Chapter Six.

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(LEI)

Ero venuta a casa di Sean per parlare con lui, ma ora che ho visto Mark, il mio cervello non riesce più a pensare o a fare qualsiasi altra cosa. Vado nel panico e inizio a balbettare. «S-Siete f-fr-fr-fra-fratelli?» Sean mi fissa, poi si gira a guardare Mark «Si...voi...voi vi conoscete già?» annuiamo in contemporanea. Deglutisco e sposto il mio guardo da Mark a Sean. «Si, ma...» forse Mark ha intuito che suo fratello mi ha raccontato la sua storia e se ne va. Velocemente, anche. Lo guardo e mi rattristo. «Tutto bene, Diana?» gli sorrido. Insomma, mica sono così cattiva da mostrare più attenzione a suo fratello che a lui...anche se é quello che vorrei. Lo abbraccio, anche se so che così ferirò Mark. Perché dovrei scordarmi di lui. Non so se é una domanda o un'affermazione.
«Per quale motivo sei venuta fin qui di domenica sera?» lo fisso negli occhi. Effettivamente non lo so, di preciso. Ma volevo venire. Non posso dirgli così, però...mannaggia alla mia impulsività. «Per chiarire la faccenda delle rose...ho pure chiamato il negozio di consegne dei fiori e dice che la richiesta di 100 rose nere é partita da questa casa...»
Ma certo! Ora si che tutto mi é più chiaro! Sean capisce e si guarda le spalle, come se ci fosse ancora suo fratello. Mi chiede di aspettare sulla porta e rientra in casa, probabilmente per discutere con lui. Oh che bello, due ragazzi litigano per me e sono pure fratelli. Mi sento una tale stupida! Io non sono questo genere di ragazza, giuro...mi siedo sull'unico gradino della casa e aspetto. Nella mia mente vaga il primo bacio con Sean e di quanto stavamo bene insieme. Ma poi la felicità é scomparsa e sono tornata quella di prima. La ragazza indecifrabile che passa le giornate chiusa in se stessa perché così vuole lei. La ragazza asociale che preferisce le ff e gli scleri ad esse legate al mondo vero. La ragazza che tutt'ora sono. Mi sento in colpa e decido di andarmene silenziosamente.

(LUI)

Mio fratello entra nella mia camera e si accosta sulla soglia con le braccia incrociate . Il suo sguardo é duro. Per caso Diana l'ha lasciato? Oppure...
«Perché le hai inviato delle rose?»
Abbasso lo sguardo, anche se in realtà non dovrei. Non mi sento per niente in colpa per averle inviato le rose. Lo guardo negli occhi «Perché no? Stava male e di sicuro non potevo inviarle nel brodo di pollo...» mi guarda e mette la mano nella tasca posteriore per tirare fuori un bigliettino bordeaux. «E questo?» mi tira il bigliettino. Me ne ero scordato...lo prendo in mano, lo apro e lo rileggo come se non l'avessi mai visto. «Ci dev'essere stato un errore...questo non l'ho inviato io.» «Quante ragazze ci sono in questa città che amano il nero, il bordeaux e il gotico?» abbasso lo sguardo. Effettivamente non ha tutti i torti...«Ok e anche se fosse?» mi guarda fisso negli occhi «Ti rendi conto che ci stai provando con la mia ragazza?» «Venerdì sera non lo era ancora...» ci pensa un po' su «Hai ragione...comunque quella cena che le hai promesso non si farà perché ora stiamo insieme. Lo sai quindi non riprovarci...»
Ed esce dalla mia camera sbattendo la porta e lasciandomi li come un idiota. Devo fare capire a Diana che Sean non é il ragazzo che fa per lei. Perché il vero idiota é lui. Deve far scegliere a lei chi le piace. Accetterei persino di non parlare se a chiedermelo fosse lei. Vado alla scrivania e mi siedo. Accendo la lampada e mi concentro sul disegno. Un nuovo disegno: un paio di occhi di una ragazza che sono duri ma con tutto il trucco colato, come se avesse appena pianto. Insomma, una ragazza forte come Diana.
Riesco a finirlo che ormai é lunedì mattina. 1:00, circa. Lo appoggio sul tavolo e lo guardo fiero. Spengo la lampada e mi cambio. Poi mi infilo nel letto.

(LEI)

Mi alzo controvoglia, ma ormai sto bene e ho deciso di tornare a scuola, sperando di poter chiarire con Mark. Scendo le scale e mi ficco un paio di biscotti in bocca. Vado in bagno e mi sciacquo il viso per svegliarmi un po' ma l'acqua non basta e devo mettermi anche una bella base di fondotinta, cosa che odio. Gli unici trucchi che mi piacciono sono: rossetto bordeaux, matita nera e mascara. Più o meno tutto tranne il fondotinta. Mentre mi trucco, il mio sguardo cade sul dito indice della mano destra, dove ho infilato il vecchio anello che mi ha regalato Sean quattro anni fa. Ieri me lo sono rimesso quando abbiamo deciso di rimetterci insieme. Ma me ne sto pentendo e mi sento male per Mark. Provo qualcosa di molto profondo, come una connessione. Sarà per la sua storia o per il suo carattere, ma trovo tenerezza per lui. Un debole, direi. Decido di tenermi comunque l'anello, ma ancora per poco. Vado in camera e apro l'anta dell'armadio nella quale c'è uno specchio a figura intera. Mi giro su me stessa, mantenendo comunque lo sguardo sul mio riflesso. E improvvisamente quelle cicatrici sono ancora più dolorose.

Mi sta facendo male con qualcosa di appuntito che non posso vedere. Mantengo gli occhi chiusi anche quando mi minaccia. E quando li riapro, ho tutta la schiena e il braccio sinistro sfregiati. Delle cicatrici sono un po' qua e un po' la e accompagnano quelle vecchie. Lui mi guarda e poi butta quell'oggetto per terra. Prende la giacca ed esce. Finalmente posso piangere.

Ritorno alla realtà e sono in ritardo per la scuola. M'infilo dei jeans skinny , una camicetta nera e un cardigan bordeaux. Per le scarpe scelgo le vecchie Allstars. Prendo la borsa, dove ci ficco le cuffiette, il telefono e il mio libro preferito. Ah si, anche dei fogli ed una biro. Esco dalla mia camera di fretta e furia, salutando tutti con un «CIAOO!» che di sicuro si sente in tutta la casa. Esco e mi butto nella macchina, però oggi scelgo i posti dietro, per poter allungare le gambe doloranti (ho fatto un capitombolo per arrivare in tempo).
Oggi Nic fa ancora più in fretta del solito e riesco ad arrivare in perfetto orario. All'Ingresso, Sean mi aspetta. Mi guardo attorno ma di Mark nemmeno l'ombra. Andiamo in classe mano nella mano.
Come ho già detto e ribadito, odio qualsiasi gesto d'affetto, ma conto di stare un po' con Sean, prima di lasciarlo.
Gli voglio bene, sia chiaro, ma forse non così tanto da chiamare "Amore" questo sentimento.
C'è un solo ragazzo in tutta la scuola che mi fa sentire normale, nonostante lui non lo sia. E oggi non si é presentato a scuola.

Dark soul.  [completata] [prequel di Letters to Diana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora