Il Vicolo - Seconda Parte

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Il pensiero di quel brivido appena sussurrato era ormai l'unica cosa che lo faceva andare avanti.
Era ancora lì?
Perchè non lo aveva mai visto prima?
Perchè era apparso proprio ora?
Perchè?
Perchè solo lui poteva vederlo?
Il terrore divenne presto ossessione. I giorni e le ore si inseguivano pigre come le nuvole di pioggia sopra la sua modesta città. Non passò molto prima che l'ossessione per quel vicolo afferrasse qualcosa dentro di lui. Finché, in pochi mesi, non prese definitivamente il controllo della sua vita.
Il sonno. Il lavoro. Familiari. Amicizie.
Gli portò via tutto.
L'ossessione per quei pochi metri di porfido e malta lo avevano divorato. Non fu per coraggio. Tornò a quel vicolo per disperazione, la marea che inonda la valle vuota di decadenza che l'ossessione lascia sempre al suo passaggio.
Pioveva, anche quella notte, quando la disperazione lo portò di nuovo di fronte a quel vicolo.
Il corso deserto veniva a poco a poco cancellato dalla pioggia battente.
Un passo.
Un altro.
Dopo una decina di passi era quasi alla svolta, avvolto in un buio denso e penetrante, reso ancora più vero dalle scintille di pioggia, pronto a svelare il mistero, l'orribile e terrificante mistero che si nascondeva alla fine di quel vicolo.

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