what if? pt.2
«Ventiquattro ore?»
«Ventiquattro ore, Manuel.» rise Simone mentre osservava l’altro mentre sbuffava e si stende a tra i cuscini del suo letto. Il corvino si poggiò su un fianco con il gomito che affondava nel cuscino e la mano a reggere la testa. I loro corpi erano incollati l’uno all’altro da tutta la notte, le loro pelli si toccavano e le dita si sfioravano di continuo. Avevano dormito quasi abbracciati, un po’ per il poco spazio che c’era nel letto singolo di Simone, un po’ per quello che avevano fatto la sera prima al telefono.
Non avevano fatto niente quella notte, neanche un bacio – Simone era stato categorico su quello. Però, quando si erano svegliati quella mattina si erano guardati per minuti e minuti interi passando le dita sul petto dell’altro accarezzandosi e studiando i loro volti nei minimi dettagli. Manuel ci aveva provato molte volte a sporgersi di più tentando di unire le loro labbra ma il corvino gli era sempre sfuggito ridendo, anche mentre era steso sul letto mezzo addormentato.
«Sei veramente uno stronzo.» borbottò mettendo il broncio e incrociando le braccia la petto mentre guardava Simone con il volto sopra il suo a pochi centimetri. Simone alzò le sopracciglia e sogghignò, «Io?! Non tu che ieri ti sei… scopato quella vecchia, hai fatto sexting con me per poi infilarti nel mio letto?» rise di gusto guadagnandosi un occhiataccia da parte del moro che, alzandosi di poco, arrivò a pochi centimetri dal suo volto. Infilò una mano tra quei capelli corvino e lo tirò di più a sé fino a sfiorare quelle labbra che stava agognando da ore e ore.
«Sicuro di voler aspettare ventiquattr’ore? Perché io sto ad aspetta’ – consapevolmente – da otto ore de baciarte e posso aspetta’ qualche ora in più – mentì volendo con tutte le sue forze quelle labbra sulle sue – te da quanto stai ad aspetta’? Puoi aspetta’ ancora tutte queste ore?» chiese facendo sfiorare i loro labbri inferiori e i loro nasi causando brividi lungo il corpo del corvino.
Manuel strinse tra le sue dita le ciocche scure di Simone sentendo il suo fiato infrangersi sulla sua pelle, sulle sue labbra, cosa che fece crescere ancora di più la voglia che aveva di baciarlo. Dio mio dio mio perché voglio così disperatamente baciarti, Simo? Perché mi sembra che il cuore mi esca dal petto ogni volta che ti guardo, che ti sento ridere, che sento la tua voce?
«Sicuro. Poi… ormai mancano solo sedici ore.» sussurrò sulle sue labbra prima di staccarsi del tutto facendo sbuffare nuovamente Manuel. «Su, alzati. Faremo tardi a scuola! – Simone si alzò andando verso la porta per andare in bagno, lasciando che Manuel facesse vagare il suo sguardo sul suo corpo coperto solo dai pantaloni della tuta – Dai che ti aspetta anche un cazziatone da Chicca.» Manuel si lasciò cadere tra i cuscini per poi coprirsi la faccia con uno di essi per urlare già esasperato da quella giornata appena iniziata.
«Se po sape’ dove cazzo sei stato ieri sera? – una Chicca rossa involto per la rabbia si scagliò contro Manuel appena il ragazzo fece il suo ingresso nel corridoio che lo avrebbe portato alla sua classe – Era il compleanno mio e doveva esse pure na serata speciale!»
Manuel serrò la mascella e, mentre guardava in basso, continuò ad andare avanti cercando di non farsi fermare dai continui strattoni della ragazza. «Lo so. C’ho avuto problemi, scusa.» Se passare la notte con Simone se può definì n’problema, pensò mordendosi il labbro. Alzò di poco la testa e vide il soggetto dei suoi desideri che lo fissava circondato da altri loro compagni di classe.