Manuel sentì la risata di Simone rieccheggiare nel salotto e, appena finì di riempire un calice di vino rosso per lui e un bicchiere di birra per se stesso, tornò dal suo ragazzo pronto a continuare i festeggiamenti.
Simone lo accolse nella stanza mentre cercava - fallendo miseramente - di ballare su una hit del momento riprodotta casualmente da Spotify. «Ma che stai a fa?» chiese ridendo Manuel mentre poggiava i due bicchieri sul tavolino davanti al divano prima di essere trascinato per un braccio al centro del salotto.
«Simò, nun so balla' e lo sai.» rise buttando la testa indietro mentre si lasciava trascinare in quello strano ballo che sembrava più un ondeggiare senza senso.Avevano bevuto un po' - okay, forse un po' tanto - ma non troppo, quello che gli serviva per sciogliersi del tutto, lasciarsi andare e divertirsi. Alla fine dovevano festeggiare il loro fidanzamento, era giusto bere un po' più del solito.
Manuel quella sera aveva chiesto a Simone di sposarlo sotto il cielo stellato di Roma - se volevamo essere precisi entrambi si erano proposti ma Manuel si era impuntato con Simone visto che aveva sempre detto che glielo avrebbe chiesto lui.Così, sotto il cielo pieno di stelle, sotto lo sguardo di Jacopo e davanti a tutta Roma sul Gianicolo, avevano entrambi accettato con il sorriso e il cuore che scoppiava di amore quella proposta di matrimonio.
Erano rimasti un po' li a bere per poi tornare a casa. Simone aveva subito messo su della musica e si era messo a ballare - se così si può considerare.
«Gli sposi non possono saltare il primo ballo, Manu! Dobbiamo imparare, allenarci!» rise Simone mentre continuava a farlo girare in tondo.Manuel rideva con lui, rideva tanto che gli mancava quasi il fiato però continuava a ridere perché Simone così felice era la visione più bella del mondo e quella era in assoluto la serata più bella della sua intera vita fino a quel momento.
Senza fiato e con le guance che gli facevano male, Manuel si staccò da lui spaparanzandosi sul divano in modo scomposto continuando a tenere gli occhi sulla figura del corvino.Lo squadrò da capo a piedi, osservandolo mentre ondeggiava con ancora indosso la felpa nera aperta davanti che gli aveva prestato e con sotto una semplice maglia bianca e dei jeans neri così stretti che, insieme a quei movimenti, gli stavano facendo perdere la testa.
"Sarà mio marito" pensò sospirando di felicità "tra qualche mese sarà mio marito e dichiareremo il nostro amore eterno e tutti coloro che ci amano saranno testimoni di quanto io sia innamorato perso di questo uomo"Simone prese il calice di vino e se lo portò alla bocca bevendo un lungo sorso mentre continuava a ondeggiare guardando Manuel steso sul divano. D'improvviso la riproduzione casuale mandò una canzone lenta e sensuale, sconosciuta ai due ma che nella testa di Simone era perfetta solo per una cosa.
Scherzosamente, con la mano libera dal vino, si scoprì la spalla dalla felpa lasciando che questa cadesse leggermente fino a metà braccio per poi tirarla di nuovo su ridendo. Manuel però, catturato dallo sguardo che aveva il corvino quando aveva compiuto il gesto, non stava affatto ridendo.
«Toglitela - ordinò gentilmente con gli occhi che bruciavano sulla pelle di Simone che, appena provò a toglierla, venne subito stoppato - toglila lentamente.»
Il corvino si morse il labbro, "lo stiamo facendo davvero?” si chiese prima di rimettersi la felpa, buttare giù quello che rimaneva del suo vino e iniziare a far scivolare via la felpa da un braccio lentamente.
Quando il tessuto scivolò via anche dall'altro braccio, Simone lanciò la felpa addosso a Manuel che non aveva perso un solo movimento.C'era troppa luce, troppa luce per far sentire a suo agio Simone nel fare un semi spogliarello e non aveva bevuto abbastanza per cacciare via tutto il suo imbarazzo. Si girò e, sotto lo sguardo confuso di Manuel che lo richiamava a sé, andò verso un mobile alla ricerca di un oggetto che nelle giornate di pioggia usavano spesso.
Lo attaccò subito mettendolo al centro del salotto e spense le luci per far si che il cielo stellato riempisse la stanza.«Ora va meglio.» disse con voce roca guardando negli occhi il suo futuro marito e leccandosi le labbra per inumidirle mentre si toglieva gli scarponcini facendo pressione sul tallone con la punta del piede.
Manuel, oltre ad esser stato catapultato in un oceano di stelle grazie al proiettore - il primo regalo che gli aveva fatto, quando ancora non stavano insieme - fu anche privato del fiato quando Simone tornò davanti a lui e le stelle vennero proiettate anche su di lui rendendolo forse più bello di quanto già fosse - cosa che Manuel credeva impossibile.Portò una mano sul bottone dei jeans e con una lentezza quasi illegale fece scattare il bottone fuori dall'asola. I fianchi continuavano il loro ondulare senza senso su un ritmo inesistente mentre le mani scendevano facendo scorrere la cerniera e finalmente liberare il corpo di Simone da quei jeans stretti che piano caddero giù fino alle caviglie.
Una volta tolti anche quelli, Simone si avvicinò al ragazzo fino a mettersi a cavalcioni sulle sue gambe sfiorando con le labbra la bocca di Manuel e vedendolo boccheggiare alla ricerca di un bacio che gli fu negato.
Portò le mani sui bordi della t-shirt bianca e, mentre le mani di Manuel lo prendevano per i fianchi, Simone si sfilò anche quella rimanendo in boxer e calzini davanti al suo futuro marito.«Ti ricordi - iniziò poggiando la fronte contro la sua e sentendo il respiro pesante di Manuel sulle sue labbra - la prima volta che ci siamo baciati? che abbiamo fatto l'amore sotto questo stesso cielo stellato artificiale?»
Il profumo di Simone era come una droga per il moro e sentirlo così vicino, sentire le sue labbra a un passo, lo stava mandando fuori di testa.«Certo che me lo ricordo. Dopo stasera è quella la notte più bella della mia vita, come potrei mai dimenticare.» rivelò posando le mani sul suo collo e accarezzandogli le guance e la mascella con i pollici. Simone si sporse di poco facendo combaciare alla perfezione le loro labbra dando vita a un bacio dolce e pieno di amore e passione.
«Non avrei mai pensato di fare uno spogliarello in vita mia.» scherzò ridendo stringendosi ancora di più a lui e sentendo i loro corpi reagire automaticamente a quello sfregamento.
«Ma dopo la bellissima proposta che ti ho fatto come potevi dirmi di no?!» chiese scherzando Manuel beccandosi uno schiaffo sul petto ancora coperto, «Per prima cosa: l'ho fatta prima io la proposta!»
«Ma ti ho detto di no!»
«Solo perché volevi farla tu!» iniziarono a bisticciare ridendo, «E seconda cosa: avrei comunque potuto dirti di no, solo che non ho voluto!»Manuel sorrise e gli strizzò le guance con una mano per poi posare le labbra su quelle in fuori di Simone, «Perché mi ami tanto.»
«Purtroppo non posso ribattere su questo punto.» scosse la testa prima di tornare a baciarlo ancora e ancora.
(so che nessuno se lo sta chiedendo ma...)
se qualcuno se lo stesse chiedendo si, è il dopo proposta di matrimonio dei miei figli di let's raise a glass
così ho accontentato anche l'anon che mi aveva chiesto un missing moment un po' di tempo fa