01: Il piccolo Jonah, la finestra e la chiave.

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C'era una volta un Regno,
dove le persone vivevano con il cuore
esposto al mondo, mostrando agli altri i propri segreti e sentimenti più intimi.

In quel piccolo Regno viveva anche un bambino, che non era mai uscito di casa per volere dei genitori. Il piccolo  il cui nome era Jonah - dagli occhi blu come il mare, i capelli neri come la pece e il viso cosparso di lentiggini come il cielo stellato - era un bambino molto curioso; non c'era giorno, infatti, in cui non domandasse agli adulti "Perché il mondo funziona in questo modo?" o "Perché alla terra non gira la testa se fa ogni volta girotondo, ma quando lo faccio io una volta sola sto male?".

Jonah era anche un bambino coraggioso! Toccava i lombrichi con le mani, e non aveva paura del buio e dei ragni. Aveva paura di una sola cosa però: di non sapere.
Volgere lo sguardo verso qualcosa, e non sapere perché esiste, lo terrorizzava.

Jonah non era mai stato un bambino ribelle. Quando i genitori gli chiedevano di pulire, lui puliva. Quando i genitori gli dicevano che era ora del bagno, lui si lavava. Ma quando però i genitori gli dissero che non gli è dato sapere tutto del mondo, Jonah era rimasto scioccato.

Perché mamma e papà non vogliono che sappia tutto del mondo? C'è qualcosa che mi viene nascosto? Queste erano le domande che tormentavo la testa del piccolo Jonah.

La curiosità di Jonah superava di gran lunga la sua obbedienza. E per la sete di conoscenza, il piccolo Jonah, avrebbe fatto di tutto. Anche andare in capo al mondo da solo, senza sapere nulla di esso e di come funzionasse.

È a causa, o forse è grazie ad essa, se, il piccolo di cui stiamo parlando, una notte ha preso il volo e lasciato il suo nido sicuro.

Viaggiando per i villaggi vicini, fino ad arrivare alla città principale, il bambino apprese nuovi insegnamenti. Apprese che non tutti i villaggi erano uguali. Che non tutti gli uomini erano alti come suo padre. Che non tutte le donne avevano i capelli lunghi di sua madre. Scoprì anche l'esistenza dei libri, del pane al cioccolato, della frutta candita e delle scuole dove i bambini si riunivano per imparare a leggere, a scrivere e a contare.

Viaggiando imparò da solo, facendo affidamento alla mente geniale che certe volte solo un bambino può avere. Ma Jonah capì presto di aver bisogno di aiuto per comprendere qualcosa che, ne a casa né la sua mente, sapevano spiegare.

"Perché non tutti avevano il cuore esposto al mondo?". Jonah aveva bisogno di sapere. Perché il sapere, per il bambino, non era solo conoscenza, ma era come il sale. Se il sale dava sapore al cibo di cui si nutriva, la conoscenza - come il sale - dava sapore alla sua vita.

Jonah si fermò accanto alla grande biblioteca della città principale del regno. Una biblioteca di mattoni, con sei finestre, due delle quali chiuse con un lucchetto.

Accanto alla porta della grande biblioteca, su una panchina di legno, sedeva un vecchietto dai capelli bianchi e incredibili occhi neri.

Jonah era incuriosito dall'uomo, non gli sembrava cattivo. Anzi, secondo il bambino quell'uomo sembrava molto saggio.

« Mi scusi, signore » Disse il piccolo dolcemente. « Lei mi sembra un vecchietto molto intelligente... Potrebbe per favore rispondere a una mia domanda? » Chiese il bambino.

« Oh, giovanotto! Certo che posso. Però prima devi rispondere a una mia di domanda » Disse l'anziano con un sorriso sul volto.

Il bambino si acciglio « Perché dovrei rispondere prima io, se ho fatto per primo la domanda? »

Il vecchio rise. « Hai ragione, piccolo. Ma ho bisogno di capire perché un bambino è da solo in una città così grande. Con i tempi che corrono è molto strano, sai? »

𝗦𝗧𝗔𝗥𝗗𝗨𝗦𝗧 𝖿𝗂𝖺𝖻𝖾.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora