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L'odore dei popcorn che aveva di fronte, nauseava fortemente Jasmine

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L'odore dei popcorn che aveva di fronte, nauseava fortemente Jasmine. Il suo stomaco si agitava e la testa le girava.

O forse le girava perché non mangiava da due giorni.

Non aveva letteralmente ingerito nulla.

Doveva mangiare per due, lo sapeva, ma non aveva avuto i soldi per comprare il cibo e ne stava sentendo l'effetto.

Jasmine stava ancora lavorando al cinema e quel giorno doveva servire gli snack.

L'odore dei popcorn e i colori delle granite la facevano impazzire. Se non la facevano star male, le facevano venire fame e lei non poteva permettersi niente.

Ciro non aveva fatto nessuno sforzo per mettersi in contatto. Nel frattempo lei aveva scoperto cosa lo rendesse così ricco e non avrebbe mai accettato quell'accordo se lo avesse saputo prima.

Eppure, non avrebbe scambiato la piccola protuberanza sul suo stomaco lentigginoso con niente. Si guardava ogni giorno allo specchio, e amava il modo in cui i suoi occhi grigi erano più luminosi di prima e il modo in cui i suoi capelli lisci sembravano più luminosi dopo la gravidanza.

Non aveva mai capito le lentiggini, ma la rendevano unica, quindi le amava.

"Hey, si sord o coccos?" Un ragazzo disse sgarbatamente facendo scattare Jasmine fuori dai suoi pensieri guardandolo male.

"No, ma sono allergica agli idioti".

La bocca del ragazzo si aprì e lasciò andare la mano della sua ragazza, sbattendo il pugno sul bancone.

"O saje chi so ij?"

Gli occhi di Jasmine viaggiarono lungo il suo braccio coperto da una giacca di pelle e andarono alla sua camicia bianca sbottonata con una catena d'oro appesa al collo. Indossava dei jeans e scarpe da ginnastica.
Air force bianche.

Lei sorrise quando incontrò di nuovo i suoi occhi.

"Lo so, in realtà. Tu sei il classico tipo con un passato incasinato, cerchi di essere figo e ti scopi qualsiasi ragazza e pensi di possedere tutta Napoli".

"La gente ti teme e tu lo adori perché per una volta non sei tu a temere qualcun altro, probabilmente tuo padre, che direi che è un ubriacone. So anche che pensi di essere un duro e vuoi che gli altri pensino lo stesso in modo che non ti prendano in giro e che non ti spezzino".

I suoi occhi si spostarono sulla ragazza, mentre lei portava una mano in alto per farlo tacere prima di continuare a parlare.

"Lei è quella ragazza che pensa che ti cambierà, ma sappiamo tutti che quella persona è la tua vicina, che ami irritare il più possibile".

I suoi occhi grigi si spostarono di nuovo su di lui.

"E so che pensi che il fatto che tu sia temuto a scuola ti permetta di essere un cazzone, ma indovina un po'".

Si chinò verso di lui come se volesse dirgli un segreto.

"Questo è il mondo reale, e quando avrai finalmente imparato che non si tratta solo ed esclusivamente di te, smetterai di usare il cervello che hai sotto la cerniera e comincerai ad usare quello sotto i capelli".

Soddisfatta della sua sfuriata, Jasmine si appoggiò all'indietro e incrociò le braccia al petto in segno di vittoria.

"Ora chiedi scusa e fai l'umano o togliti dal cazzo".

Rosso.

Questo è il colore che assunse prima di prendere la mano della ragazza.

"Almeno non sono una schiava del cinema zoccola e incinta"

La bocca di Jasmine cadde aperta, sollevò di poco il bancone e uscì.

"Almeno non sono una piccola delinquente liceale".

I suoi occhi si allargarono e lei sorrise.

Vogl sul a te ~Ciro RicciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora