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"Hai già firmato il contratto?"

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"Hai già firmato il contratto?"

È Ciro.

"No, perché? A proposito quando ci sposiamo?" Il silenzio regnò mentre Ciro guardava le macchine passare dalla finestra della sua camera.

Avrebbe saputo presto tutti i dettagli. "Firma il foglio e basta" abbaiò.

Jasmine fissò il suo tavolo, offesa.

"Come hai fatto ad avere il mio numero?"

Di nuovo silenzio. Ciro sorrise e fece cenno alla sua cliente di entrare nella sua camera.

"Nello stesso modo in cui ho trovato te".

Jasmine alzò un sopracciglio.

"Cosa?"

Ciro alzò di nuovo gli occhi mentre versava del whisky in due bicchieri con il ghiaccio.

"Passati tre mesi, lo dirò ai miei genitori e potremo iniziare con i piani. Farò in modo che succeda entro due settimane e poi inizierà il nostro anno. Non è così difficile".

Jasmine sentì dei rimescolamenti e dei bisbigli e poi capì che lui voleva che riattaccasse, ecco perché non discuteva più.

"Allora, tre mesi?" Chiese lei, chiedendosi cosa fosse successo in quei tre mesi. Sentì un sospiro da parte di lui.

"Non avremo contatti in questi tre mesi. Ti contatterò io quando sarà il momento". Poi la linea cadde.

Jasmine guardò il suo telefono offesa, per poi firmare scontrosamente il contratto.

Che importa.~

Prese il suo borsone e lo portò alla spalla, prima di prendere le chiavi, uscire dal suo appartamento e chiudere la porta.

Mentre camminava lungo il corridoio, salutò le persone che conosceva e fece una deviazione intorno alle persone che stavano fumando.

Uscì dell'edificio e iniziò a camminare verso un ristorante. Ieri qualcuno le aveva dato una mancia piuttosto cospicua. Perché non viziarsi con un pasto adeguato invece di uno economico?

Entrò nel ristorante con un sorriso sul volto. Dopo essersi seduta e aver ordinato, non potè far a meno di chiedersi che cosa le aspettava.

Dopo che Ciro aveva riattaccato il telefono a Jasmine, con un profondo respiro agitato si rivolse al suo cliente con un sorriso affascinante.

"C pozz fa p te ogg Gnnà?" Il cliente Gennaro gli sorrise apertamente

"Prublm a cas?"

Pensandoci un attimo, Ciro rimase in silenzio prima di annuire con un sospiro.

"Crer ca s pò definì accussí a situazion".

Se solo Ciro fosse stato capace di fare a modo suo con suo padre, almeno una volta! Allora non avrebbe avuto questa assurdità da affrontare.

Fortunatamente, Ciro aveva trovato un modo per soddisfare le condizioni di suo padre e anche un modo per farlo tacere.

Ciro avrebbe preferito un bambino che piange alle 3 di mattina, piuttosto che accettare quello che suo padre aveva pianificato per lui. Per nessun motivo avrebbe accettato i piani di suo padre con lei.

Vogl sul a te ~Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora