03.

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Il giorno dopo Taemin andò a lavorare presto, e Jonghyun al proprio risveglio non lo vide.
Ebbe una stretta allo stomaco.
Lui lo vedeva ogni mattina.
Era come un'abitudine.
Ogni mattina poteva vedere il paradiso, ecco di cosa si vantava.

Il biondo si guardò intorno, niente.
Andò in bagno, niente.
Andò in cucina.

"Eomma... Taemin dov'è?" chiese.
"È uscito poco fa... doveva andare a lavoro..." rispose la donna."Comunque la colazione è pronta!" disse poi, sorridente.
Jonghyun fece una piccola risata.
Mangiò di fretta, si lavò la faccia e i denti, si vestì e corse via di casa.

Era una giornata fresca, il cielo non minacciava di piovere.
Eppure Jonghyun sentiva come se sarebbe successo qualcosa. Qualcosa di brutto.

Le macchine sfrecciano per il centro di Seoul.
Oggi è una di quelle giornate dove bisogna stare veramente attenti, nel camminare a piedi.
Lentamente il biondo arriva al negozio del suo Minnie.

"Minnie!!" urlò Jonghyun.
Taemin arrossì.
"Ssh... ti ricordo che sono a lavoro..." sussurrò il maknae.
"Non posso salutarti?" rispose Jonghyun, mettendo il broncio.
Taemin ridacchiò e allargò le braccia. Il biondo lo abbracciò forte. Come se avesse paura che se ne andasse.

"Oggi quando lasci?" chiese di colpo.
"Oggi pomeriggio presto... verso le 14..." rispose.
"Facciamo una passeggiata insieme?" chiese Jonghyun, sorridendo.
Taemin annuì.

Stettero un'ora a parlare, poi Jonghyun se ne andò dal negozio.
Per strada gli ritornò in mente la conversazione del giorno prima:
"Hyung... ma tu non piangi mai?"
"Io piango molte vote, Taemin"

Aveva pianto quando era stato cacciato di casa.
Quando per strada lo deridevano.

"Perché sei qui?"
"I miei genitori mi hanno cacciato di casa"
I ragazzini scoppiavano a ridere, tutti, ogni volta che Jonghyun diceva questa frase.
"Sfigato!"
E se ne andavano.

Aveva pianto molte volte anche a scuola, quando alle superiore il suo comportamento cambiò.
Si, decisamente aveva pianto troppe volte.
Stava piangendo anche ora.

Jonghyun si sedette su una panchina, in un parco pieno di fiori.
Si prese la testa tra le mani e si tappò le orecchie.
Come se la terra facesse troppo rumore. Come se la sua mente avesse troppe cose da dire, troppi ricordi da cancellare.

"Jonghyun...?" sussurrò una voce calda alle sue spalle.
Il biondo si girò e lo vide.
"Minho!" si alzò e lo abbracciò forte.
"Che è successo?" sussurrò ancora, accarezzando teneramente la schiena di Jonghyun.
"La solita storia... il mio passato..." rispose il biondo, tra un singhiozzo e l'altro.

Minho non poteva dire "Dimentica..." perché non ci sarebbe riuscito.

"Non so come aiutarti..." sussurrò Minho.
"Abbracciami..." disse Jonghyun.
Minho aumentò la stretta. Era un abbracciò innocuo, fra amici. Pieno solo di tenero affetto.

Senza che i due ragazzi se ne accorsero il pomeriggio era già passato via.
Il biondo smise di piangere subito, nell'abbraccio di Minho, e corse da Taemin, per prenderlo e andare poi al parco.

Taemin se n'era già andato via e stava tornando a casa.
Era fermo ad un semaforo per attraversare la strada.
Rosso.
Verde.
Iniziò a camminare lentamente su quelle linee bianche e nere, quando arrivò una macchina.
Il ragazzo volò sopra la vettura, poi cadde violentemente a terra.
Svenì.

Si risvegliò poche ore dopo, in ospedale.
Sentiva una tenera stretta alla mano destra. Poi iniziò a sentirla leggermente bagnata con qualcosa di caldo.
Aprì gli occhi e vide Jonghyun.
Piangeva.

"Stai piangendo...?" chiese Taemin.
"Si... visto, Minnie... ora mi hai visto piangere..." sussurrò il biondo, facendosi scappare una piccola risata.
"Avrei preferito non farlo..." rispose. "Tu sei il mio hyung... sei un uomo grande e grosso..."
"Non sono grosso!" disse Jonghyun, interrompendo il discorso del suo Minnie.
"Dicevo... è che... tu sei un po' come mio padre... neanche lui ho visto piangere... a volte mi chiedo se ha sofferto, quando è morto... se almeno quella volta, lui ha pianto..." sussurrò, continuando, Taemin.
Il più grande lo guardò.
"Sai, Taemin... a volte le persone non vogliono farsi vedere deboli.
Molte persone si nascondono, piangono in silenzio..."
Taemin lo fermò facendo incontrare solamente i loro sguardi.
"Tu ti nascondi da me, hyung?"

Jonghyun non sapeva come rispondere, perché si, nascondeva molte cose a Taemin.
Nascondeva il fatto che gli piaceva.
Si nascondeva lui, quando piangeva.
Nascondeva quando era irascibile, per evitare di essere violento e fargli del male.

Jonghyun tiene troppo a Taemin.
Era giusto nascondere queste cose.

"Si... ti nascondo un po' di cose.
Una è imbarazzante, le altre... te le nascondo per non farmi vedere debole..." confessò il biondo.
"Tu non sei debole...
Comunque... voglio sapere quella imbarazzante..." disse Taemin, con innocenza.

Il biondo lo guardò.
Si avvicinò al suo viso, fino a far rimanere poco spazio fra i due volti. Fino a sentire il respiro di Taemin sul proprio.

"Qual lo imbarazzante è che... ti amo, Minnie~" sussurrò Jonghyun, dandogli un bacio a fior di labbra.
Taemin chiuse gli occhi e ricambiò. Era un semplice bacio, carico d'amore. Innocente e puro.

Perché quei due ragazzi avevano l'anime da adolescenti e i corpi da adulti.

"Anche io ti amo, hyung~".

Fear of love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora