Chapter Sixteen.

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(LEI)

Sabato mattina.
Probabilmente fra una settimana o poco più, lui uscirà di prigione.
Mi giro nel letto un paio di volte, ma poi decido di alzarmi. Sono le 5:57 e in casa Rogers, nessuno si é ancora alzato, anche se probabilmente fra poco Lidia inizierà i suoi soliti lavori di casa.
Metto giù il piede destro e tutta la gamba mi sbilancia verso il bordo del letto. Mezza addormentata, cado per terra. Mi rialzo con il naso rosso e dolorante.
«Maledizione a lui!» sibilo fra me e me.
Vado nel bagnetto adiacente alla mia camera e mi sciacquo il viso per svegliarmi un po'.
Che masochista. Potrei dormire ancora un po'...ma sinceramente non ci riesco.
Scendo piano le scale e vado in cucina cercando di non svegliare nessuno. Con calma, apro la porta scorrevole che divide l'enorme ed elegante sala da pranzo e la cucina. Entro e mi trovo Nic che sta mettendo delle cose nel lavello.
«Diana? Che ci fai sveglia alle 6:05?»
Domanda legittima.
«Incubi.»
Annuisce e continua a lavare la sua tazza. Credo sia una tazza.
Mi allungo un po' e guardo dentro: c'ho azzeccato, perché sta proprio lavando una tazza. Questo é già tanto per una Diana appena sveglia e sopratutto alle 6 del mattino.
«Facciamo colazione insieme, Di?»
«Non hai già mangiato?» dico indicando la tazza. Guarda cosa sto indicando e scuote la testa.
«No, no...era sporca e la stavo lavando per usarla.» Faccio un cenno con la testa, poi mi siedo sulla cassapanca attaccata alla parete di destra e continuo ad osservare Nic davanti a me. Lava un'altra tazza, poi mi passa l'acqua calda e delle bustine di te. Mi allungo e tiro fuori i biscotti dal mobiletto.
Dopo la colazione, faccio per andare in camera ma Nic mi ferma.
«Tua mamma sta dormendo, quindi ti prego di non fare rumore. Sta notte continuava a rigirarsi nel letto per colpa di tuo padre...»
«Mio padre? Sei tu mio padre...»
Mi sorride
«E tu sei la mia piccola bimba.»
Ci abbracciano e poi saliamo insieme senza fare alcun rumore.
Lo saluto ed entriamo nelle rispettive camere. Sto uscendo dopo essermi vestita, ma Nic mi batte sul tempo e mi apre la mia porta.
«Ti andrebbe di venire alla casa discografica con me?»
Rido «Tipo giornata padre-figlia?»
«Beh se la vuoi definire così...mi fa molto piacere.»
Scendo le scale in modo sempre silenzioso seguendo Nic, che é vestito in giacca e cravatta. Mentre stiamo aprendo la porta d'ingresso, sento Lidia che parla al piano di sopra. Con una scusa, dico a Nic di andare avanti che poi lo raggiungo. Salgo le scale e origlio, anche se non dovrei.
«Lidia, mi servirebbe un'aspirina...»
«Certo, Erika.»
«Ah e tra poco esco...mi prepareresti anche la colazione?»
«Vado subito, signora.»
Chiude la porta e se ne va.
Per mia sfortuna, gira l'angolo per le scale e mi vede.
«Diana?»
La guardo ad occhi sgranati
«Ehm...no...sono la sua gemella!"
Mi guarda e scuote la testa. Poi mi supera e scende le scale. Io faccio l'ultimo gradino che mi manca per raggiungere il secondo piano e vado da mia madre. Busso alla porta e mentre sto per aprirla, mia madre lo fa dall'interno.
«Mamma...? Che ci fai già sveglia?»
«Stavo per chiederti la stessa cosa...» ridiamo, ma poi si ferma e si rattrista
«Mamma, hai avuto anche tu degli incubi?»
«'Anche'?»
Mi abbraccia
«Oh, tesoro, andrà tutto bene. Fra un paio di ore dovrebbero arrivare tutti gli uomini della sicurezza...il tuo personale bodyguard ti raggiungerà in ufficio da Nic e il mio verrà qui insieme ad altri per controllare la casa.»
«Come fai a sapere che vado da Nic?»
«Ho sentito che ne parlavate sulle scale...comunque credo che verrò a pranzare con voi.»
«Una giornata in famiglia...»
«Eh si, una giornata in famiglia.»

Giro la sedia con le rotelle di Nic come quand'ero piccola.
360º, poi mi fermo per affievolire il mal di testa e altri 360º. Mi diverto con davvero molto poco. Pola (la segretaria di mio padre) mi porta un foglio e una matita. Probabilmente la sedia scricchiolante la distrae dal suo lavoro...
Le sorrido per ringraziarla, ma solo per cortesia: io mi stavo divertendo a far nulla.
Sbuffo e inizio a disegnare cose senza senso, poi mi ricordo che dovrei disegnare il mio vestito per la festa. Mmmm...dev'essere lungo ma comodo, assolutamente scuro e coprente (almeno la schiena, perché non voglio che qualcuno veda le mie cicatrici).
Inizio a disegnare un vestito scomponibile che se si cambia la gonna, può essere sia elegante che comodo.
Inizio a fantasticare sulla mia festa e senza accorgermene, ho disegnato un ragazzo riccio che balla con una ragazza mora.
Ok, sto impazzendo.
Non vedo l'ora che sia il mio conpleanno, ma non tanto per i regali e la festa in se, ma per Mark.
Spero solo che Sean capisca, ma sinceramente se fossi in lui mi arrabbierei un po'. Mi alzo dalla sedia e cammino pensando, anche se un realtà quello che ha rotto é stato lui. Ok che volevo farlo io, ma alla fine l'ha detto lui quindi in pratica non dovrebbero esserci problemi.
Alzo lo sguardo e vedo Pola innervosita che mi fissa.
Se gli sguardi potessero uccidere, sarei già morta e risorta sei o sette volte nell'ultimo quarto d'ora. Torno a sedermi e prendo il telefono fisso dell'ufficio (il mio l'ho scordato sul mobiletto dell'ingresso, maledetta me) per comporre il numero interno di mio padre. Sto premendo il pulsante verde, quando Pola mi blocca «Diana, no. Il signor Rogers é in riunione con un potenziale nuovo cantante.»
Che due scatole. Sbuffo e metto giù. Continuo i miei trip mentali tra disegni e sogni ad occhi aperti. Dato che non so cosa fare, faccio avanti e indietro per il corridoio che collega tutti gli uffici.
Fortunatamente c'è la moquette e i miei passi sono meno rumorosi di quanto non siano in realtà.
Mi blocco davanti al bagno delle signore ed entro. Mi sistemo i capelli e mi lavo le mani, giusto per perdere un po' di tempo. Esco e sbatto contro a qualcuno.
«Mi scusi, mi scusi tanto...! Sono una sbadata e...»
Il ragazzo contro cui ho sbattuto mi ferma.
«Tranquilla, non c'è problema.»
Mi sorride e si dilegua. Simpatico il tipo, magari potrei farmelo amico per passare questa giornata "padre-figlia" che si sta rivelando una tortura per le mie unghie.
Lo seguo e vedo che gira l'angolo ed entra nell'ufficio con la targhetta "Rogers, Nicolas".
Allora é lui la nuova stella nascente!
Interessante il tipo...

Dark soul.  [completata] [prequel di Letters to Diana]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora