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                               DODICI

Diana

Passarono due settimane dalla festa di inizio estate e non ci fu giorno in cui io, Mason, Sofia e Tommaso non ci vedemmo.
Ogni giorno andavamo al fiume, al lago o in piscina, così da passare intere giornate assieme.

Mi sentivo bene con loro.
Mi sentivo bene con me stessa.
Mi sentivo bene con tutto.

Inoltre, io e Mason, legammo molto nell'ultimo periodo. Con lui mi trovavo bene; e dovetti ammettere che stavo anche bene.
Mi fidavo, anche se ci conoscevamo da poco. Grazie ad una sorta di sesto senso, sentii che non mi avrebbe ferito.
Come tutti gli altri.

Sentivo sicurezza in sua compagnia; tuttavia non gli raccontai ancora le faccende che tralasciai di proposito quel giorno al lago.
Ma prima o poi, gli avrei voluto confidare ogni cosa.
Perché lui mi capiva.
E in fondo era simile a me.
Proprio per quel motivo, ogni giorno mi svegliavo di buon umore, pronta per affrontare la giornata a testa alta, senza poter rimpiangere le dolci giornate dell'infanzia.
Ma grazie a lui, tutti gli incubi della realtà che mi portavo continuamente sulle spalle, sembravano scomparire.

Molte volte mi chiesi se tutte quelle  sensazioni erano, in realtà, piccoli segnali di un qualcosa che stava per nascere tra di noi.
A dire il vero, però, mi spaventava parecchio. Avevo paura che questo forte legame d'amicizia potesse rovinarsi in poco tempo, solo a causa della foga dei sentimenti.

Quell'anno, Sofia, ci invitò alcuni giorni nella casa al mare di sua zia in cui ci andava ogni estate.
Appena ci avvisò, non vidi l'ora di partire. L'idea di rivedere il mare dopo anni, mi fece ripensare alle estate precedenti alla malattia della mamma.
Di quando, assieme, andavamo a passeggiare nelle vie del centro. Io e lei. Da sole.

Quella sera non riuscii nemmeno a chiudere occhio da quanto ero felice ed emozionata.

                              ***

Le due del pomeriggio arrivarono in un batter d'occhio.

Arrivò Tommaso con la sua auto e Sofia scese per salutare mia madre, che piano piano tornò a camminare con l'uso di un deambulatore.
Salutai la mia mamma anche io, stampandole un bacio sulla guancia.

Salimmo in macchina e salutai Tommaso e Mason, che sedeva nel posto del passeggero.

Dopo un paio d'ore di viaggio finalmente arrivammo davanti ad una casa dignitosa a due piani.
Un portico spazioso, stava a dirimpetto, proprio accanto al portoncino d'ingresso, creando un'atmosfera incantevole.
L'intera abitazione era circondata da un giardinetto ben curato e ricco di piante e fiori, che lo coloravano rendendolo molto grazioso.

Entrando all'interno, vidimo un salotto molto ampio dai toni del grigio, si presentò davanti ai nostri occhi. A qualche metro più avanti si poteva notare una cucina moderna e spaziosa, abbinata perfettamente alle colorazioni del salotto.

«Allora ragazzi...» parlò Sofia, mentre poggiammo i nostri bagagli sul pavimento dell'ingresso «qui c'è il salotto e la cucina, mentre lungo questo corridoio, a destra, c'è il bagno» continuò indicando con la mano la porta del bagno.
«Di sopra ci sono le due camere e...» di colpo si coprì la bocca con la mano, per poi annunciare un sconcertato "Ops".
«Potrei non avervi detto che ci sono solamente due camere matrimoniali...» disse alzando le spalle abbozzando un leggero sorriso impacciato.
«Se non è un problema...» abbracciò improvvisamente  il suo ragazzo.
Capii cosa volesse dire e senza rispondere le feci un lieve cenno con il capo per fargli capire che non c'erano problemi a riguardo.

Salimmo tutti insieme al piano superiore e raggiungendo le camere, io e Mason, non ci scambiammo nemmeno uno sguardo.
Fu solo quando lui aprì la porta della stanza, quando un'ondata di freschezza mi giunse alle narici, rivelando un enorme camera con un letto matrimoniale color tortora posto al centro e a destra una porta scorrevole in cui si accedeva al bagno padronale, che mi girai alla mia sinistra e per sbaglio incontrai i suoi occhi scuri.

Dopo qualche secondo, distolse lo sguardo, posando il borsone nel parquet, vicino al muro, dicendo:
«Dormirò per terra...»
«NO, non serve. Non siamo dei primitivi» lo interruppi.

La sera arrivò velocemente, così come la stanchezza.
Prima di andare a dormire, a malapena riuscii a farmi una doccia. Il tepore dell'acqua tiepida, assieme alla fragranza del mio bagnoschiuma alla vaniglia, mi fece rilassare fin troppo.
Non mi ricordai nemmeno il momento in cui raggiunsi il materasso e quando chiusi gli occhi, perché mi ritrovai subito nel mondo dei sogni.

Mason

Quanto era bella.
Il suo sorriso, i suoi occhi, la sua voce. Tutto di lei era incantevole.
Ogni sua piccola caratteristica era incantevole.
Ma c'era una cosa in particolare che la rendeva ancora più bella di quanto lo fosse già. Ed era l'energia che trasmetteva. Il suo costante buonumore.

Quando Sofia le disse che c'erano solamente due camere con letti matrimoniali, il suo volto si oscurò per qualche secondo, per poi riprendere la sua normale sfumatura quando vide la sua migliore amica che abbracciava il suo ragazzo.
Alla notizia mi aspettai una reazione eccessiva da parte sua, e invece, quando mi offrii di dormire per terra ma la sua risposta mi sorprese.
"NO, non serve. Non siamo dei primitivi".

Non feci altro che guardarla tutta la sera.
Era spensierata.
Stanca ma spensierata.

Quella sera, tutti andammo a dormire presto, eravamo tutti stanchi per via del viaggio, ma Diana era quella più esausta.
Andò a farsi una doccia, quando eravamo ancora tutti in salotto. Raggiunsi la stanza una decina di minuti più tardi e l'unico rumore presente, era quello del gorgoglio del rubinetto della doccia. Pensai, addirittura, che si fosse addormentata là dentro per quanto tempo ci impiegò.
Ma dopo alcuni minuti uscì dal bagno, con addosso un pigiama corto, e i capelli castani, raccolti.
Mi recai, a mia volta, in bagno per cambiarmi e lavarmi e non ci impiegai più di dieci minuti; ma quando uscii, vidi che Diana era ormai crollata in un sonno profondo.

Mi avvicinai cautamente a lei e la coprii meglio con le lenzuola.
Scostandole una ciocca di capelli dal viso, l'immagine della sera della festa si proiettò nella mia mente.
Lei che si era addormentata nella mia spalla.
Lei tra le mie braccia.

Mi distesi dal lato opposto del letto e in breve tempo, mi addormentai anche io.

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Spazio autrice:
Ecco qui un nuovo capitolo!!
Che ne pensate?
Taaa dannnn!! Colpo di SCENAAAA🎇🎇🎇
Mettete tante stelline e commentate, mi fa molto piacere 🤩
Un bacione a tutti e buon 2024🥳🥳

LO SPECCHIO DELL'ANIMADove le storie prendono vita. Scoprilo ora