"You look like you were jealous" (B)

2.1K 125 8
                                    

Da quando erano partiti da casa Manuel non faceva altro che allungare le mani e infastidire in tutti i modi possibili Simone che, sbuffando e alzando gli occhi al cielo, cercava di concentrarsi sulla strada per il ristorante.
«Manuel!» lo riprese per l'ennesima volta appena sentì una mano poggiarsi vicino alla patta dei suoi pantaloni.
«Nun sto a fa niente - cercò di difendersi ridacchiando il moro - Nun è colpa mia se vestito così sei n'fregno irresistibile.»
Il corvino alzò nuovamente gli occhi al cielo ma questa volta un sorrisetto sfuggì al suo controllo andando ad abbellire quelle labbra che Manuel avrebbe voluto tanto mordere e baciare, «Non provare ad allungare le mani durante la cena, Manuel. Non siamo da soli al tavolo e siamo in un luogo pubblico.»
Manuel alzò un sopracciglio, «Il fatto che un luogo sia pubblico nun ce ha mai fermato me sembra.» disse allungando nuovamente la mano che venne cacciata subito via da quella del compagno.

«Manuel devo parcheggiare, stai fermo co ste manacce.»
«Nun me sembrava te dispiacessero ste manacce quando te hanno svegliato stamattina.» Simone sbuffò ripensando a quando quella mattina si era svegliato gemendo con la mano del moro intorno al suo- vabbè, «Scendi dalla macchina così non mi distrai mentre faccio manovra.» rispose esasperato allungandosi per aprirgli la portiera e vedendo il volto del suo ragazzo imbronciarsi e sentirlo borbottare mentre scendeva.

Una volta entrati al ristorante raggiunsero i loro amici - che per la precisione erano amici di Simone, o meglio compagni di corso alla facoltà di Matematica che Manuel non sopportava proprio. Proprio per questo era dal giorno prima che stava cercando tutti i modi possibili per convincere Simone a non andare a quella cena.
Il ragazzo aveva proposto di andarci da solo ma Manuel, sapendo che Tommaso - uno stronzo pieno di soldi figlio di papà - si sarebbe subito incollato a lui provandoci spudoratamente per tutta la sera, aveva completamente ignorato quella proposta.

Sarebbero andati entrambi o non sarebbe andato nessuno dei due. Infatti si trovarono entrambi lì, seduti l'uno accanto all'altro in un tavolo tondo con altre sei persone in uno dei ristoranti migliori di Roma.
Manuel già si stava interrogando sulle sue scelte di vita che lo avevano portato fino a li.

Per quanto si sentisse a disagio in quel posto, la presenza di Simone e la mano stretta nella sua sotto il tavolo, arrivò alla prima portata senza intoppi e sereno - se non fosse stato per gli occhi di Tommaso fissi sul suo Simone.
"Sembra che questo nun mangi da mesi e che l'unica pietanza in sto posto sia il ragazzo mio" pensò arricciando il naso dal disgusto mentre prendeva un raviolo ripieno di nonsapevabenecosa con un sugo di nonneavevaidea e lo metteva in bocca con fare un po' schifato - dal damerino, non dal cibo.

«Tutto bene?» chiese a bassa voce Simone contro il suo orecchio ottenendo subito un sì con la testa dal moro che, dopo aver mandato giù il boccone, si girò verso il ragazzo immergendosi per un attimo nei suoi occhi.
"Perché sei così bello stasera Simò" si chiese mentre lo guardava "me rendi ancora più difficile tene' le mani a posto co sto completo blu che c'hai addosso" deglutì a vuoto tornando sul suo piatto di pasta e non alzando più la testa fino a che non ebbe finito.

Mentre gli altri al tavolo chiacchieravano amabilmente di problemi matematici e altre cose di cui lui non capiva niente, Manuel prese a giocare con la mano di Simone sotto il tavolo - almeno fino a quando Tommaso non decise che flirtare con Simone davanti a lui fosse una buona idea.
Così il moro iniziò a infastidire nuovamente il compagno che sembrava dare troppa corda a quel flirt che incendiava gli occhi e il corpo di Manuel con taniche di pura gelosia.

Sapeva che Simone non avrebbe mai fatto niente, si fidava ciecamente di lui ma... come lo guardava quel Tommaso non gli piaceva per niente, tanto da fargli rigirare lo stomaco e farlo comportare come il ragazzino con carenze d'affetto che non era più ormai.
Sfilò la mano da quella di Simone e la poggiò sulla sua coscia sentendo il tessuto di quei pantaloni eleganti sotto le sue dita. I muscoli del corvino si irrigidirono appena strinse leggermente la coscia con la mano salendo poi sempre più su. Le dita scivolarono nel suo interno coscia e Manuel sentì il corpo di Simone tremare sotto il suo tocco, «Smettila subito.» si sporse verso il suo orecchio per sussurrargli con tono minaccioso.
Ma Manuel non voleva smettere, che sentire il corpo del suo ragazzo fremere per il suo tocco mentre un altro lo guardava sperando di poter fare lo stesso lo faceva impazzire.
Una mano di Simone si posizionò su quella di Manuel senza spostarla però, rimase lì a premere di più quel palmo caldo contro il tessuto desiderando che non ci fossero barriere tra le loro pelli.

That's amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora