tutti potevano parlare. Ma lui? Lui era abituato, come me, ad assorbire tutta quella cattiveria? Con quella luce che emanava...impossibile. Non era proprio possibile.

Quando mi voltai indietro, verso Kayl che sedeva proprio alle mie spalle, Ethan era pronto a lanciarmi delle occhiatacce. "Cosa vuoi frocio?" Il suo tono lo conoscevo molto bene, così come lo conosceva chiunque in quella classe.
Non eravamo sempre stati così. Era tutto accaduto per colpa mia. Perché gli avevo dato la possibilità, credendolo mio amico, di poter scoprire il mio più oscuro segreto - che ormai non era più tale. Tutti a scuola sapevano che ero gay. Non avevo mentito su ciò o, meglio, non avevo avuto la possibilità di contraddire nessuno. Neanche di contraddire gli insulti.
Alla fine mi ero sempre vergognato di me stesso, di chi mi piacesse.

Bonjour, Oscar [hearts club the series #1]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora