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                         SEDICI

Diana

Aprii gli occhi, e due iridi scure mi parvero di fronte.
Solo dopo alcuni secondi in cui mi svegliai meglio, realizzai che Mason mi stava fissando.
«Buongiorno» disse con voce grave.
Ricambiai il saluto aggiungendo un lieve sorriso «'giorno».

Mantenemmo il contatto visivo per un bel po', finché Mason cessò di guardarmi negli occhi, spostandoli un po' più in giù.
Fissando le mie labbra.
Ma soltanto dopo secondi interminabili, mi accorsi che la distanza tra i nostri visi si era quasi azzerata, facendo sfiorare le nostre labbra.
Sgranai gli occhi quando mi resi conto della circostanza in cui mi trovavo, e presa dal panico scesi dal letto, scattando in piedi.
«D-dovremmo andare a fare colazione, visto che dobbiamo partire presto» dissi cercando di non incontrare di nuovo quei suoi occhi ipnotizzanti.

Facemmo colazione, preparammo le valige e in meno di due ore fummo in macchina pronti per tornare a casa. E in tutto quel tempo, nessuno dei due si rivolse alcuna parola, solamente dei brevi sguardi colmi di imbarazzo.
In auto, rimasi in silenzio per una decina di minuti; con la fronte appoggiata al finestrino, osservai vagamente il paesaggio, mentre la mia mente si concentrava su altro. Sofia mi chiese parecchie volte se andava tutto bene, o se avevo voglia di parlare con lei. Ma la verità era che "bene" non andava nulla. E di parlarne non avevo la forza. Solamente pochi minuti dopo, mi accorsi di star rovinando in così poco tempo i tre giorni più belli di quell'anno. E così mi sciolsi pian piano, cominciando a ridere e a parlare. Quasi dimenticando l'accaduto della sera precedente e ciò che successe la mattina.

Quando mi riaccompagnarono a casa, mi attese una sorpresa. Una di quelle che non qualche anno prima avrei solamente potuto immaginare. Voltando langolo della casa, notai mia madre che leggeva allombra della betulla che avevamo piantato io e lei quando ero piccola. Era di nuovo vicina al nostro albero. La nostra rinascita.

«Mamma!» corsi da lei abbracciandola «che bella sorpresa trovarti già a casa» continuai a stringerla tra le mie braccia.
«Oh tesoro! Comè andata?» Le raccontai tutto. Ogni cosa. Tralasciai solamente quel quasi bacio. Perché lo sapevo bene da sola, era stata solamente una svista causata dalla troppa vicinanza O almeno ci sperai

Il resto della giornata la passai in compagnia di mia madre...proprio come ai vecchi tempi. «Mamma, posso chiederti una cosa?» chiesi dando un'ultima passata di smalto alle sue unghie. «Certo, dimmi» . Feci un respiro profondo prima di continuare a parlare. «Come hai saputo di essere innamorata di papà? Cioè dico cosa è stato a farti dire "ho perso la testa per lui?» la guardai mentre con la mente fece un piccolo flashback. «L'ho capito subito, sai!? Era un giorno un po' uggioso, per tutto, stavo cercando di portare in una volta sola tutte le borse della spesa; lui mi vide e venne a darmi una mano e da lì, da quell'unico sguardo capii tutto» mi strinse le mani tra le sue. «Basta un niente, un impercettibile battito di ciglia, per capire se la persona che ti è di fronte è quella giusta. Se hai già delle diffidenze su di essa, puoi starne certa che non è per te. Devi solo ragionare col tuo cuore lo so che può sembrare strano, ma te lo sta dicendo una che sa molto bene se è meglio fidarsi di uno o dell'altro. Ma in quel caso, Diana, è tutta questione di chimica in uno sguardo.» mi disse accarezzandomi la guancia.

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Spazio autrice:

UH UHHHHHH!!!!! Che ne dite. è un capitolo piuttosto corto, ma eh ehhhhh. Secondo voi la mamma di Diana ha ragione?? Fatemelo sapere nei commenti!!!! Mi raccomando le stellineeee✨ Un bacione tesoriiiiiiiiiiiiiii

LO SPECCHIO DELL'ANIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora