PROLOGO

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Remus Lupin guardò la moglie con pura tristezza. Il Vaiolo del Drago aveva preso il sopravvento e la stava perdendo così lentamente, era una tortura da guardare.

"Remus, amore mio." Adelaide sussurrò. Sembrava nient'altro che rilassata, aveva lasciato che la malattia prendesse il sopravvento, le aveva permesso di ingoiare tutta la sua anima. Stava per morire e lo sapeva, l'ha accettato molto tempo fa. "Prenditi cura di Lottie, dagli la migliore infanzia possibile, ok?"

Remus annuì, si sentiva come se avesse un nodo nella parte posteriore della gola, poteva sentire le lacrime che si accumulavano eppure non riusciva a farle uscire. Aveva pianto così tanto e sapeva che non poteva farli uscire di nuovo.

"Amala con tutto quello che hai, sii forte per me." La rossa ha continuato: "assicurati che condivida la tua dipendenza dal cioccolato e assicurati che sorrida sempre".

"Lo farò." Annuì, asciugando delicatamente gli occhi.

Remus aveva passato mesi a pensare a questo momento, ma anche quando era qui non sembrava reale. Era sbagliato, la sua bellezza di moglie non dovrebbe sopportare questo in un'età così giovane, era terribile.

Adelaide gli prese le mani. "Ti amo più di ogni altra cosa al mondo, per favore non passare le tue giornate a mancarmi ok? Abbi una bella vita, sei ancora giovane, assicurati di divertirti."

Ancora una volta, Remus annuì, incapace di formare parole.

"Fai più ricordi, la nostra sofferenza è finita ora, prendilo come tuo segno per ricominciare da capo".

Il petto di Adelaide stava diventando più stretto, la sua bocca era più difficile da muovere e riusciva a malapena a far uscire una parola. Era il suo momento, sapeva che stava arrivando, sapeva che la sua vita stava per finire in questo momento. Era strano, cosa viene dopo la morte? Un aldilà? Reincarnazione? O per niente, forse? Aveva una buona natura però, voleva riposare, non voleva più soffrire, aveva bisogno di lasciarsi andare.

"Lo farò."

"Ti amo Remus Lupin."

"Anch'io ti amo Adelaide Winters." Annusò e con questo, sua moglie chiuse gli occhi, la sua frequenza cardiaca rallentò e Remus sentì il suo cuore cadere.

Non era pronto per lei per andare. Aveva così tanto che voleva dire, voleva fare ricordi con lei, voleva guardare nei suoi chiari occhi azzurri solo un'altra volta eppure lei se n'era andata. Come avrebbe fatto a crescere un figlio? Riusciva a malapena a badarsi a se stesso.

Il resto era una sfocatura per l'uomo che stava facendo del suo meglio per mantenere la calma. Aveva esaminato i consigli chiave per la genitorialità per mesi, sapeva cosa doveva fare, ma tutto gli stava scivolando dalle dita mentre tutto si fermava bruscamente. Remus era impotente, con chi diavolo stava scherzando? Non poteva farlo da solo, per niente!

I medici si sono fatti strada, facendo del loro meglio per mantenere in vita Adelaide, ma era troppo tardi, se n'era andata e Remus era solo.

Si è seduto lì per un po', il mondo era sfocato intorno a lui mentre le lacrime gli scorrevano sulle guance, non sapeva cosa fare di se stesso, come dire alla sua bella bambina che la mamma se n'era andata o come dire alla sua bimba che non sapeva nemmeno se poteva sopravvivere a questa perdita. Remus sapeva che questo sarebbe stato miserabile, tenere un bambino sotto il suo tetto sarebbe stato ingiusto, e se passasse il resto dei suoi giorni depresso nella sua camera da letto incapace di prendersi cura di lei? Non sapeva con certezza che poteva fornirle ciò di cui un bambino aveva bisogno, e ora si era messo in una terribile decisione sul fatto che lei dovesse o meno rimanere in piena custodia di lei.

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