Elizabeth Morgan Garcia e Kayl Jonathan Anderson erano le persone più divertenti, capaci, simili e sinceri che potessi conoscere.
Di solito sapevano come tirarmi su di morale, come rapirmi per portarmi in un posto sicuro, al coperto da brutte parole e pensieri.
Di solito...solo che quella volta non era stato proprio così. La loro idea consisteva nel lasciare andare Leo e certo, certo che lo volevo fare. Non gli avevo risposto a quel messaggio, né alle sue chiamate, né lo avevo guardato in classe prima che partisse a febbraio per le elezioni del padre in America.
Mi chiesi cosa c'era di così segreto per loro, tanto da costringere David a trasferirli a Londra, pur di non tenere fra i piedi la propria famiglia.
Quella curiosità non faceva che aumentare il peso che avevo sulle spalle; come se lo avessi lasciato stare, da solo, in balia di qualcosa di orribile.Mi sentivo in colpa, perché ero io che mi stavo innamorando di lui e per non farmi scoprire, per non ammettere che mi piaceva proprio tanto quando mi mangiava, quando vedeva me e ciò che gli raccontavo come se fossero le cose più affascinanti del mondo.
Aveva visto più cose, posti e persone di me ma mi guardava in quel modo; e io avevo quel terribile senso di colpa che cresceva, mi inghiottiva in ogni momento.
"E io in ogni respiro, Liz, in ogni fottuto respiro ho la consapevolezza, realistica e non idealistica, che nessuno potrà amarmi come l'idea di Leo che lo fa."
"Dovresti correre da lui, sai?"
Forse era l'alcool, ma per un attimo pensai sul serio di correre da lui, dall'altra parte del mondo. Guardai il mio vecchio portatile, ancora fermo su un articolo del New York Times che parlava di come il futuro senatore Dupain, primo francese del congresso americano, avesse finalmente presentato la sua famiglia agli Stati Uniti in modo ufficioso. Leo era in seconda fila rispetto alla matrigna e a William, ma potevo scorgere tutto il suo risentimento in quel momento. Era come se potesse parlarmi attraverso una stupida foto e dirmi che ero stato un coglione.
Liz si appoggiò alla mia spalla, mormorando un "come faremo senza di loro dopotutto?", riferendosi alla sua relazione, che nell'ultimo periodo stava prendendo una brutta piega. Nessuno dei tre lo avrebbe ammesso, ma ero sicuro che qualcosa si fosse rotto. Parlavano troppo poco o poco di sé stessi e di come fossero cresciuti nel tempo, stando sempre insieme?
Quella notte non riuscii a chiudere gli occhi, con tutti quei pensieri che mi colpivano lo stomaco, anche quando provavo a fare una delle mie solite liste, per avere ancora una volta tutto sotto controllo.
Giorno dopo giorno, quel peso divenne insostenibile e, un po' come quando ero piccolo e avevo paura delle ombre dei giocattoli di notte, mi rifugiai nelle braccia di mia madre, il posto più sicuro del mondo.
"Cosa succede?" Me lo chiese come al solito; non cercò nessun contatto con gli occhi, nessun tono intimidatorio. Non avevo mai avuto paura di raccontare qualcosa a mia madre. Neanche del fatto che fossi gay. Più che paura di lei che non mi accettasse avevo il terrore che il nostro rapporto sarebbe cambiato, e l'ha fatto. E' cambiato, ma in meglio.
E' stata l'unica volta in cui ho avuto la possibilità di dichiararmi gay senza alcuna pressione, alcun giudizio. Lo avevo deciso io, io e soltanto io."Mi piace qualcuno della scuola, ma non ne voglio davvero parlare."
"Non accetta te, o sé stesso?" Quando non risposi, continuò. Aveva sempre la parola giusta da usare. "Puoi provarci, lo sai vero? Potresti essere tu ad aiutarlo a capirci qualcosa. Sai quanto possa essere destabilizzante e confuso quel periodo, in cui non sai se puoi fidarti di ciò che provi."
"Non voglio che lo capisca per me, ma per sé."
"E non può essere che le due cose coincidano, invece che essere parallele e basta?"
Non riuscii a dargli una risposta adeguata; non ci avevo pensato, nel modo più stupido possibile.
In ogni caso mi era impossibile tornare indietro, perché non era solo quello il problema da risolvere. "Io non gli piaccio come lui piace a me. E a me piace...tanto."
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Bonjour, Oscar [hearts club the series #1]
ChickLitOscar Evans-Cooper è uno studente gay, e tutti lo sapevano. In qualsiasi posto si trovasse, Ethan lo aveva marchiato con quel nome, come se non avesse nient'altro da offrire. Lèon Dupain è uno studente americano-francese, figlio di un importante po...