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                               SEI
Diana

Il sole era alto e cocente.
C'era troppo caldo per fino per fare una nuotata nell'acqua del lago.
Così, senza altre possibilità, decidemmo di sistemarci in un posticino all'ombra di alcuni alberi.
Gli asciugamani colorati stesi a terra, davano a quei pochi metri quadrati di spazio l'idea di un piccolo accampamento hippie.
Tirai fuori le carte da gioco per poter passare il tempo assieme e tra risate, vittorie e penitenze perdemmo tutti  la cognizione del tempo.

«Ragazzi io avrei voglia di un gelato, volete anche voi?» domandò Sofia.
Fu proprio in quel momento che mi venne naturale controllare l'ora dal telefono; nello schermo apparvero le cifre in carattere cubitale che segnavano le sedici e trenta.
Pensandoci bene anche io avrei avuto voglia di un buon gelato, per rinfrescarmi un po' e per soddisfare il mio stomaco leggermente brontolante; così affermai alla domanda della mia amica.
Quando Sofia si alzò per dirigersi verso il bar fece lo stesso anche Tommaso che disse di voler andare assieme a lei.

Solo alcuni secondi dopo mi accorsi di essere sola con Mason.
Una sensazione di imbarazzo mi invase da testa a piedi sapendo di essere solamente noi due.
Volevo smorzare un po' la tensione cominciando a parlare ma non seppi che dire.

Alla fine trovai il coraggio e gli chiesi «In che zona della California vivevi?»
Lui senza girare lo sguardo rispose alla mia domanda.
«A Sausalito. Una città della Contea di Marin».
«È bella?» finalmente si voltò.
«Cosa?»
«Dico, Sausalito è bella? Cioè...» cercai di finire la frase ma venni interrotta.
«Sì. Sì è stupenda.»
Vidi un velo di nostalgia farsi strada sul suo volto e a quel punto pensai che dev'essere stato difficile trasferirsi dall'altra parte del mondo in quest'età.
«Mi puoi parlare di te? Visto che di me non c'è nulla di cui non sai già... conoscendo Sofia ti avrà già raccontato tutto su di me!» gli dissi prendendo un pochino di più confidenza.
«Oh... be', si in effetti mi hanno raccontato di te. Allora...» pensò qualche secondo per poi cominciare a raccontare.
«Ti racconterò le cose più divertenti, se ti va bene?!>>.
Per risposta mi limitai ad annuire.
«Quando io e mio cugino eravamo nati, con qualche giorno di differenza, ci scambiavano moltissime volte, perché io e lui ci somigliavamo moltissimo; pensavano addirittura che fossimo gemelli» disse sorridendo.
Anche io sorrisi.
«Scusa, ma quando sei nato?» gli chiesi.
«Il sedici ottobre.» mi rispose per poi continuare con il suo racconto.
«All'età di sette anni, cominciai a prendere lezioni di pianoforte; e scoprii che adoravo la musica. Il modo in cui mi trasmetteva serenità nel suonare era, per me, uno stacco dalla realtà. Poi mio cugino, alcuni mesi dopo, cominciò a suonare il violino e insieme facevamo spesso dei piccoli spettacoli per i nostri parenti» mi disse guardando il lago di fronte a noi.
«E ora? Suoni ancora?» chiesi.
«Si, assolutamente»
«Poi, adoro la fotografia. È una cosa che mi lega con mio nonno materno; sai, quando ero bambino e vivevo in America, passavo molto tempo con lui e mi portava sempre nelle spiagge che conosceva solo lui a fare delle foto, che poi conservava in un album. Quando ci siamo trasferiti, però, non abbiamo più avuto modo di passare quei momenti assieme; e si sono trasformati in semplici telefonate» disse lui con un tono di voce triste e malinconico.
«Posso chiederti una cosa? Che forse è delicata...»
Mi annuì per affermare alla mia domanda.
«Perchè avete dovuto trasferirvi qui?»
«A mio padre venne offerto un trasferimento lavorativo in più città, tra cui anche in Italia; e visto che i miei nonni, nonché suoi genitori,abitano in queste zone, abbiamo deciso di venire qui.
Certo, fu una decisione importante, non solo per la distanza, ma per il fatto che un cambiamento così improvviso per me e per un viaggio così impegnativo per mio fratello, che aveva solamente quattro anni, non era di certo un gioco da ragazzi» disse lui osservandomi.
Rimasi con mille domande sospese nella mente.
«Come si chiama tuo fratello?»
«Nathan» disse.
Dopo qualche secondo di silenzio gli chiesi: «Che lavoro fanno i tuoi genitori?»
«Mio padre è un tecnico di laboratorio biomedico e mia madre è un avvocato.»
«Wow! E tu,cosa hai in mente? Come professione, intendo» chiesi incuriosita.
Si voltò verso il lago. Alcuni suoi ciuffi di capelli castani si spostarono per via della leggera brezza rinfrescante di quel posto.
«Beh...» nel suo volto si fece spazio un'emozione che non riuscii ad identificare.
Tra il disagio, la tristezza e la paura.
«Mason...tutto bene!?» gli chiesi preoccupata. Si voltò nuovamente verso di me.
«Si...ecco è una questione piuttosto complicata direi; c'è sempre stato, da parte di mio padre, questo problema...io vorrei studiare musica da quando sono bambino, ma secondo lui non è "adeguato" per me, perché vorrebbe che io seguissi le sue orme...studiando biologia» mi disse.
«Oddio, mi dispiace. Ma penso che tuo padre non lo faccia con egoismo o crudeltà, secondo me lo fa perché pensa che tu valga di più, probabilmente...» dissi ostentando un lieve sorriso.
«Ok, lo capisco ma...io non voglio quella vita. La biologia non mi dispiace, anzi; ma non sono fatto per studiarla e far di quello studio il mio futuro.» disse in modo serio.
«Da quanto studi la musica?» gli chiesi.
«Più o meno, una decina di anni»

Capii, dal modo in cui parlava, che la musica per lui era veramente importante. E che ad essa ci teneva assai.

Continuò a raccontare di lui per svariati minuti.
Mi raccontò della sua infanzia in America, della sua ossessione per lo sport e del fantastico rapporto che aveva con suo fratello.

Poco dopo non parlò più, e intuì che era arrivato il mio turno.
Odiavo raccontare di me ad altre persone, perché dovevo mentire su molte cose per "piacere agli altri", dovevo tralasciare molte cose; come, ad esempio la malattia di mia madre, il disturbo da panico e quant'altro riguardante quell'oscuro passato che riecheggiava alle mie spalle.
A differenza sua, io avevo pochissime vicende  divertenti nella mia vita, da potergli raccontare.

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Spazio autrice:

Finalmente soliii...
Che ne pensate del passato di Mason?!
E di Diana?
Secondo voi cosa potrà raccontare?
Un bacione a tutti e mi raccomando se ci è piaciuto la stellina va solo cliccata.😘😘😘

LO SPECCHIO DELL'ANIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora