|| prologo ||

382 39 69
                                    

pov: Taeyhung

Sento la sveglia rimbombarmi nelle orecchie, così mi allungo verso il comodino per spegnerla ma una fitta mi percorre tutta la schiena e il braccio, facendomelo ritirare e emettere un verso di dolore. Sono vivo, strano... dopo essere stati legati alla spalliera del letto per quasi 12 ore e con il proprio 'padre' che vi frusta con la cintura, anche io qualche domandina me la farei.

Da quando mia madre è morta mio padre continua ad abusare di me e picchiarmi. Ancora non mi capacito di come faccia ad essere vivo, ogni giorno desidero sempre di più morire ma al quanto pare il destino mi ride in faccia.

Ormai vengo abusato tutti i giorni e quando arriva il momento di chiudere gli occhi penso che finalmente potrei raggiungere mia madre e stare con lei in pace, ma puntualmente mi risveglio sullo stesso letto, pronto a subire quella sorte di nuovo.

"Kim-schifoso-Taehyung! Scendi subuto e vai a scuola! Io ora vado a lavorare e se quando torno non ti trovo con il pranzo già pronto giuro che te la faccio pagare!"

Urla una voce da di sotto, prima di rompere un qualcosa di vetro, probabilmente un bicchiere, e uscire di casa sbattendo la porta.

Ecco mio padre che, come sempre mi minaccia e poi va in un bar a ubriacarsi per scappare dalla realtà. Cosa che dovrei fare anche io, ma se lo dovesse scoprire quel nano rosa che ho come migliore amico allora si che mi posso definire morto. Se devo essere sincero non so neanche io perchè non sono morto... non ho una famiglia, non ho un fidanzato che mi ama, non ho una figura paterna su cui contare e non ho amici.

Bhe... di sicuro se mi togliessi dalle palle farei un piacere a tutti no? Io dopotutto e come se non esistessi...a chi importa se sparisce un granello di sabbia se ce ne sono tantissimi altri? A chi interessa se muore una stella se tanto ce ne sono tantissime altre molto più belle?

Io mi identifico così, una stella che piano piano si sta spegnendo...o forse si è già spenta. Eppure sono ancora là, in mezzo a tutte quelle altre stelle luminose.

Io ormai non esisto più, quindi ora tocca soltanto renderlo ufficiale.

Corro in bagno e frugo nel mio cassetto, sotto il lavandino, fino a trovare quella scatolina azzurra. Mia nonna ci metteva i biscotti, mentre ora ci stanno soltanto lamette e pillole.

Prendo un pugno di pillole in mano, non le conto neanche, non mi interessa. Le metto in bocca e le mando giù con un bicchiere d'acqua.

Sento che stanno per fare effetto, sento quella sensazione di vuoto allo stomaco e di qualcosa che mi mangia l'anima senza lasciarne neanche un pezzo.

Mi appoggio al lavandino e chino la testa su di esso. Un conato di vomito mi arriva fino alla gola ma tengo duro e spetto che facciano effetto.

Comincio a vedere tutto appannato e sento le gambe molli.
ce la sto facendo... sorrido a quel pensiero, finalmente sto morendo. Quando poi mi torna in mente quel maledettissimo giorno e sbianco al ricordo.

stavamo tornando a casa in macchina e guidava mia madre, pioveva...troppo.

"mamma guarda come piove, piove veramente tanto" sorridevo mentre continuavo a guardare la pioggia sbattere contro il finestrino dell'auto.

"si amore, sei contento? sappiamo che ti piace tanto la pioggia" mi rispose mia madre con un sorriso dolce, mentre mio padre aveva un aria preoccupata in viso.

ero troppo piccolo per capire.

"eomma, appa! guardate! si vedono le stelle, anche se sono poche perchè le nuvole le coprono uffa" piagnucolai appoggiandomi ancora di più al finestrino.

"Taehyung, non disturbare tua madre e stai composto in auto." disse mio padre

mi rimisi composto e continuai a guardare fuori, chiusi gli occhi per un secondo e l'attimo dopo un grande botto mi catapultò contro il sedile, che mi aveva riparato dalle schegge di vetro del parabrezza.

