È sabato sera, è la vigilia di Pasqua ed io sono davvero tentata di restare tra le mie coperte a sonnecchiare ed a leggere romanzi rosa.
"So che stai pensando An, non ti azzardare." Mi rimprovera Jane, continuando a truccarsi nell'angolo della mia stanza."Non so nemmeno cosa mettere..." Cerco di convincerla, facendo persino il labbruccio. "Non mi convincerai, Fitzgerald." Mi guarda severa, portandosi una mano sul fianco mentre si spalma in viso quello che credo sia un blush.
Sospiro, alzandomi dal letto: avere un'amica che ti inciti ad andare alle feste, a volte, non è proprio
il massimo, soprattutto se la tua voglia è pari a zero.
La rossa mi passa frettolosamente un vestito preso a caso dal mio armadio, esclamando "Ecco, vedi? È perfetto!""Ma è pure bucato..." Cerco davvero di persuaderla a farmi restare a casa, magari a mangiare una pizza o spettegolare con mia madre degli uomini che ci provano con lei.
"Dove?" Mi domanda, ed immediatamente capisco di essere fottuta: il tubino bianco che ha lanciato sul mio letto, non ha nessun buco. "Lì." Le indico un punto a caso, sperando che magicamente si deturpi. "Oh, andiamo Anne, alzati."
Sbuffo, ancora. Cerco di infilarmi questo vestito, e ovviamente, non appena lo indosso Jane dice: "Cavolo ti sta davvero bene."
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Usciamo di casa, con mio grande disappunto. Ad aspettarci, fuori dal portico, è la macchina nera di Cameron. È affacciato dal finestrino, e posso notare come il suo sguardo sia caduto prima su Jane, la quale è vicina a mio fratello, e poi su di me.Gli sorrido, cercando di nascondere la mia insoddisfazione, prima di sistemarmi nel sedile anteriore. "Non c'è Diane?" Domando, ancor prima di salutarlo. "Ciao anche a te." Mi dice, facendo partire la macchina.
"Cazzo, vero! Dov'è l'intelligentona?" Continua la rossa, ottenendo solo una smorfia di disappunto da parte di Cameron, ben visibile dallo specchietto retrovisore.Nel silenzio, guida con una velocità che inizialmente mi inquieta, ma sento come se in questo momento non sia il caso di rimproverarlo. Mi perdo in uno sguardo furtivo a lui: la sua camicia nera è aderente e leggermente aperta, mettendo in mostra il suo petto virile. I pantaloni, dello stesso colore, esaltano i muscoli delle gambe, creando un'immagine che cattura la mia attenzione e non la lascia andare. Più lo guardo, più mi rendo conto di quanto sia estremamente affascinante ai miei occhi.
"Vuoi una foto, principessa?" Mi domanda, a bassa voce, così che possa sentirlo solo io. Gli sorrido, un po' in imbarazzo per essere stata beccata. Gli do uno schiaffo leggero sulla mano, che crea un ghigno soddisfatto sul suo bel viso.
Mentre la macchina sfreccia lungo la strada, l'atmosfera è carica di emozione - tranne che da parte mia. Le luci delle case e dei locali notturni iniziano a danzare davanti ai miei occhi, mentre Jane, inizia a immaginare cosa possa succedere alla festa: Shawn farà questo, oppure farà quello...
Nel frattempo, cerco di nascondere l'imbarazzo che provo nel trovarmi così vicina a Cameron. Il suo profumo leggermente vanigliato riempie l'auto, facendomi inevitabilmente continuare a pensarlo. Cerco di guardare di tutto, come la macchia sul tessuto del tettuccio, o le gambe accavallate della mia amica ma... Cameron continua a governare la mia mente.
Finalmente arriviamo alla festa, una casa illuminata e rumorosa che sembra traboccare di energia. Mentre scendiamo dall'auto, noto che mio fratello abbia aiutato Jane a scendere. Naturalmente, non perdo l'occasione per lanciare sguardi compiaciuti a entrambi, rendendo la situazione ancora più imbarazzante.
All'interno della casa, la musica è così forte che riesco a sentire i bassi vibrare attraverso il pavimento. L'odore di erba mi invade le narici, che subito storpio: credo che sia tra le poche cose che non vorrò provare mai. Jane mi trascina subito in mezzo alla folla, mentre io cerco inutilmente di trovare un angolo tranquillo.
Le persone mi sovrastano, riescono incredibilmente ad invadere i miei spazi ancora più di quanto potessi pensare.
"E così, con Jack eh?" Le domando ad alta voce, così che possa sentirmi nonostante la musica ad alto volume. "È solo un amico!" Mi grida di rimando, facendomi sorridere per la convinzione con cui l'ha detto. "Se lo dici tu!"
"Vuoi che ti prendo da bere?" Continua, avvicinandosi al mio orecchio. "Solo della Sprite, grazie!" La vedo allontanarsi dalla folla, andando dritto verso i drink.
E così mi ritrovo sola, circondata da una folla che quasi mi sale addosso a causa della frenesia con cui balla. Il mio sguardo scivola tra le persone che si divertono, mentre rifletto su quanto sia diversa da loro in questo momento: una povera anima fuori posto, così mi immagino.
Mi sento improvvisamente toccata sulla spalla da una mano che scivola delicatamente sulla mia pelle, scoperta, leggermente riscaldata e un po' sudata a causa dell'atmosfera calda e umida della festa, lasciandomi una sensazione di leggero formicolio. Mi volto istintivamente, con il cuore che inizia a battere un po' più veloce del solito, e incrocio lo sguardo di colui che, per mia sfortuna, è il mio fidanzato.
"Hey, possiamo uscire per parlarne?" La sua voce, impregnata di un mix di emozioni, arriva alle mie orecchie. Mi afferra con decisione per il braccio, il suo tocco è un po' più forte del normale, quasi come se avesse paura che io possa sfuggirgli. Prima che possa articolare una risposta, mi ritrovo a essere trascinata verso l'uscita della casa. Arriviamo nel giardino sul retro, un angolo tranquillo dominato da scatoloni di vino vuoti e qualche erba selvatica che spunta qua e là tra le fessure delle mattonelle. L'eco della musica proveniente dall'interno arriva in sottofondo, sufficientemente ovattato da permetterci di concentrarci l'uno sull'altro.
"Dimmi, Shawn." La mia voce è leggermente più secca del solito, perché in questo preciso momento non ho davvero voglia di ascoltarlo. È lui la ragione per cui non volevo partecipare a questa festa dall'inizio. Mi trovo a fissare il suo volto, cercando di mantenere una compostezza che mascheri il mio disagio. "Io... volevo scusarmi, non ho pensato che avrei potuto ferirti." La sua voce si sta spezzando, ma giuro che non provo nessuna pena per lui; Preferirei essere altrove, tipo a litigare con Diane, ma non qui.
Continua a stringermi il braccio con una presa che denota una certa ansia, come se temesse che io possa svanire da un momento all'altro. "Mi dispiace." Riesco a sussurrare a fatica, le parole che escono quasi come un soffio, il mio sguardo rimane abbassato, incapace di incrociare il suo carico di emozioni. "Ti dispiace? Di cosa? Non comprendo, Anne." L'intonazione delle sue parole continua a risuonare nella mia mente, come un suono insistente. Sento il suo sguardo scrutare ogni mio movimento, e questa attenzione mi mette a disagio, decisamente.
"Non penso di essere la persona giusta per te, Shawn." Finalmente i nostri occhi si incrociano, e subito mi precipita addosso la folata di emozioni che sta provando. "Tu? Cosa..." Continua a domandarmi, quasi come se implorasse una smentita, una conferma che la sua percezione sia errata. "Non vorrei mai ferirti tesoro, ma credo che siamo troppo diversi per stare insieme." Gli prendo la mano, quasi come se cercassi di fargli ingoiare la pillola con più dolcezza. Lui si sottrae bruscamente al mio tocco, un passo indietro che crea un vuoto tra di noi.
"Come puoi dire una cosa del genere? Cosa diavolo ti ho fatto mancare?" Si porta le mani ai capelli, tirandoseli con forza. Provo ad avvicinarmi, ma il suo sguardo arrabbiato mi incute un certo timore. "Non è colpa tua..." Faccio per rispondere, ma inizia ad urlarmi contro. "Vorresti dirmi la solita frase del cazzo? Risparmiatela, perfavore." Ritorna con passo veloce dentro, lasciandomi sola in questo schifo di giardinetto buio e desolato.
Non posso e non voglio seguirlo, per cui cerco di trovarmi un posticino silenzioso che possa lasciarmi pensare. Una volta entrata, mi dirigo quasi correndo verso le scale. In questo momento vorrei solo sfogarmi con un pianto liberatorio, mi sento come se avessi perso un amico; In fondo, nonostante non siamo fatti l'una per l'altra, è stato presente per me, mi ha voluto bene... ed io, l'ho semplicemente trattato in questo modo.
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Immensamente tua - Il mio vicino di casa
Fanfiction"Quanto sei stronzo, Cam." Stacca il suo viso dalla mia pelle per guardarmi intensamente negli occhi, quasi come se lo avessi risvegliato da uno stato di trance. "Come mi hai chiamato?" Mi domanda con voce roca, alzando lievemente le sopracciglia so...