Non sapevo come comportarmi il giorno dopo.
Non eravamo abbastanza amici da parlare, né sconosciuti per ignorarci."Bonjour." Mi disse, come al solito. Non riuscii a ricambiare in tempo, perché Ethan si intromise fra di noi.
"Allora Lèon, che ne dici di andare direttamente agli allenamenti oggi?"
Leo non cercò una mia risposta, rispose a lui, ovviamente. Mi sentii così stupido, per nulla. Kayl cercò di richiamare la mia attenzione, perché ero sbiancato all'improvviso.
"Si, si." Risposi sottovoce, e mi concentrai sul saggio di storia. Quello era il giorno della consegna, per fortuna che lo avevo terminato in tempo.
Neanche il tempo di tirare un piccolo sospiro di sollievo, Ethan lo prese fra le proprie mani, stropicciandolo. "Ultimamente sembri troppo felice, per i miei gusti." Sussurrò al mio orecchio.
Deglutii, perché era davvero da parecchio che non mi tormentava così da vicino. Ne ebbi il terrore, mi immobilizzai e - seppure Kayl riprese il mio compito e lo mise sul mio banco di nuovo - non riuscii a guardare più Leo, per paura di vedere il suo disgusto, la sua pietà o, peggio ancora, lo stesso odio di Ethan.Leo in realtà non aveva mai fatto nulla contro di me, anzi. Più di una volta, mi aveva inconsapevolmente protetto. Una volta aveva interrotto Ethan che mi gridava contro, allontanandolo.
Aveva sempre quei modi gentili, seppure in volto aveva spesso un'espressione scura, come se dormisse poco o, come se, non fosse d'accordo con la maggior parte delle cose che vedeva e sentiva a scuola.Quando quel pomeriggio mi rinchiusi di nuovo in biblioteca, mi aspettai quasi di vederlo arrivare, ma non accadde. Non venne in biblioteca quel giorno, né il giorno seguente e neppure quello dopo ancora.
Non ci scrivemmo più come quella sera.O, almeno, io ci provai. Gli scrissi, perché ero davvero di cattivo umore in quel momento. Perché avevo appena finito un turno davvero noioso in gelateria e, di ritorno a casa, avevo trovato Thomas con una ragazza sul divano, spaparanzati, con le bocche attaccate stile sanguisuga.
Mamma aveva detto che ero stato esagerato e che la dovevo smettere di fargli da padre, ma non era colpa mia; ero protettivo nei suoi confronti per svariati motivi e anche perché Thomas era davvero molto, molto buono. Con tutti.Non riusciva proprio a vedere della malizia negli altri. Perciò mi occupavo io di lui, di essere sua madre e suo fratello allo stesso tempo. Perché nostra madre, in realtà, per quanto ci volesse bene, non aveva tutto il tempo che ci voleva far credere.
Correva sempre, da una parte all'altra, fra un turno e una dormita di pochissime ore, prima di ritornare a lavoro. E la casa, le tasse, le scuole prestigiose che frequentavamo...era troppo per lei.Thomas mi tenne il broncio per tutta la serata e non mi piacque, perché eravamo davvero molto uniti. Perciò scrissi a lui, a Leo. Perché volevo ancora la leggerezza di quella notte.
Non mi rispose e il giorno dopo, ero ancora più nervoso e su di giri della sera precedente.
In classe non mi salutò, non parlammo del ballo di quella settimana né mi diede gli auguri di Natale (io glieli diedi, come uno stupido). Non parlai di lui a Kayl e Liz, nonostante i due si resero conto che qualcosa non andava.
Passai il Natale con mia madre e con Thomas (che mi aveva perdonato alla fine, anche perché si era lasciato con quella ragazza).Le vacanze natalizie passarono in modo noioso, fra un turno in gelateria, una cena abbondante, l'odore delle candele alla cannella e allo zenzero in salotto e una montagna di saggi e verifiche da preparare, per il nuovo semestre.
Fu quasi noioso passare quella festività come al solito, perché mi aspettavo altro. Mi aspettavo di rivederlo, di parlarci ancora.Le mie aspettative andarono in frantumi e mi chiesi se avessi fatto qualcosa di sbagliato. La sera precedente avevamo scherzato, certo...ma nulla di più. Come amico (secondo Kayl almeno) valevo davvero tantissimo. Ero abbastanza bravo ad ascoltare gli altri, a capire se qualcosa non andava, ad usare le parole giuste.
Ero bravo a scegliere i gusti del gelato, a cucinare, a studiare. Ero bravo in parecchie cose, anche se non molti avrebbero potuto dirlo.
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Bonjour, Oscar [hearts club the series #1]
ChickLitOscar Evans-Cooper è uno studente gay, e tutti lo sapevano. In qualsiasi posto si trovasse, Ethan lo aveva marchiato con quel nome, come se non avesse nient'altro da offrire. Lèon Dupain è uno studente americano-francese, figlio di un importante po...