Ero piccolo cazzo, avevo solo 5 anni, e non avevo ancora capito che in quel momento avrei perso la donna della mia vita.

la pioggia continuava a scendere imperterrita, come se non fosse successo niente. E io, per la prima volta in tutta la mia vita, avevo paura. Temevo la pioggia.

quella cosa bellissima che prima scacciava ogni pensiero negativo adesso, faceva l'esatto contrario.

Tremavo. avevo veramente il terrore dell'idea che quella cosa così bella, quanto brutale mi toccasse. Che portasse via anche me...

suoni di sirene si udivano in lontananza e l'ultima cosa che sentii, prima di svenire, mi frantumò il cuore.

"capitano, la signora non ce l'ha fatta mentre il bambino e l'uomo sono in buone condizioni."

Poi il buio.

Ora sono di nuovo qui, al punto di partenza, non più sicuro di voler morire così.

"Perchè...c-cosa ho fatto di sbagliato per meritarmi questo. cazzo..." sossurro tra i singhiozzi e le lacrime.

Me lo sono sempre chiesto cosa ho fatto di male per meritarmi tutto ciò. Ogni volta che penso di poter finalmente trovare la pace mi riviene in mente questo episodio e mi dico che devo vivere, devo farlo per lei che non ha potuto.

"Mamma...i-io...non ce la faccio. A-aiutami ti prego." mi rannicchio in un angolo del bagno a piangere silenziosamente, per poi rigettare quelle pastiglie e bestemmiare internamente.

Mi alzo e mi guardo allo specchio, notando che di questo passo avrei fatto tardi a scuola.

cazzo, non ci voleva.

avevo il labbro spaccato e una ferita sul collo, probabilmente della cintura... un taglio sullo zigomo e un sopracciglio spaccato.

Mi preparo al meglio e cerco di pettinarmi i capelli davanti al viso, in modo che non si vedessero i segni della sera scorsa.

Non ho paura di cosa possano pensare gli altri, ho paura solo di due persone: Jimin e Jungkook.

il primo bhe...semplice. Ha provato già più di 10 volte a denunciare mio padre, ma io lo fermavo sempre, dicendo che non avevamo abbastanza prove e non potevamo rischiare, anche perchè se l'accusa non veniva accettata lui se la sarebbe presa con me nel peggiore dei modi.

So quanto Jimin sa essere protettivo e dolce, ma questa cosa mi da fastidio. Mi sento un peso e non voglio esserlo, lui mi afferma sempre il contrario e dice di voler stare con me di sua spontanea volontà ma non gli credo più da quando l'ho sentito parlare al telefono con Yoongi la settimana scorsa.

Yoongi lo aveva invitato ad uscire per l'anniversario e lui aveva rifiutato, dicendo di voler uscire domani perchè voleva stare a casa con me, siccome quel giorno mio padre mi aveva picchiato.

Yoon, ovviamente, non capiva il perchè allora diedi 'il via libera' a Jimin, per raccontargli tutto. Mi fido di Yoongi, anche se è il migliore amico di Jungkook, io so che non è come lui e mi posso fidare.

Dire che yoon era rimasto scioccato era un eufemismo e mi promise che si sarebbe occupato di Jungkook.

Questa cosa dovrebbe rassicurarmi... ma invece no. Già sono un peso per Chim, non voglio essere un peso anche per qualcun'altro. Io non voglio aiuto.

Parlando di Jungkook invece...bhe, lui mi bullizza.

Da quando sono arrivato in questa scuola mi ha sempre preso di mira, all'inizio mi insultava sull'aspetto o sul fatto di essere nerd.

Poi nell'ultimo periodo ha cominciato anche a usare le mani, nulla di...troppo ecco, però fa comunque male. Non esteriormente. Fa male al cuore, sapere di essere una merda anche per qualcun'altro a cui non ho fatto nulla fa molto male.

Ha la sua 'gang' di amici, ma l'unico che agisce è lui, sempre solo lui. Altri due invece... penso si chiamino Jin e Namjoon, sono molto gentili, il primo ha provato a legare con me, mentre il secondo faceva 'ragionare' Jungkook con qualche spinta o schiaffo quando esagerava.

Non li reputo amici, soltanto...conoscenti.

Con questo pensiero in mente mi dirigo a scuola, sperando di passare inosservato.

𝑹𝒂𝒊𝒏 || kookvDove le storie prendono vita. Scoprilo ora