•Sola at home• Cap.6

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Dopodichè tornai a casa per pranzo e dato tutto quello che avevo mangiato colazione mi feci un semplice panino.
Verso le 3 mi arrivó una chiamata da Nicolas:
Amy ascoltami dato che sto legando molto con Alessia volevamo provare a convivere per qualche tempo, dato che mamma e papà sono a New York tela senti di rimanere da sola a casa per un mesetto? Magari potresti invitare qualcuno da te, qualunque cosa chiamami che arrivo subito, staremo a Cassino circa 1:30/2 da Roma quindi posso correre da te quando vuoi"
"Massì Nico tranquillo mela caveró, non preoccuparti, spero che tra te e Ale vada bene"
"Grazie mille sorellina, ci sentiamo eh"
"Sisi ciao fratellone"
Perfetto avevo la casa libera e non sapevo cosa fare, decisi di prendere il mio zaino, lo skate e uscii di casa.
Indossavo dei pantaloncini a vita alta dato che faceva abbastanza caldoe una maglietta bianca di Nicolas che aveva lasciato a casa, mi misi solamente un pó di mascara e matita.
Mi diressi allo skate park, era isolato il che non era solito soprattuto in una giornata di caldo come questa.
Iniziai a provare un trick che consisteva nel saltare e far fare allo skate un giro di 360 gradi e riatterrare. Dopo l'ennesima caduta ci rinunciai.
Mentre tornavo a casa quasi andai a sbattere contro un palo per lo squillo del mio telefono. Lo presi dallo zaino e vidi un messaggio da un numero non salvato in rubrica:
"Sei bellissima pure con le maglie da uomo."
Ma chi era? Il numero di Matt celo avevo, pure quello di Enzo e Albe.. Non penso melo abbia scritto Sara..
JARED.
Passai la serata a mangiare una pizza e a guardare la TV, tutta la sera pensai a quel rosso con il piercing al labbro che tanto ci provava con me.. Era davvero bello e beh si forse me ne stavo innamorando ma melo dovevo negare, era ovvio ci sarei stata troppo male, come con Alens che mi aveva illusa per poi umiliarmi.
Scacciai quei pensieri mettendomi ad ascoltare musica e mi addormentai.
Il giorno dopo c'era sciopero a scuola quindi non ci andai. Verso le 11 sentii suonare alla porta e andai ad aprire. Era Lorenzo che appena aperta la porta si fiondó dentro casa e sbattè la porta dietro di sè. Stavo per mettermi ad urlargli di andaresene e lui mi fece segno di state zitta con la mano, aveva una faccia terrorizzata. Poi sempre a gesti mi fece capire che mi avrebbe spiegato dopo..

•The story of Amy's life•Where stories live. Discover now