Capitolo 5°: una giornata diversa.

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Sono passate alcune settimane da quando abbiamo fatto quella lezione di geometria con Davis. Abbiamo migliorato i rapporti. Adesso lui evita di farmi sempre battutine che odio e io evito di rispondergli male. Siamo arrivati anche ad essere amici. Parliamo, messaggiamo, ridiamo e una volta siamo arrivati anche ad abbracciarci. Ovviamente ho raccontato tutto a mia madre e lei è convinta che io sia innamorata di lui. Ma non è così! Provo una certa simpatia che non provo mai con nessuno. È strano da dire, ma questa nuova emozione mi piace. È rilassante e tranquillizzante. So che con lui posso essere me stessa e mi diverto a farlo arrabbiare. Ormai non ho più paura di lui e dei suoi brutti modi di prendere in spalla le persone. Gli ho detto che odio quando lo fa così ha smesso di prendermi come un sacco di patate.
Mi piace questa complicità che si è creata tra noi e spero non finisca.
Finalmente è l'ultimo giorno di scuola e fortunatamente sono riuscita a salvare Davis dalla bocciatura. Mi sento felice e sono contenta di ciò che ho fatto.
Tutti i professori si complimentano con Davis e lui ringrazia me. Oggi mi ha pure invitato a prendere un gelato per sdebitarsi di tutto il tempo che mi ha fatto perdere. Un momento. Oggi?!
Corro in camera mia a cercare qualcosa da mettere. Opto per un paio di shorts di jeans con le margherite ricamate solo nella parte destra, le Superga bianche e una canotta anch'essa bianca.
Mi faccio una coda abbastanza alta ed evito di truccarmi sennò con il caldo colerebbe tutto il trucco. In fondo è solo un gelato, non un matrimonio.
Noto che sono già le sei e mezza così, saluto mia madre e mi incammino verso la gelateria dove mi aspetta Davis.
-Buonpomeriggio prof- mi dice quest'ultimo salutandomi -ciao- dico ricambiando il saluto. Ormai c'ho fatto l'abitudine. Lui non smette di chiamarmi Professoressa quindi, devo sopportare questo nomignolo -che cosa prendi?- mi chiede avvicinandosi al bancone -uhm.. Un cono- dico sorridendo maliziosamente -tu?- chiedo innocuamente -due coni- dice alla signora dietro il bancone -che gusti mettiamo?- ci chiede -uno lo faccia nocciola e pistacchio- dico io -l'altro nutella e fragola- risponde Davis non staccando lo sguardo dal mio.
Decidiamo di sederci in un tavolinetto per mangiare -sembravi una Santa, e invece...- mi dice sorridendo -in che senso?- chiedo alzando un sopracciglio -
No niente- mi dice mordendo un po' di gelato -ma come fai?!- chiedo sgranando gli occhi -a fare?- dice continuando a mordere il gelato - come fai a mordere il gelato?!- chiedo scioccata -con la bocca -mi dice malizioso -no seriamente. Sei pazzo. Io non riesco neanche a leccarlo talmente è freddo- dico -è un gelato, sai com'è.- mi risponde ovvio -simpatico- dico iniziando a mangiare il gelato, o meglio leccare perché è freddissimo.
-lo fai apposta?- mi chiede di punto in bianco con uno sguardo malizioso - a fare?- chiedo innocente continuando a leccare il gelato -questo- mi dice imitandomi -non lo mangio mica così io eh! Faccio più lentamente sennò mi si ghiaccia il palato, amico- rispondo io -hai uno strano modo di leccare il gelato -continua -ah si?- continuo a leccare il gelato -esattamente. Sembra che stai facendo tutt'altro- dice ridendo coinvolgendo anche me -sei un porco- dico dopo aver smesso di ridere -ho imparato dalla migliore- dice alzando un sopracciglio -chi sarebbe?- domando -in questo momento sta mangiando un gelato. Anzi, lo sta leccando- dice -io non lo sto leccando, lo sto gustando- rispondo a tono -cosa gusti?- mi chiede. -mh- rispondo masticando una nocciolina che ho trovato dentro il gelato -una nocciolina buonissima- rispondo -interessante- conclude.
Finiamo di mangiare il gelato e, dopo aver pagato, usciamo.
-facciamo una passeggiata?- chiedo come una bambina di cinque anni -se proprio insisti- risponde -se non vuoi, niente. Non insisto- dico vedendo Davis un po' annoiato. - no tranquilla, facciamola- dice mettendosi a braccetto -cosa?- chiedo -tutto ciò che vuoi- mi risponde con un tono malizoso -ah si?- chiedo maliziosamente -esattamente- risponde.
-bene- dico, trascinandomi Davis verso un parco -eccoci arrivati- dico -su, sali su quell'altalena- dico indicando una delle due giostre -come scusa?- mi chiede perplesso - sali lì- ripeto -assolutamente no- mi dice incrociando le braccia al petto -avevi detto che avresti fatto tutto ciò che avrei voluto fare - dico avvicinandomi a lui- si, ma non intendevo questo- mi risponde perplesso -io si- dico prendendolo per un braccio -forza- dico faticando a trascinarlo - eddai Jo!- mi dice lagnando come un bimbo di 8 anni -ti prego- mette il labbruccio -non mi corrompi, Davis- dico impassibile a quella scena. -per favore, non voglio fare il giro sull'altalena!- mi dice sporgendo il labbro inferiore e gonfiando le guance per sembrare un panda -dai, sali.- dico ridendo
-solo se sali anche tu!- mi risponde -non se ne parla - dico ridendo. Se non avessi riso sarei sembrata più convincente -dai, sali.- mi dice imitandomi.
Sbuffo -prima sali tu e poi io- rispondo avvicinandomi alla giostra. Finalmente siamo arrivati ad un compromesso.
Passiamo quasi mezz'ora sull'altalena. Non ci salivo da molto tempo. È stato molto bello guardare il cielo avvicinarsi e allontanarsi. Non smettevo di ridere, anche Davis rideva.
Decidiamo di scendere e ci dirigiamo verso la gelateria, cosicchè io possa tornare a casa a piedi.
-grazie Prof- mi dice fermandosi Davis -figurati- dico sorridendogli -abbraccio?- mi chiede -vieni qua- dico aprendo le braccia.
Davis che mi chiede un abbraccio. Wow sta bene? Il gelato era scaduto? L'altalena gli ha fatto male? -stai bene?- chiedo perplessa -sì perchè?- mi chiede corrugando la fronte -no così- alzo le spalle. -tu non stai bene- mi dice ridendo -eehy- gli do un pugno nel braccio -ahia che male! Ora piango- imita un bambino.
Scoppiamo a ridere.
-grazie del gelato- dico fermandomi -figurati- mi dice sorridendo -allora ci vediamo- lo saluto -buonanotte Prof- mi dà un bacio sulla guancia.
Inizio a camminare e ad un tratto il cellulare che avevo in borsa inizia a squillare.
-pronto?- rispondo
-sono Davis. Tutto ok?-
Mi chiede dall'altra parte del telefono -sì, perchè?- sorrido
-ero in pensiero. Camminare sola per la città alle 21 di sera non é molto sicuro...- mi dice preoccupato
-ma daai, non sono una bimba di 5 anni!- rispondo ridendo
-e vabbene. Ma almeno ti faccio compagnia. Io sono già arrivato a casa - mi dice. Immagino già il ghigno -simpatico- continuo
-grazie.- dice ridendo. Coinvolge anche me -e comunque non sono le 21!- dico dopo essermi ripresa -quelli sono dettagli - scoppiamo dinuovo a ridere.
-adesso sono arrivata.- chiudo la porta -sentito?- chiedo a Davis che era ancora in linea -sì. Forte e chiaro- risponde -adesso possiamo chiudere?- chiedo iniziando a togliere la coda -mh..nah- mi dice -come no?- chiedo ridendo. Controllo che non ci sia nessuno a casa e noto un biglietto " siamo fuori a cena. In forno hai della pizza. Puoi mangiare quella" .
Metto il vivavoce -sei stato fortunato posso continuare a parlare- dico a Davis -perchè?- mi chiede -i miei sono fuori a cena- rispondo -mh.. ok- dice poco convinto -che succede?- chiedo -non so cosa mangiare. Anche io sono solo a casa-
Scoppio a ridere.
Passiamo tutta la sera a telefono e verso le 23:30 stacchiamo perchè i miei stavano per arrivare ed io volevo andare a fare una doccia. Era stata una bella giornata in compagnia di Davis.

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