06.

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Passarono due settimane.
Taemin era cambiato. Era più pallido del solito e a volte non mangiava.
Aveva sempre mal di testa.

"Minnie, stai bene?" chiese Jonghyun , vedendo il più piccolo agitarsi e tenersi la testa tra le mani.
"S-si... hyung..." balbettò il più piccolo.

E intanto il tempo passava.
Lui dimagriva sempre di più, diventava sempre più pallido.

Era una tiepida giornata di estate, Jonghyun era a lavoro.
Taemin, invece, aveva smesso di andare a lavorare, avvisando la SM delle sue condizioni di salute, e stava a casa.
Gli venne un'altra fitta alla testa, più forte delle altre.
Cadde sul divano senza forze.

"Appa?" chiese, sedendo una sagoma alta, maschile, davanti a lui.
Aveva i capelli scuri, le spalle larghe
"Taemin, piccolo..." disse girandosi, e sorridendo.
Si, era suo padre.
"Ma appa... stai sorridendo!" disse il viola, un po' sconcertato.
"Taemin, qui non si soffre... ovvio che sorrido!" rispose lui, felice.

Taemin si sentiva libero. Leggero.

"Cos'è questo posto?" chiese.
"Tu cosa vedi, piccolo?..." rispose suo padre.
"Vedo la sala da ballo dell'agenzia in cui lavoro..." rispose.
"Lì e dove verrai da me e da tua madre. Ah, abbiamo conosciuto i genitori di Jonghyun, tuo marito... sono davvero simpatici..."
"Appa... ma tu sei morto prima dei genitori di Jonghyun..."

Si svegliò.
Ore: 15:40.

Aprì gli occhi e sorrise.
"Ben svegliato, dormiglione!" rise Jonghyun.
"Yeobo! Ho visto mio padre~"
"Cosa,Minnie?... tuo padre è morto..."
"Lo so, Jong... ma io l'ho visto... era con me nella sala da ballo della SM!"

Il più grande iniziò a preoccuparsi.
Il padre di Taemin era morto da anni, e lui non lavorava da molto.

"Riposati ancora un po'... penso ti farà bene" sussurrò Jonghyun.
"Tu non mi credi!!
Yeobo, io l'ho visto!! Era con me!" urlò il più piccolo, scoppiando a piangere.
Scoppiò in crisi. Era da tanto che non succedeva.
Jonghyun lo calmò. Come sempre.

Passarono i giorno e Taemin si sentiva sempre meglio.
Le fitte e il dolore alla testa divennero quasi una costante.
Come anche i suoi svenimenti e le chiacchierate con suoi padre.

Era una giornata scura. Le nuvole coprivano il sole.
Taemin lavorava tranquillo.
Poi una fissa.
Cadde a terra istantaneamente. Smise di respirare.

"Taemin... sei nella sala da ballo?" chiese il padre.
"Si, Appa..." rispose Taemin.
L'uomo sorrise e allungò il braccio destro, aprendo poi la mano.
"Prendere o lasciare..." sussurrò.
"Cosa, Appa?"
"Se prendi... puoi essere felice. Le fitte alla testa spariranno.
Se lasci... continuerai a vivere con quei dolori alla testa. Verrai molte volte a farmi visita, comunque." spiegò, il padre.
"Che ne sarà di Jonghyun?"
"Se ti ama verrà a cercarti... e ti troverà..."
Ci pensò.

Il cuore si fermò. Il sangue iniziò a scorrere più lentamente, fino a fermarsi.

"Prendo..." sussurrò Taemin, prendendo la mano del padre.
Divenne tutto bianco.

Poco dopo riuscì a vedere sua madre che parlava animatamente con i genitori di Jonghyun.
"Eomma..." urlò il viola, sorridendo.

La famiglia era di nuovo riunita.

Jonghyun stava a casa.
Il telefono squillò.

"È il signor. Kim? Il marito del signor Lee Taemin?"
"Si sono io.."
"La dobbiamo informare che suo marito è morto... condoglianze..."

Un dolore sordo al petto. Scoppiò a piangere. La telefonata finì.

Come? Perché?

Corse alla SM Entertainment.

"Dov'è mio marito? Lee Taemin!"
Lanciò un urlo e non diede alla donna neanche il tempo di rispondere.
Corse di qua e di là.
Gli ritornò in mente quello che si erano detti giorni prima e allora corse subito nella sala da ballo.

La porta dell'uscita era aperta e parecchie persone uscivano tristi, in lacrime.
Jonghyun corse subito fuori.

Vide i medici, la polizia.
"Taemin!" urlò.

Un brivido percorse il viola.
"Papà... mi è sembrato di sentire Jonghyun..."
"Jonghyun in questo momento è vicino a te, sta piangendo inginocchiato a terra con la faccia sul tuo petto..."
"Sono morto?" chiese il piccolo.
"Si, Taemin... sei morto..."

Il corpo venne portato in ospedale.
Venne fatta l'autopsIa.

Tumore al cervello.

"Dovevo capirlo... aveva sempre mal di testa... stava male... forse lui lo sapeva di avere un tumore, ma non ha voluto dirmelo. Ma perché, Bummie? Perché?" disse il più grande, abbracciando forte Kibum.
"Non voleva farti preoccupare, forse...
O forse non lo sapeva" rispose il biondino.

Jonghyun aveva deciso. Lo avrebbe fatto: lo avrebbe raggiunto.

"Devo andare a casa... o bisogno di stare solo" disse alzandosi.
"Hyung, non fare sciocchezze!" disse Kibum.
Il nero non rispose se tornò a casa.

Nel giro di 40 minuti era lì. Un coltello in mano.
Tremava.

"Tranquillo, Minnie... arrivò... non ti lascio solo... tu devi stare con me! Per sempre!"

In mano aveva una foto di Taemin, prima del tumore, quando ancora aveva 20 anni.
In quella foto il piccolo sorrideva, uno dei suoi sorrisi più belli, mentre Jonghyun gli dava un bacio sulla guancia.
Le lacrime caddero sulla foto.

"Aspettami, yeobo..."

Con un colpo secco si pugnalò il petto.

In lontananza vedeva 5 sagome.
Riuscì a riconoscerne subito due. I suoi genitori.
"Eomma!!~ Appa!!~" urlò sorridendo.
Si avvicinò e riuscì a riconoscerne subito un'altra.
"Taemin!!~".
Corse da loro. Abbracciò forte i suoi genitori e i genitori di Taemin.
Il viola aspettava in disparte.

"Yeobo..." sussurrò Jonghyun, dandogli un bacio.
"Sapevo che saresti venuto a cercarmi..." sorrise, Taemin.
"Ora ci siamo tutti..." disse il padre.
Si misero tutti seduti e ripresero il discorso che era stato interrotto dall'arrivo del nero.


~The End~


*Angolo autrice*

In quanti mi odiano per il finale?
Ahah, mi dispiace. Doveva farlo. Sono stanca dei lieto fine.
Se ho fatto piangere qualcuno, perfavore ditemelo. Sarò la prima ad arrivare e a consolarvi.

Spero che la storia vi sia piaciuta.
Grazie per tutte le visualizzazioni.

||MoMo.

Fear of love.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora